Durante le passeggiate tra le malghe dell'altopiano di Vezzena la cima del monte Verena ha sempre attirato la mia attenzione. Non mi sono però mai spinto al di là di malga Mandrielle.
Così ieri, in compagnia di Kobang e Charly, dopo aver lasciato la macchina poco dopo il confine

(osteria del Termine), ci incamminiamo verso malga Mandrielle, percorrendo la lunga strada forestale che dagli ombrosi boschi della val d'Assa porta ai luminosi pascoli della malga.
In direzione sud-est risaliamo su labili tracce - utile il GPS - il boscoso versante ovest della montagna, senza difficoltà particolari. Sono luoghi poco frequentati come mostra il sottobosco piuttosto disordinato. Dopo aver superato alcune radure, piombiamo nel piccolo comprensorio sciistico del Verena. Si vede la non lontana cima

e appaiono le piste.

L'ultima parte dell'itinerario risale la pista che si è mangiata anche il sentiero con segnavia.


Poco sotto la cima, fornita di rifugio (aperto),

la pista si impenna.

Dalla pianeggiante cima insolito, per me, panorama sui monti di Vezzena.
Portule

Manderiolo

Passo Vezzena

Il profondo solco della val d'Assa

La cima è occupata dall'imponente forte Verena, da cui, dice la storia, partì il primo italico colpo di cannone verso gli altopiani austro-ungarici (maggio 2015). Pur non godendo di ottima salute, il forte è visitabile liberamente senza pericolo (alcuni locali non sono accessibili). Da prestare attenzione al versante est che precipita in val d'Assa con un bel saltino. Alcune foto.




L'apertura di un impianto porta su un certo numero di turisti.

Non mancano i rampichini, molti dei quali elettrici. Li ritroviamo in discesa lungo la pista.

A ritroso lungo il percorso di salita in boschi di smeraldo


rientriamo alla macchina.