In vetta al Monte Agnello, sullo sfondo Lagorai e Cima d'Asta
Entusiasmante escursione in una zona che conoscevo poco, in parte del tutto ignota: il sottogruppo del
Monte Agnello, nel
Latemar. La
Valle di Fiemme tra Molina e Tesero è dominata da una montagna caratteristica, il
Cornon, che svetta imponente col suo dirupato e selvaggio versante ovest. Da ragazzino (i miei avevano una casetta a Propian proprio sotto al Cornon), partivo per il micidiale ed ertissimo canalone di
Scandolagia, senza sentieri ma solo con vaghe tracce, arrivando fino in vetta. Dopo oltre 40 anni decido di tornare ad esplorare meglio la zona.
Il selvaggio versante ovest del Cornon
Parcheggiamo a Tesero nei pressi dell’
agritur Darial m 1115, e prendiamo il magnifico
sentiero 518 per il
Sass Redon. Inzialmente sale abbastanza gradualmente per un bel spallone boscoso di pini e abeti, col sottobosco coperto di erica, poi si inerpica ripidissimo per un canalone che non lascia tregua. Il sentiero è davvero erto ma senza difficoltà. Arrivati al Sass Redon, oltre la vegetazione ad alto fusto il panorama inizia a farsi grandioso sulla Val di Fiemme che, pure senza neve in questo periodo, si mostra in tutto il suo splendore.
Vista sulla Val di Fiemme
Veduta sul Cucal in primo piano, Corno Nero e Corno Bianco sullo sfondo
Cima del Cornon
Con un traverso finale a tratti leggermente esposto su costoni ripidi si arriva alla croce del
Cornon 2189, un punto panoramico ampio e pianeggiante a sbalzo sul fondovalle da levare il fiato. Il giro che abbiamo in mente è ambizioso: un ampio itinerario che abbraccia tutto il massiccio da ovest a est. Anzi forse un po’ troppo ambizioso visto che alle 17 fa buio.
In vetta al Cornon: ma siamo solo all'inizio del giro
Le praterie e mugaie dietro al Cornon
Salita al Doss dei Branchi
Vista sulle Pale di S. Martino
Dopo aver assunto qualche informazione da un indigeno, decido un leggero accorciamento. Dopo una mini sosta
riprendiamo la marcia verso il Monte Agnello. Rimontiamo la dorsale del
Dos dei Branchi e per bel sentiero in costa arriviamo alla elevazione dei
Censi 2215 (salendo 100 metri di dislivello agratis che ci potevamo risparmiare).
Dal Doss dei Branchi verso il Latemar, a dx la dorsale del Monte Agnello
Dal Doss dei Branchi verso Corno Nero, Corno Bianco, Pala di Santa
Il bellissimo "Baito La Bassa", sempre aperto
Raggiungiamo quindi l’
ampia insellatura La Porta, dove iniziamo la salita per il
M. Agnello 2358 che raggiungiamo senza difficoltà per un costone erboso. Anche da qui, con una vista a dir poco grandiosa.
In vetta al Monte Agnello: sullo sfondo a sx Corno Nero, Corno Bianco, Pala di Santa
Vista verso Fassa, al centro la Catena di Bocche occidentale col Mulat, e più indietro Cima Viezzena, a dx le Pale
Cima Monte Agnello con lo sfondo della Catena del Lagorai
Ci restano ancora poche ore di luce, quindi scendiamo per il crinale fino al sottostante e magnifico
Baito Valbona 2194, bivacco sempre aperto in posizione assolutamente favolosa con vista sulla
Catena del Lagorai. Rinunciamo alla cresta fino a
Cima Pelenzana che avrebbe allungato troppo il percorso.
Il magnifico Baito Valbona, sempre aperto
Ultime luci del tramonto: scendiamo verso sud in direzione Saline, per la comoda dorsale
Con
sentiero 509 scendiamo quindi dritti verso sud fino a
Saline, dove un bellissimo stradello,
segnavia 510, ci riporta fino al
Baito Casera vecchia 1780. Poco sotto troviamo uno dei roccioni con le famose “
scritte dei pastori” risalenti a qualche secolo fa, assai diffuse in tutto il gruppo del Cornon.
Le antiche scritte dei pastori sulle rocce
Ormai è quasi buio ma siamo al sicuro sul sentiero che percorre la discesa eterna nell’impluvio di una specie di
canyon che, per quel poco che possiamo vedere alla luce delle frontali, appare davvero suggestivo.
Cala la notte, ma abbiamo le indispensabili frontali
Quindi con
sentiero 510 su strada forestale
rientriamo a Tesero dove abbiamo l’auto. Giro magnifico, piuttosto lungo e impegnativo per sviluppo e dislivello ma privo di difficoltà tecniche, pressoché desertico nella parte orientale (abbiamo incontrato solo alcuni cacciatori), con panorami meravigliosi. Sviluppo 20 km, dislivello m 1350.
Il percorso