15.07.14
Nell'unico gap di bel tempo di questo mese, riesco a concedermi tre giorni di montagna. Il primo lo dedico alla tipologia di escursionismo che preferisco, la "ravanata in cresta". Addocchiata una bella linea sulla cartina tra la Punta Quaira e il Monte del Pascolo, decido di portarmi in Val Scaleres dove trovo parcheggio nel paesino omonimo.
ScaleresInizio dunque a percorre un pezzo di strada asfaltata fino all'imbocco del sentiero che porta verso Malga Zirmait: mi porto in quota tra strade forestali e suggestivi tratti di bosco dove trovo qualche piccolo finferlo
Nel boscoIdilliache baite con vista sulle OdleDopo un lunghissimo tratto su sterrato, raggiungo finalmente la Malga Zirmait dove sosto per un bicchiere di latte
Malga Zirmait e Punta QuairaIl sentiero riprende alle spalle della costruzione e risale un erto pendio colorato dai rododendri. Intercetto infine la larga dorsale che si dilunga verso la prima mèta: la percorro interamente fino alla grande croce già raggiunta in inverno.
Malga Zirmait verso le vette di confineLa Punta QuairaOdle e SassolungoVerso il Corno del Ceppo, la più alta vetta della traversataPunta QuairaDopo una meritata sosta in vetta, saluto il sentiero ed inizio a percorre la cresta in direzione della seconda tappa: il crinale è sconnesso ma facilmente percorribile. In breve sono sulla Cima di Valanga.
Dalla Cima di Valanga la cresta percorsaOra il crinale si fa più rognosetto e devo più volte passare sotto alle formazioni rocciose. La terza tappa è raggiunta, il Kaserbacherhornld.
Sguardo verso la Cima di ValangaInizio a percorrere il lungo tratto che mi separa dal Monte Livolo: la discesa alla Kaserscharte è abbastanza agevole mentre dall'altro lato noto che la cresta è piuttosto rocciosa. Raggiunte alcune cime minori, mi trovo davanti ad una breve paretina che si alterna a tratti di prato ripidissimo: con attenzione, usando parecchio le mani, vinco questo tratto infido per raggiungere così il Monte Livolo dove mangio mezzo panino per ristorarmi. Le nuvole ormai si sono compattate ma per fortuna rimangono piuttosto alte lasciandomi una bella visione su tutti i Sarentini e sul Lago Nero poco sotto.
La lunga cavalcata verso il Monte LivoloPunta Valcenai e Cima San GiacomoIl Lago Nero e la PfannespitzeIl Monte LivoloOttima visuale sul Picco della CroceIl tratto successivo è ripido ma più semplice e mi porta in breve alla Forcella Fana dove reincontro il sentiero: con facile salita segnata a tratti, raggiungo la cima più alta della traversata, il Corno del Ceppo.
La croce verso le OdleNubi nere sul Corno del CeppoAltra discesa ed altra vetta: conquisto così al Cima della Capra e di seguito il Corno Planca
Il Giss Lacken dalla Cima della CapraIn vetta al Corno PlancaDopo l'ennesima forcella, salgo alla Cima San Lorenzo.
Salendo a Cima San LorenzoIn vetta alla San LorenzoMi aspetta ora il lunghissimo tratto che porta all'ultima vetta. Il crinale è accidentato ma facilmente percorribile, la visuale dei prati inondati dalla luce pomeridiana con di sfondo le Dolomiti è uno spettacolo per occhi e cuore
I prati sopra LatzfonsLe Odle in corniceSuggestivo sguardo indietro su Cima San Lorenzo, Corno Planca e Cima della CapraFinalmente, su comodi prati ed usufrendo del sentiero, raggiungo l'ultima cima, il Monte del Pascolo, già visto anche questo in inverno. Da qui ho una visuale d'insieme sulle cime oltre ad uno splendido panorama sul Gran Pilastro appena uscito dalle nuvole
Monte del PascoloPanoramica delle Cime di ScaleresScendo ora al Rifugio Lago di Rodella dove mi fermo per una breve siesta e dove posso far spaziare lo sguardo sulla conca di Bressanone
Rifugio e Lago di RodellaBressanoneImbocco dunque l'incerto sentiero che mi riporta verso Scaleres: la traccia è poco visibile, le indicazioni quasi inesistenti segno che questo percorso viene usato di rado. La nota positiva sono degli splendidi laghetti che riflettono i colori dei rododendri.
Veduta dai laghetti al Gran PilastroCon tortuosa discesa che mette alla prova le gambe stanche, raggiungo finalmente il fondovalle dove devo forzatamente recuperare 100 metri di quota per raggiungere la macchina in paese.
Gita splendida in ambiente solitario anche su un pò monotono. Nessuna persona incontrata sul percorso, proprio come piace a me
Tempi: 12 ore
Sviluppo: 30 Km
Dislivello: 2700 metri