Autore Topic: «I boschi trentini? Meglio quelli austriaci»  (Letto 4519 volte)

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Gian Carlo Cozzio: «Ritrovarsi nel bosco è un'esperienza unica, in particolare per chi sappia apprezzare tutto quello che il bosco può dare. Il turista probabilmente non è a conoscenza, come un montanaro, di tutti i segreti che un bosco nasconde e si ferma all'aspetto estetico. Un montanaro però dovrebbe avere una consapevolezza maggiore e chiedersi se il bosco in cui si trova sia un bel bosco o no. Se il bosco in questione si trova nella Magnifica comunità di Fiemme, in Alto Adige, in Austria probabilmente si tratta veramente di un bel bosco ma se si trova nel mezzo della valle Rendena, un occhio attento non può non notare un certo degrado che definire vergognoso è riduttivo. Perchè?»

da L'adige 31/08/2010 15:25
L'INTERVENTO DI GIAN CARLO COZZIO
 
«Forse bisogna ringraziare il sistema di mala gestione del nostro corpo forestale. Il bosco è un patrimonio immenso da qualunque lato lo si guardi: dal lato paesaggistico, culturale, turistico e non da ultimo economico in quanto il legno è una materia preziosa, una risorsa che si rinnova naturalmente. Bosco non è sinonimo di luogo selvaggio e va quindi gestito in modo corretto. La modalità del taglio nella nostra provincia è detta «a selezione».
Tale anomalo sistema lo si voleva esportare anche in Alto Adige ma, chissà perché, non è stato mai accettato! Mi ricordo di un ispettore della forestale, stimatissimo, che nel lontano 1960 operava a Vipiteno e propose anche lì questa particolare metodologia, fu inutile perché da secolare esperienza la bocciava senza appello e per mille ragioni diverse. In Alto Adige, ma anche in tutto il resto d'Europa il taglio delle piante, quando hanno raggiunto la maturazione, viene eseguito «a settori» con il taglio completo della zona assegnata e si lasciano intatte le altre zone che non sono destinate al taglio, così facendo si predispone il terreno al suo ciclo naturale. La pianta tagliata viene trascinata completa di ramatura sulla strada o pista di esbosco, qui viene meccanicamente sramata, sezionata, in questo modo tutto il materiale «non da opera» viene immediatamente recuperato e trasportato a valle quale preziosa ed economica fonte energetica (bio centrali termiche).
Con questo sistema il terreno viene smosso e quindi predisposto per una naturale nuova seminazione, il risultato è che nel giro di due, tre anni ricrescono spontaneamente nuove piantine di abete rosso, abete bianco e di larice, pianta che non cresce in assenza di luce. Il bosco quindi si rigenera velocemente in modo naturale. Da noi, quando si deve effettuare un taglio, gli esperti forestali entrano nel bosco e decidono quale pianta va tagliata e quale no, secondo il principio che: «dopo il taglio non si dovrebbe nemmeno notare il prelievo». Capita per esempio che due piante cresciute in simbiosi (una vicina all'altra), una venga tagliata e l'altra rimanga al suo posto. Gli svantaggi di questo sistema di taglio sono evidenti e non è questa la sede per elencarli tutti nel dettaglio, mi limiterò ai principali: Questo sistema provoca un continuo sfoltimento del bosco e è causa di moltissimi danni: innanzitutto, per quanta attenzione si possa fare, moltissime piante non soggette al taglio vengono danneggiate dalla caduta delle altre e diventano soggette a marcimenti e deperimento, tanto che dopo pochi anni si deve ritornare in quella zona per effettuare un nuovo taglio di queste piante senza un futuro.
Il vento in qualsiasi bosco diradato acquista più forza e sradica con facilità le piante che maggiormente gli oppongono resistenza, in particolare quelle cresciute in simbiosi e prive del sostegno della pianta gemella. Alla lunga rimangono nel bosco solo alcune grandi piante con una folta ramatura che creano sotto di loro una zona arida, praticamente morta perché non può filtrare la necessaria luce. Spesso molte belle piante finiscono il loro ciclo in piedi e, non tagliate, cominciano a marcire all'interno così che il legno perde notevole valore. Nel bosco dove si effettua questo tipo di taglio rimangono sempre ramaglie e pezzi di tronco marci che contribuiscono a creare un terreno inattivo per decine di anni che rappresenta una ottima coltura per insetti e tarli dannosissimi per il legname.
In questo caos boschivo spesso spariscono gli antichi sentieri e strade ingombrati da trappole ramose, e pur essendoci un particolare capitolato con il deposito di una cauzione, non viene dalle ditte appaltatrici del taglio osservato e cosa più grave, come mi viene riferito da un amministratore proprietario del bosco, la forestale dà il bene placido per il recupero della cauzione depositata, senza che siano rispettate le norme! Tutto ciò si riflette in un danno economico forte per i proprietari dei boschi. Il legno che presenta difetti o marciscenze viene «tarizzato», cioè se ne toglie, per il pagamento una certa percentuale. La media di queste percentuali in Austria, Germania e Alto Adige è del 1,2/1,8%, la nostra è dell'8/12%. Ma il danno economico non si ferma qui: il costo del taglio e dell'esbosco con il sistema da noi adottato è del 35% superiore a quello adottato altrove. Riassumendo, la perdita di valore per l'ente proprietario è circa del 30%!
Queste considerazioni avrebbero bisogno almeno di una seria riflessione da chi legifera sui nostri boschi. Queste osservazioni sono condivise da tutte le persone, amministratori, agenti con cui ho di frequente rapporti, e non ho mai incontrato una persona che condivida questo sistema sconsiderato di taglio. Concludo ricordando un episodio significativo. Mi trovavo in Austria con una delegazione italiana del settore legno ed eravamo in un bellissimo bosco a osservare il sistema di taglio delle piante che il capo forestale ci stava spiegando, quando una persona del nostro gruppo, molto «vicina» alla nostra provincia cercò di spiegare all'esperto il nostro sistema selettivo sostenendo che in quel modo il legname diventava più bello.
L'espressione sul viso del forestale austriaco, che nel frattempo si era girato verso di me, non la potrò mai scordare.
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Offline radetzky

