24.04.14
Il giorno dopo la bella gita al panoramico Serodoli con Billy, torno nuovamente nell'amata Val Martello per un uscita solitaria alla scoperta di altri itinerari. Una mèta che avevo in mente da tempo è la Dritte Veneziaspitze, ovvero la Terza delle Cime Venezia, facilmente raggiungibile in maniera piuttosto diretta dal grosso ex-hotel Paradiso (orribile costruzione mastodontica in disuso).
Lasciata dunque la macchina in fondo al parcheggio, e passato il rudere, seguo più o meno il sentiero estivo piuttosto battuto su neve molto ghiacciata. A destra intanto inizia a spuntare l'onnipresente Cevedale
Il Cevedale spunta dalla barriera rocciosaPassata la fascia boscosa, risalgo un erto pendio che permette di guadagnare una piana superiore
Superata la prima erta, il Rifugio Corsi e la Punta MadriccioPunta al prossimo ripido pendio mentre sulla destra scorgo il Rifugio Martello, tappa intermedia della discesa
Il Rifugio Martello e l'immenso CevedaleSuperato con fatica anche questo risalto, sono nella conca superiore splendidamente contornata da severe pareti rosse: davanti a me si staglia il canalone di salita, molto ripido ma fortunatamente ben tracciato nella neve ancora ghiacciata. Lo affronto con prudenza seguendo una coppia di tedeschi
Il ripido canale che porta al ghiacciaioMan mano che salgo la neve dura cambia in crosta non portante con sotto neve soffice, il canale è sempre più erto e, alla fine, permette di sbucare su di un ripiano poco sotto la vedretta. Un ultimo tratto piuttosto inclinato sulla sinistra ed eccomi, inondato finalmente dalla calda luce solare, sulla Vedretta Serana.
Verso le Cime VeneziaLa traccia continua sulla Vedretta SeranaLa vetta con il pendio di discesaInizio a percorrere il ghiacciaio ben ricoperto facendo un larghissimo giro a sinistra sotto i neri contrafforti della Punta Martello. Alla mia destra si apre la visuale su tutta la valle fino al Gran Zebrù
La traccia sotto le paretiL'alta Val Martello ed il Gran ZebrùLa vetta sembra non arrivare mai, il ghiacciaio è molto esteso e l'aggiramento molto ampio.
Poco sotto alla vettaFinalmente giungo alla forcella sotto la cresta dove posso lasciare gli sci per affrontare l'ultimo ripido tratto di cresta con picca al seguito
Il tratto ripido di cresta ormai scopertoLa cresta infine spiana e giungo alla splendida vetta dove posso rimirare il meraviglioso panorama un pò offuscato dalle nuvole, ma sempre stupendo.
La modesta croce di vetta con la cresta di salitaCima Venezia principale con alcuni scialpinisti in vettaPanoramica di vetta dalla Presanella all'OrtlesOra, tornato agli sci, faccio una breve pausa per poi iniziare la divertente discesa: nel tratto alto la neve è ancora abbastanza soffice, la sottile crosticina non disturba troppo e mi butto felicemente per il ripido pendio diretto che discenda dalla forcella. Man mano che scendo la crosta si fa sentire sebbene permetta ancora una sciata abbastanza dinamica.
Il ripido pendio che discende diretto dalla Vedretta SeranaCalata la pendenza, inizio a portarmi verso sinistra facendo dei lunghi traversi su pendii poco ripidi fino ad un risalto che affronto con prudenza perchè molto ghiacciato. Poi, con divertente sciata su firn lievemente mollato, taglio nuovamente verso le innumerevoli tracce che discendono dalla Vedretta Alta ricongiungendomi ad esse.
Sguardo indietro verso la vettaCon un ultimo taglio mi ritrovo poco sopra al Rifugio Martello
In arrivo al Rifugio MartelloDopo una meritata sosta con un piatto di canederli vista Cevedale, ricalzo gli sci per portarmi nell'ultrabattuto canale che discende sul fondo della Val Martello. Arrivato al fiume, risalgo a scaletta il classico falso piano della valle per poi discendere nuovamente verso il il Rifugio Corsi che supero velocemente calandomi a sinistra di esso affrontando il divertente pendio iniziale della Val Madriccio.
Nel piano sotto il Rifugio CorsiNel bosco verso il parcheggioCon un ultimo tratto di bosco, arrivo direttamente al parcheggio sci ai piedi chiudendo così questo splendido anello.
La Val Martello non delude mai ed è il simbolo di come il turismo può essere sostenibile: nonostante la totale mancanza di impianti e caroselli, il parcheggio è quasi sempre pieno, i 3 rifugi aperti invogliano la gente, che impara davvero ad amare la montagna (almeno secondo me )Difficoltà: BSA
Dislivello: 1300 metri
Neve: soffice/crostosa nella parte alta, poi firn
Scendendo in macchina non rinuncio a catturare due momenti di splendidi contrasti primaverili.
La bassa Val Martello con la Punta di LasaLa Punta di Lasa dalla Val Venosta