Lungo la Golena sotto Albiano, verso la forra di S. Leonardo
Dopo aver esplorato
l’antica viabilità dell’Avisio, un lavoro che è durato circa 3 anni con 400 km a piedi su entrambe le rive, dalla diga di Stamentizzo fino alla foce a Lavis, tutti mappati col GPS, mi sono dedicato alla ricerca e all’
esplorazione delle golene: ambienti fluviali bellissimi e ricchi di fascino, dove la natura è selvaggia e primordiale, in continuo mutamento. Di solito le golene sono abbastanza difficili da raggiungere perché l’Avisio è un torrente ostico, incassato in forre e con le rive spesso molto scoscese.
L'Avisio, tanto bello quanto difficile da avvicinare
Infatti non si incontra mai nessuno: al massimo qualche pescatore del posto. Turisti zero.
Per scovare le golene è necessario lo studio preventivo del territorio e la pianificazione a tavolino: sono utili le
foto aeree/satellitari con cui scrutare il fiume metro per metro, cosa altrimenti impossibile via terra, perché molte golene restano nascoste alla vista tra la boscaglia fitta e le pareti a picco.
Ortofoto con la traccia GPS in rosso
Anche le
immagini “LIDAR" (disponibili sul portale GIS del Trentino) sono ottime per studiare la morfologia del terreno e per cercare, in mancanza di sentieri, gli accessi meno impervi. Questa tecnologia si basa, spiegata grossolanamente, su un
apparecchio laser posto su un aereo che invia impulsi laser verso terra: la misurazione del tempo trascorso tra l'emissione dell'impulso e la ricezione del segnale di riflesso determina la morfologia del territorio (il principio è simile a quello dei pipistrelli, che però usano ultrasuoni invece di impulsi laser). Modulando la lunghezza d’onda delle emissioni laser, è possibile
“vedere” la superficie del terreno perfino attraverso la vegetazione, come se fosse nudo. Sentieri e vecchie mulattiere sepolte nella boscaglia, diventano così subito evidenti.
Immagine LIDAR, in rosso la traccia GPS. Si notano perfettamente i campi terrazzati
Naturalmente una volta sul posto c’è poi da fare i conti con la vegetazione “reale”:
dopo mezzo secolo di abbandono, sentieri e mulattiere possono essere scomparse o del tutto impraticabili. Di solito è meglio provare a seguire una traccia piuttosto che avanzare alla cieca in un territorio difficile con forre, salti di roccia e burroni. Dopo la “scoperta” del tutto casuale della
fantastica Golena di Barco con il suo grande spiaggione di sabbia finissima, mi ero così entusiasmato che avevo deciso di cercarne delle altre. Per ampiezza e bellezza, quelle di Barco e Barco di Sotto sono “al top”, ma anche
questa a nord di Albiano che descrivo stavolta è tra le più belle viste finora.
Le spiagge sabbiose della golena
Qui l'Avisio si divide in ben 4 rami, in alto sul costone il Maso abbandonato "dei Michei"
Pozza d'acqua nella golena: qui di solito si incontrano bisce, rane, rospi in gran quantità...
Nella golena tra pietre e banchi di sabbia
In questa zona per fortuna esiste una
stretta e tortuosa strada di campagna che, da
Albiano, scende fino a quota m 400,
appena 100 m di dislivello dall’Avisio, che evita un lungo avvicinamento a piedi. Parcheggio la macchina presso
tre grandi rustici circondati da vigneti (loc. Al Maso) e prendo la strada agricola che scende verso l’Avisio. Incontro
un paio di rustici isolati e malandati, poi sono finalmente sulla golena.
Loc. al Maso
Maso abbandonato
Antichi masi circondati dalle vigne
La piena di fine ottobre ha ammassato tonnellate di detriti legnosi, che supero in qualche modo, quindi avanzo verso valle. Con mia grande sorpresa scopro una
grande golena sabbiosa, bellissima, che costeggia il fiume. La percorro con voluttà, fino ad un’ansa dove l’Avisio compie una curva costretto da dei roccioni. Ecco son fregato, mi dico quando avvisto la riva a picco sul fiume. Guardando meglio però, scorgo
un passaggio poco a monte nella boscaglia. Mi arrampico brevemente e riesco a scendere nella golena più a valle, un altro tratto spettacolare. Grandi distese di pietre e banchi sabbiosi si allungano fin quasi alla
forra sotto la Chiesetta di S. Leonardo. Percorro la riva quasi incredulo, raramente si riesce a camminare lungo il fiume per un tratto così lungo.
La grande golena sabbiosa
Verso la forra di S. Leonardo
I "soliti" bellissimi sassi multicolori sulle rive
Superati i roccioni, sono nella golena più a valle: mi guardo indietro...
Nella selvaggeria...
Verso la forra...
Un bellissimo conglomerato di pietre
I banchi di sabbia finissima
Frana sulla riva
E qui tocca fermarsi... ora torno a monte a esplorare la golena superiore
Arrivato poco prima della gola, l’Avisio si biforca ed è impossibile proseguire: si infila lento e maestoso tra le due alte pareti di roccia e devo lasciarlo “andare” ancora un volta. Sono comunque soddisfatto perché ho percorso un tratto piuttosto lungo. Ora voglio provare a risalire la golena verso monte: supero lo sbarramento di detriti e sono di nuovo tra spiagge di sabbia e pietre... una coppia di aironi cinerini si leva in volo, il fiume scorre frusciando nella gola selvaggia, è come essere nella preistoria… Che spettacolo!
Torno verso monte
Ansa di acqua calma
La forra verso monte
Avanzo fino all’ingresso di un’altra magnifica gola, con un grande salice sospeso sull’acqua che scorre placidamente nella forra. Un altro luogo magico. Anche qui le pareti verticali mi sbarrano il passo. Mi fermo un po’ a fare foto e ad estasiarmi di tanta bellezza. Mi rendo conto ancora una volta che non riuscirò mai con la parola e le foto a rendere pienamente giustizia alla incredibile meraviglia che è l’Avisio.