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Re: «I boschi trentini? Meglio quelli austriaci»
« Risposta #1 il: 08/09/2010 18:26 »
per quanto ho notato io bazzicando da anni i medesimi posti, anche se non sono un esperto del settore, devo dire che è vero che dove tagliano una superficie le piantine nuove crescono con una densità impressionante, sembra ce le abbiano seminate e ciò è probabilmente dovuto alla luce ed alla ventilazione che ricevono. E, soprattutto, i boschi sono puliti ovvero i residui del taglio vengono asportati e bruciati nelle centrali a biomasse. Anche nell'alto Friuli è così.
Se c'è una cosa che mi fa incazzare come una iena è perdere la traccia di un sentiero a causa del taglio del bosco e dei rami abbandonati sul posto, un vero schifo  >:(  
Altra precauzione saggia che ho notato solo in Austria e Svizzera è che dove le pendenze sono notevoli quando tagliano un'area lasciano comunque circa mezzo metro di tronco evitando così che le slavine,in inverno, trovino un'autostrada aperta.. 
« Ultima modifica: 08/09/2010 18:30 da radetzky »
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Offline Claudia

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Re: «I boschi trentini? Meglio quelli austriaci»
« Risposta #2 il: 08/09/2010 18:28 »
L'espressione sul viso del forestale austriaco, che nel frattempo si era girato verso di me, non la potrò mai scordare.
Forse è la stessa che c'è sulla mia, di faccia, anche se non sono un'esperta... le motivazioni e le spiegazioni addotte sembrerebbero pertinenti... e se i numeri sono veri, dovremmo pensarci a cambiar metodo, no?

PS: io la cosa delle ramaglie lasciate in giro nel bosco dopo il taglio degli alberi, coprendo così tracce di sentiero (ed anche forestali) l'ho sperimentata diverse volte! e se la forestale, benchè "sporca" , risulta visibile, il discorso è un po' iù complicato per le tracce di sentiero un po' deboli...

Offline Claudia

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Re: «I boschi trentini? Meglio quelli austriaci»
« Risposta #3 il: 08/09/2010 18:29 »
per quanto ho notato io bazzicando da anni i medesimi posti, anche se non sono un esperto del settore, devo dire che è vero che dove tagliano una superficie le piantine nuove crescono con una densità impressionante, sembra ce le abbiano seminate e ciò è probabilmente dovuto alla luce ed alla ventilazione che ricevono. E, soprattutto, i boschi sono puliti ovvero i residui del taglio vengono asportati e bruciati nelle centrali a biomasse. Anche nell'alto Friuli è così.
Se c'è una cosa che mi fa incazzare come una iena è perdere la traccia di un sentiero a causa del taglio del bosco e dei rami abbandonati sul posto, un vero schifo  >:( 
quoto completamente! abbiamo risposto la stessa cosa!

