Avevo studiato questo lineare giro ad anello sulla carta. Mi sembrava nelle mie possibilità e dopo aver chiesto informazioni a Livioz, che ringrazio, ho approfittato delle ferie per realizzarlo.
Partenza da Sella, dal parcheggio presso l’hotel Legno. Seguiamo la strada asfaltata fino alla tabella con segnavia 208 e cominciamo a salire. Il sentiero è subito piuttosto ripido e va su diritto nel magnifico bosco di abete bianco
(ma su questa affermazione vorrei conferma da chi conosce il luogo e la pianta...).
La salita concede poco respiro e sarà così per quasi tutta l’ascensione. Giungiamo alla solitaria radura della Lanzola, dove sorgono due baite, una aperta, l’altra - baita don Refatti - chiusa.
Attraversiamo verso sud la radura immersa nella rugiada del mattino e riprendiamo a salire. Davanti a noi si ergono a destra e a sinistra pareti rocciose
che nascondono il passaggio per entrare nel vallone del Kempel, ove dovremo transitare per raggiungere le quote superiori. La pendenza è sempre costante, ma il sentiero è ben tracciato, tenuto in maniera egregia e i primi mughi non creano alcun ostacolo.
La radura della Lanzola si allontana alle nostre spalle
Gradatamente il tracciato si porta da destra verso sinistra ed ecco apparire in alto uno stretto passaggio tra le alte pareti rocciose.
Penetriamo nella parte inferiore e più impervia del vallone, superando la strettoia iniziale con numerose serpentine. Poi il vallone si apre come un imbuto. Più in alto i primi ghiaioni che non saranno toccati durante la salita.
Il sentiero si riporta verso sinistra (est) ed attraversa un piccolo ma suggestivo boschetto di larici e mughi
e rimanendo sempre sotto le pareti di sinistra rimonta con pendenze assai sostenute il selvaggio vallone che si allarga sempre di più.
All’improvviso un rumore ci fa alzare lo sguardo verso la lontana parete opposta. Assistiamo allo spettacolo di un branco di camosci che passano al galoppo su una stretta cengia, attraversano un canalone franoso e ricompaiono tra i radi mughi che coronano le crode di fronte a noi.
Il sentiero lascia ora il vallone e giunge ad un erboso poggio panoramico, l’aia del Kempel,
lo attraversa in piano, risale al di là una costa erbosa e taglia poi orizzontalmente un secondo vallone, più aperto del precedente. A metà della traversata appare in alto una stretta forcella, preceduta da un ventaglio ghiaioso.
E’ la porta Trentina, che ritroveremo nella salita al Portule.
Altra serie di tornanti su terreno insidioso (terra umida ed erba) e finalmente entriamo nella valletta che conduce a porta Kempel. Il sentiero corre in alto, lungo il fianco del valloncello
e raggiunge il valico in leggera discesa.
Le inquietanti distese degli altopiani si aprono ai nostri sguardi verso sud.
Cominciamo la salita verso cima Portule. Mi aspettavo di dover passare dalla porta Trentina, cioè di trovare una bella depressione di cresta. Scopro invece che la bocchetta, ben visibile come tale da sotto, sulla cresta quasi scompare. Ma raggiuntala si ha subito un’idea della ripidezza del pendio sassoso che scende a nord.
In breve siamo sul Portule.
C’è poco da fermarsi, arrivano i nebbioni. Quindi giù
verso porta Renzola.
Seguendo poi fedelmente il sentiero di cresta, superiamo una dopo l’altra le varie quote. All’altezza dei vecchi impianti di c. Larici perdiamo la traccia e per evitare la mugaia assai fitta che riveste la larga cresta e nella quale passa il perduto sentiero, preferiamo scendere fino ai pascoli, dove tintinnano nella nebbia gli ultimi malinconici campanacci dell’estate.
Torniamo su a bocchetta Larici e riprendiamo il sentiero che ci guida a porta Manazzo.
Da qui una picchiata ci piomba nei tranquilli boschi della val di Sella. Un paio di strade forestali e siamo sulla provinciale, lungo la quale facciamo ritorno al parcheggio.