Avisio visto dal Maso dei Michei
Ci sarà un passaggio sull’Avisio da
S. Leonardo (Lisignago) fin
sotto al Doss per uscire nella golena verso la gola di
Camin? Questo tratto mi mancava, ma ho una buona dritta da Daniela Fontana di Maso Besleri che mi dice di aver fatto un sentiero anni fa. Ci sarà ancora? Decido di andare a vedere. Dalla ripida strada agricola sotto la
chiesetta di S. Leonardo in effetti una mulattiera si stacca dal tornante per scendere verso il fiume. E' abbastanza percorribile, a parte l'ultimo tratto con la solita
boscaglia micidiale di rovi. Qualche scorticata alle braccia ma passo senza troppi danni.
Crocefisso sotto il Doss con la chiesetta di S. Leonardo
La forra sotto S. Leonardo, si riesce a raggiungere ma non si può andare né a valle né a monte per le rive troppo ripide
Nella boscaglia con gli onnipresenti muretti a secco
Ramo dell'Avisio con laghetto di sabbie mobili
Ora sono sul fiume, a valle non si scende quindi provo a risalire:
impossibile seguire la riva per via della vegetazione, ma c'è un ramo secco dell'Avisio nella foresta, con fango, pietre e un
laghetto di sabbie mobili (!). Avanzo lentamente superando un po' di schianti, ma niente di proibitivo.
Lungo il ramo secco dell'Avisio, avanzando verso monte
Eccomi sull'Avisio
Uovo di dinosauro?
Mi inoltro per la golena
L’ambiente è selvaggio e fa un caldo bestia, risalgo il canale dove il silenzio è rotto solo dal verso di una moltitudine di uccelli. Un paesaggio amazzonico come tanti altri visti sull’Avisio. Sbuco quindi con gioia sull'ampia spiaggia pietrosa della grande golena dove
l'Avisio si divide in ben 4 rami. Qui circola un po' di brezza e l'afa più sopportabile. Tento di risalire ancora. Costeggio la riva malagevole invasa da boscaglia, schianti, macigni pericolanti. Un po' di duro ravanamento e sono incredibilmente dall'altra parte, più facilmente del previsto.
Nella jiungla della golena
Per fortuna nell'interno della golena ci sono banchi sabbiosi dove si riesce a passare meglio
Angusti passaggi nella vegetazione lussureggiante: forse di pescatori, cacciatori o animali
La pozza delle bisce: viste parecchie ma non sono riuscito a fotografarne nemmeno una perché schizzano via come missili
Conglomerato di minerali vari
Come nella jungla
Risalgo la riva evitando la vegetazione più fitta
Sguardo indietro verso valle, col promontorio aggirato lungo la riva
Sono ora nella grande golena sotto Scaluccio, che già conosco. Ci sono stato mesi fa in primavera, ora la vegetazione è letteralmente “esplosa” e sembra veramente di essere in qualche ramo amazzonico del fiume Orinoco. Nei tratti aperti
la boscaglia arriva fino al mento, è brutto infilarsi nella vegetazione ostile e spesso spinosa, sperando di non prendersi l’ennesima zecca.
Attraversare questa boscaglia che ti arriva al mento non è bello...
Verso la forra
Pietre multicolore sulla spiaggia
Arrivato alla forra, devo tornare indietro, impossibile proseguire
Cerco di sfruttare le tracce degli animali nell’interno della golena, dove ci sono rivoli d’acqua nei banchi sabbiosi, il tutto sepolto sotto una boscaglia temibile. Arrivo fino alla forra insuperabile, un posto bellissimo che già conosco. Quindi torno indietro, rintraccio il vecchio maso già visto in una precedente esplorazione e risalgo verso monte con una ripida strada agricola.
L'antico maso sepolto nella vegetazione
Riemergo dal fondovalle risalendo ripide strade agricole
Sguardo verso l'Avisio appena risalito
Maso dei Michei, disabitato: è adibito a deposito attrezzi
Le vigne stracariche d'uva
Ritorno alla Chiesetta di S. Leonardo
Contrasto: la valle saccheggiata dalle cave, ora in crisi nera, sul versante opposto, la prosperità delle vigne da questa parte
Quindi rientro a
Lisignago per altre stradale agricole tra le
vigne stracariche di uva, sotto una canicola che mi ha prosciugato ogni energia. Sembra incredibile ma con questa escursione credo di essere vicino ai 400 km complessivi a piedi sull'Avisio, nell'arco di tre anni. Anche stavolta l'Avisio mi ha regalato natura e bellezza a profusione.
Il percorso