Offline AGH

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Re: «I boschi trentini? Meglio quelli austriaci»
« Risposta #4 il: 08/09/2010 18:43 »
io non sono un esperto e non so se sia meglio il modello trentino o austriaco. I nostri boschi comunque, salvo eccezioni, non mi sembrano troppo ben tenuti. Spessissimo dopo il taglio sono lasciate sul posto ramaglie a tonnellate... Per dire qui in giro nel pinetano, a distanza di due anni dalle grosse nevicate che hanno fatto molti danni nel bosco, ci sono ancora migliaia di piante abbattute, in alcuni zone il bosco è letteralmente impraticabile... E parli di boschi comodi serviti da strade e stradelle, dove sarebbe facile pulire... mah.
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Offline Claudia

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Re: «I boschi trentini? Meglio quelli austriaci»
« Risposta #5 il: 08/09/2010 18:50 »
io non sono un esperto e non so se sia meglio il modello trentino o austriaco. I nostri boschi comunque, salvo eccezioni, non mi sembrano troppo ben tenuti. Spessissimo dopo il taglio sono lasciate sul posto ramaglie a tonnellate... Per dire qui in giro nel pinetano, a distanza di due anni dalle grosse nevicate che hanno fatto molti danni nel bosco, ci sono ancora migliaia di piante abbattute, in alcuni zone il bosco è letteralmente impraticabile... E parli di boschi comodi serviti da strade e stradelle, dove sarebbe facile pulire... mah.

e poi magari la legna e i residui sono cmq utilizzabili no?

Offline kobang

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Re: «I boschi trentini? Meglio quelli austriaci»
« Risposta #6 il: 09/09/2010 07:59 »
L'analisi fatta da Cozio e le considerazioni sul 3d sono più che giuste.Lo stesso tipo di lavoro viene da sempre praticato in NuovaZelanda dove lo sfruttamento del legname è voce fondamentale del bilancio!Qui da noi il sistema è fortemente sostenuto proprio dalle ditte cui è appaltato il taglio:il motivo stà nella particolare contabilità che ne deriva che permette loro di lucrare senza farsi carico del ripristino dell'area di taglio e dal fatto che il taglio di selezione ha reso i boschi meno ricchi di pante di pregio.La giacenza dello scarto da sramatura e di quanto viene giù dalle piante vicine è una delle cause di impoverimento del suolo boschivo che per anni non respira e non permette la normale varietà di sottobosco.In altre zone è diffuso l'impiego della biomassa per centrali termiche,da noi no e quindi il materiale di risulta non ha valore.Poi ci sono le mutate condizioni del clima per cui il compostaggio dei rami al suolo è di fatto più lento e parziale.Non ultima considerazione quella dei rischi di incidente.Anche gli ultimi morti sono dovuti all'effetto domino di una pianta tagliata sulle altre vicine;allo stesso modo il tronco può essere deviato dalla traiettoria imposta dal taglio.Il taglio a terra nuda è più razionale,meno rischioso.
Alla fine col taglio selettivo ci troviamo un habitat molto più compromesso,meno fruibile e, non in ultimo, a maggior rischio di incendio.

Offline radetzky

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Re: «I boschi trentini? Meglio quelli austriaci»
« Risposta #7 il: 09/09/2010 10:38 »
La giacenza dello scarto da sramatura e di quanto viene giù dalle piante vicine è una delle cause di impoverimento del suolo boschivo che per anni non respira e non permette la normale varietà di sottobosco.In altre zone è diffuso l'impiego della biomassa per centrali termiche,da noi no e quindi il materiale di risulta non ha valore.

a proposito delle centrali termiche a biomassa ripropongo quanto sono riusciti a fare in Austria ad un tiro di schioppo dal confine !
http://www.energie-autark.at/rte/upload/pdf/energieautark_koetschach-mauthen_informationen_detailliert_italienisch.pdf

