Vetta d'Italia, sullo sfondo il Pizzo dei Tre Signori Selig lancia la proposta di fare la
Vetta d’Italia m 2912. E' così detta per essere la cima più settentrionale sul suolo patrio, anche se in realtà la cima più a nord è la vetta “gemella” poco distante verso nord est di m 2837.
Angela decide di unirsi a noi. Sveglia infame per tutti, chi più chi meno, intorno alle 4. Alle 5 ritrovo a Trento e partenza per la
Val Aurina, che raggiungiamo dopo 2 ore e mezza di macchina.
Parcheggiamo a Casere 1582 e ci mettiamo in marcia con un freddo becco per una lunga strada forestale,
segnavia n. 13. Fa una certa impressione la consapevolezza di essere il più scarso della compagnia...
. Per non parlare dell’età...
Keher Alm, dove inizia il sentieroL’andatura è subito sostenuta nel tentativo di scaldarci. A
Kehrer Alm 1842 inizia finalmente il sentiero, che si inerpica sul costone con larghi zig zag.
A 1986 metri ecco la magnifica spianata di Lahner Alm, un posto davvero paradisiaco inondato di sole, coi prati di erbetta che sembrano campi di golf e il torrente che gorgoglia luccicante tra le anse.
La magnifica spianata di Lahner AlmPresso Lahner AlmAncora Lahner Alm vista dall'altoIl sentiero lastricato che sale al rifugio Brigata TridentinaAlta Val AurinaVedrette di LanaIl sentiero, lastricato di pietre, ora si alza di quota con una fitta serie di serpentine fino al bellissimo poggio dove sorge il
Rifugio Brigata Tridentina 2441, dove facciamo una sosta. Sopra di noi la mole grandiosa e spettacolare del
Picco dei Tre Signori 3498, con le sue vedrette di ghiaccio che precipitano a valle.
Rifugio Brigata TridentinaDal rifugio Vista verso Althusschneid SpitzPicco dei Tre SignoriRiprendiamo il cammino, ancora con il
sentiero 13 che cambia versante: con un lungo e panoramico traversone ci dirigiamo verso la Vetta d’Italia.
Il sentiero 13 verso la Vetta d'ItaliaIl facile traversone in quotaVista sulla Val AurinaIl Picco dei Tre Signori troneggia con la sua moleCima del Picco dei Tre SignoriA quota 2624 il sentiero si biforca, quello alla cima risale un canalone che diviene man mano sempre più ripido. Dopo un tratto di sfasciumi faticosi il sentiero si inerpica per
balze rocciose con tratti un po’ esposti, qua e là con qualche fune di appoggio.
L'infame canalone di sfasciumiSuperato un ultimo traversone esposto poco simpatico (vietato inciampare o scivolare o si vola!) siamo finalmente sulla
Vetta d’Italia 2912. Il panorama verso l’Austria è davvero grandioso: siamo circondati da ghiacciai e da splendide cime a noi per lo più sconociute. Fantastico
il grande lago Eissee che col suo azzurro spicca in una conca tra le pietraie.
Dalla vetta d'Italia, verso il Grossvenediger...Veduta verso Lago EisseeDopo una breve sosta decidiamo di spostarci a mangiare sulla cima vicina più a sud, il
Pfaffenschneid Kopp che è qualche metro più alta coi suoi 2918 metri. Mentre mangiamo facciamo il punto della situazione, in particolare la possibilità di fare un tratto dell’alta via
Lausitzer Weg (n 13). Non ce lo diciamo apertamente ma nessuno ha voglia di rifare il discesa il sentiero fatto in salita.
Decidiamo di provare il crinale che va verso la Testa dei Tauri e poi calarci a valle alla prima occasione praticabile per riprendere il sentiero n 13. Una traccia segnata sulla carta autorizza un certo ottimismo (del tutto malriposto, come scopriremo poi). Iniziamo a percorrere il crinale, veramente infame: è il solito ammasso di macigni instabili, che scendiamo lentamente e con una certa fatica, tra pietroni che “partono” improvvisamente e scivoloni sul terreno franoso. Metto un piede su una chiazza di neve che cede e infilo la gamba tra i sassi scorticandomi lo stinco. Dolore! Meno male niente di rotto... Potevamo evitare la ravanata? Figuriamoci...
Il crinale infame verso Testa dei TauriLa "comoda" cresta...Cerchiamo di perdere quota tra orrende pietraie per guadagnare la forcellaOltre al Picco dei Tre Signori, la presenza costante del RotzspitzeArrivati finalmente alla forcella, le ragazze scalpitano e vanno a fare la cimotta
Testa dei Tauri 2872, mentre io mi avventuro in discesa cercando di capire qual è il percorso migliore. Il versante è veramente infame: ripido inizialmente su coste erbose e ghiaino, poi le solite maledette pietraie. La traccia sull carta ovviamente non esiste!
Pietraie, pietraie e ancora pietraie...Ancora il Picco dei Tre Signori in tutto il suo splendoreGuadagno infine un costolone erboso quando mi raggiungono Angela e Selig. Qui affrontiamo un ripidissimo canalino erboso molto scivoloso:
Angela si fa un paio di suggestive “slittonate” col sedere, per fortuna senza conseguenze a parte le scorticate al deretano
.
Ancora una pietraia e finalmente raggiungiamo il sentiero sottostante. Ci tocca ora una salita di 100 metri di dislivello per raggiungere il
Rif. Vetta d’Italia 2567 (chiuso, è un vecchio distaccamento della Guardia di Finanza).
Il rifugio Vetta d'Italia, sullo sfondo lo ShuttalkopfLa precedente discesa, faticosissima, mi ha stroncato: mentre boccheggio e ingollo una barretta per tirarmi su, le fanciulle non ne hanno ancora abbastanza: prima raggiungono il vicino
Passo dei Tauri 2633 e quindi, già che c’erano, anche la cima
Schuttalkopf 2774. Nel frattempo la barretta per fortuna mi ha resuscitato e riparto di buon passo per il
bellissimo sentiero lastricato che porta fin sul fondovalle, dove ci ricongiungiamo.
Inizia la discesa per bellissimo sentiero lastricatoLa eterna discesa verso il fondovalleAll'andata era quasi buio, ora alla luce del tramonto possiamo vedere lo splendore della Val AurinaStrada di rientro verso CasereLuoghi fiabeschi...Ancora pochi km alla macchina, inondati di sole...Il logger ce l’avevo io quindi il chilometraggio registrato è 27 km, dislivello 1430 (1 km di sviluppo e 200 m di disl. in più per le assatanate). Davvero un gran bel giro, la Valle Aurina è bellissima, peccato sia così lontana!
Il percorso