29.08.14
Il pomeriggio, dopo la bella escursione alla Wildspitze in territorio austriaco, rimpatrio attraverso il Passo Resia e decido di portarmi nella Vallelunga per una gita non troppo impegnativa sulla Punta Lago Bianco: la via di salita è un'incognita in quanto la normale passerebbe per il Rifugio Pio XI e poi per l'interminabile ghiacciaio Gepatschferner. Io invece, consultando qualche incomprensibile relazione in tedesco, ho scoperto che la cresta Ovest porterebbe in vetta senza esporsi troppo al rischio crepacci.
La sera prima sono quindi in macchina sopra al Lago di Resia dove passo la notte
Re Ortles alle ultime luciAlle 4 e mezza mi incammino alla luce della frontale seguendo il sentiero che porta in quota sulla destra orografica della valle. Giunto al bivio con la traccia per il rifugio Pio XI, prendo verso nord in direzione della Karlspitze ma, poco sopra, lo abbandono per seguire l'evidente intaglio del vallone che porta sotto alla Punta Lago Bianco. Su facili sfasciumi senza traccia guadagno quota in maniera piuttosto rapida mentre alle mie spalle la luce inizia a diffondersi sulla vallata
Vista sulle Vallelunga alle prime luciRaggiunto lo stretto intaglio, il vallone si riapre e si vede la vetta con ai suoi piedi il modesto Falginferner
Punta Lago Bianco e il FalginfernerCerco di evitare il ghiacciaio stando a sinistra su instabili sfasciumi in quanto nella parte bassa è piuttosto evidente il rischio di caduta sassi bloccati dall'esile strato di ghiaccio. Dove la vedretta spiana, salgo sul bordo con i ramponi per portarmi fino in fondo sotto le pareti della montagna e raggiungo una forcella su terreno fangoso. Da qui inizia il tratto finale sulla cresta ovest della montagna
La cresta ovestIl primo tratto di cresta è il più ostico, su roccette di primo grado alternate a ripidi scivoletti ghiaiosi. Con molta prudenza prendo quota fino ad una spalla nevosa pianeggiante dove posso tirare il fiato. Da lì in su, nonostante l'innevamento precoce, un esile traccia intaglia il largo crinale facilitando non poco la progressione
La vetta si avvicinaQuando la cresta spiana, le difficoltà sono finite: uno splendido mare bianco attende l'escursionista che si trova sul culmine di uno dei più immensi ghiacciai dell'Austria
Quasi sulla vettaLa croce di vetta si trova dislocata qualche metro più in basso della cima vera e propria, su un gruppo di roccette isolate che si raggiunge in pochi minuti
La croce di vettaIl panorama immenso ripaga della faticata e dell'alzataccia: la visuale sembra invernale, il Gepatschferner si estende a perdita d'occhio e tutte le vette delle Otztaler Alpen ne fanno il contorno
La Palla BiancaL'immenso GepatschfernerSulla vetta vera e propriaLa favolosa Wildspitze, salita il giorno primaVerso ovest, come da previsione, sta montando il brutto tempo: ripercorro quindi a ritroso la via di salita con un pò più di sole che mi permette di fotografare i punti più interessanti della salita in cresta
La parte alta della crestaIn discesa verso la spalla nevosaLa spalla nevosaIn discesa dalle roccette verso la KaunertalNel vallone sotto la vettaIl FalginfernerRidisceso per gli sfasciumi decido che la mia ricompensa sarà un bel piatto di canerderli al Rifugio Pio XI
. Giunto quindi al bivio, imbocco il sentiero alto che taglia lo scosceso versante con esile traccia. Una volta in vista del suddetto, si può vedere l'immensa seraccata del Gepatschferner dove sale la via normale
Il Rifugio Pio XI con i seracchi del Gepatschferner a sinistra e le lingue glaciali della Palla Bianca a destraDopo il pranzo meritato, ridiscendo per il sentiero di fondovalle a Melago accompagnato da una leggera pioggerella
Verso MelagoIn conclusione, un'escursione stupenda forse meno suggestiva della normale che vanta una delle più lunghe tratte su ghiacciaio ma decisamente più sicura e meno frequentata.
Difficoltà: EE/F (con qualche breve tratto di arrampicata e su ghiacciaio)
Dislivello: 1550 metri
Sviluppo: 18 Km