Il giorno che riusciremo a fare qualcosa di analogo nel nostro paese sarà sempre troppo tardi (qualcosa c'è, guarda caso, solo in SudTirolo ed in Friuli ma non un sistema completo che garantisce quasi l'autonomia energetica ad una grossa cittadina di montagna)
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Re: «I boschi trentini? Meglio quelli austriaci»
« Risposta #8 il: 14/09/2010 07:52 »
domenica salendo al Pastronezze mi è venuta in mente questa discussione vedendo lo sfacelo del bosco dopo il "taglio alla trentina"....
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Offline radetzky

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Re: «I boschi trentini? Meglio quelli austriaci»
« Risposta #9 il: 14/09/2010 08:34 »
domenica salendo al Pastronezze mi è venuta in mente questa discussione vedendo lo sfacelo del bosco dopo il "taglio alla trentina"....

in queste circostanze l'istinto è di girarmi e cambiare itinerario: ed in molti luoghi non sono + tornato... >:( :(
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« Risposta #10 il: 14/09/2010 08:42 »
in queste circostanze l'istinto è di girarmi e cambiare itinerario: ed in molti luoghi non sono + tornato... >:( :(

tra l'altro, non di rado, le ramaglie invadono o nascondono le tracce o addirittura il sentiero!  >:(
Comunque, da quel che ho capito, il sistema trentino (taglio selettivo) non sarebbe peggiore di per sè, ma è peggiore di quello austriaco (a settori) perché, per le solite questioni economiche, qui da noi viene fatto spesso male. Le imprese che fanno l'esbosco portano via il legname pregiato e lasciano sul posto gli scarti, che costerebbe tempo e denaro rimuovere  >:(
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Offline radetzky

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Re: «I boschi trentini? Meglio quelli austriaci»
« Risposta #11 il: 14/09/2010 09:13 »
per le solite questioni economiche, qui da noi viene fatto spesso male. Le imprese che fanno l'esbosco portano via il legname pregiato e lasciano sul posto gli scarti, che costerebbe tempo e denaro rimuovere  >:(

esatto ! 
Il problema di base non è il tipo di taglio (anche se quello "a zero x settori" sembrerebbe dare migliori risultati) ne il Trentino (avviene la stessa cosa anche in Lombardia, ad esempio): il problema di base è che in questo paese ognuno fa quel che vuole fregandosene altamente del prossimo (e figuriamoci della natura che, anzichè essere considerata un bene comune, è considerato terra di nessuno !), chi dovrebbe controllare non controlla e, soprattutto, NESSUNO paga per i propri errori e la responsabilità non è MAI di nessuno !
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Offline jochanan

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Re: «I boschi trentini? Meglio quelli austriaci»
« Risposta #12 il: 14/09/2010 15:19 »
già mio padre, che non se ne intendeva, magnificava i boschi austriaci rispetto a quelli italiani... A parte le ovvie considerazioni sui maggiori guadagni delle ditte, credo che ai forestali si insegni proprio, passandolo per il più ecologico, scientifico, ecc. solo il taglio all'italiana.
il mondo sarebbe veramente noioso senza le montagne (E.Kant, mi sembra, che tra l'altro è sempre vissuto in pianura)

Offline athanatos

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Re: «I boschi trentini? Meglio quelli austriaci»
« Risposta #13 il: 14/09/2010 20:46 »
Ogni forma di governo del bosco presenta vantaggi o svantaggi, ed è figlia di una concezione e di una prospettiva diversa sul territorio.
L'aspetto "ordinato" e pulito è piuttosto consueto nei paesi germanofoni o anglofoni, in cui è radicata l'idea di landschaft o landscape, inteso non strettamente come da traduzione (paesaggio), l'aspetto più caotico invece può essere figlio di concetti di ingegneria naturalistica (o anche solo di incuria). Ancora, il trattamento con taglio a raso si può pensare figlio di una mentalità più "industriale", laddove il trattamento con taglio selettivo o per pedali si può pensare figlio di una selvicoltura "naturalistica".
Io onestamente sono per l'approccio "naturalistico", che, come da parola, tende ad imitare la natura. Questo consente di evitare per esempio la crescita di popolazioni troppo omogenee sia come genotipo sia come distribuzione per fasce d'età. Un bosco variegato è naturalmente più resistente e resiliente di uno con individui tutti simili.
Certo, a volte il governo secondo principi naturalistici può sfociare nel senso d'abbandono...
 
I monti sono maestri muti e fanno discepoli silenziosi. - J. W. Goethe
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