Ancora una entusiasmante esplorazione, la decima, lungo il magnifico Avisio
Quando abbiamo iniziato questa avventura di
mappare l’Avisio da Molina di Fiemme a Lavis per cercare un percorso di
trekking fluviale, pensavamo di cavarcela con 3 giornate al massimo. Invece siamo alla decima giornata di esplorazioni, e ancora non abbiamo finito!
Il percorso grossomodo è stato tracciato, ma si è rivelato molto più ostico del previsto, dovendo ipotizzare diversi cambi di sponda nelle forre rocciose dove non è possibile in alcun modo passare a piedi. Oggi esploriamo la riva dx orografica nel tratto tra
Rover, sotto Capriana, e la diga di Stramentizzo verso est, quindi verso ovest fino a
Maso Conti.
La frazione semiabbandonata di Rover vista dal Maso ai 4 venti
Natura selvaggia e un ambiente naturale ancora incredibilmente integro
Dopo aver parcheggiato lungo la strada provinciale, scendiamo a piedi per la vecchia strada selciata che conduce all’incantevole
frazione di Rover, che sorge su ampi terrazzamenti inondati di sole. Una meravigliosa oasi di pace in mezzo alla natura.
La frazione è in gran parte abbandonata, ci sono diverse vecchie case, bellissime, cadenti o già ridotte in ruderi. Nella frazione resistono alcuni indigeni, che la abitano più o meno stabilmente, specie nella stagione buona, curando la campagna e i boschi circostanti. Uno è addirittura un trentino emigrato di ritorno, tornato alla terra natìa addirittura dall’Australia. Quante belle storie di vita si incontrano girovagando lungo il fiume…
Scendendo verso il fiume: nei boschi gli onnipresenti muretti a secco, segno di un'antica frequentazione dell'uomo
L'incantevole frazione semiabbandonata di Rover
Quelle poche persone che incontriamo sono molto ciarliere, sarà perché di qui non passa mai nessuno. Arriva con un vecchio trattorino che traina un rimorchio di legna,
Michelangelo Ceolan (“non Buonarroti” precisa subito, ridendo) che sta facendo lavori in campagna. Ferma il trattore, è quasi un fiume in piena: ci racconta dei tempi passati quando la frazione era abitata da diverse famiglie, con molti figli. Ci mostra il suo bel maso, “il primo ad avere l’acqua corrente tanti anni fa”, dove trascorre gran parte del suo tempo libero. Ha la passione dei cavalli, ora ne ha uno che tiene in gran cura. “Vengo qui praticamente tutti i giorni” dice con un certo orgoglio, facendoci capire quanto è attaccato a questi posti. La vecchia casa di famiglia è molto grande, c’è una vasta soffitta con accatastate le balle di fieno; sotto, una piccola officina per riparare il trattore e una serie di utensili per lavorare in campagna e nel bosco.
Scorcio di Rover
Michelangelo Ceolan ci dà indicazioni su come raggiungere il fiume
Affresco sulla casa di Michelangelo
Quale sarà il significato?
Vorrebbe offrirci un grappino ma siamo costretti a declinare l’invito: abbiamo davanti parecchie ore di cammino e non è proprio il caso. Gli facciamo i complimenti per il posto e per la sua casa. Lui dice: “Effettivamente, quando mi sveglio la mattina qui e vedo dalla finestra il sole e i prati, mi dico che sono veramente un signore”. Ed ha ragione!
Tra le viuzze della vecchia frazione di Rover
La casa di Michelangelo
Anche le vecchie case contadine vicine, nella loro povertà, sono bellissime: ci sono asinelli, galline che razzolano nel prato davanti all’uscio, aiuole curate, piante e fiori, staccionate di legno, un piccolo paradiso. Vedo una vecchia casa con una veranda in legno, circondata dalla campagna, è un colpo di fulmine: se potessi mi ci trasferirei all’istante, è forse il posto che ho sempre sognato!
Le vecchie case contadine di Rover
La casa dei miei sogni
La veranda che da' sul prato della campagna
La meravigliosa vecchia cassapanca
Michelangelo Ceolan: "Lo bevete un grappino?"
Altre case invece sono in uno stato di desolazione, abbandonate e chiuse ormai da decenni, porte e finestre sprangate. Guardiamo all’interno attraverso una finestra sfondata: vediamo un vecchio “fogolar”, il lavello in pietra, uno scarpone in un angolo della cucina. Chissà di chi era. Nella soffitta c’è ancora il vecchio slittone per trasportare il fieno. C’è un senso di mestizia per queste testimonianze di vita vissute che stanno andando lentamente in rovina.
Case abbandonate a Rover
La cucina
Un vecchio scarpone in un angolo della stanza
La lapide sulla chiesetta ricorda i morti sul lavoro per la costruzione della diga
Dobbiamo ripartire, promettiamo di tornare per ascoltare le storie degli abitanti superstiti, Michelangelo non vede l’ora di raccontarci un bel po’ di cose.
Per un comodo stradello scendiamo fino all’Avisio, questo tratto di fiume è magnifico.
Decidiamo di provare a esplorare la riva risalendo verso la diga. C’è una bella traccia a ridosso del fiume dentro la boscaglia, ogni tanto però scompare sotto varie frane e dobbiamo ravanare duramente.
Discesa verso il fiume, a dx si scorge una vecchia arcia, un vecchio sistema di consolidamento dei versanti con tronchi e pietre
La vegetazione assume il consueto aspetto di giungla quasi "amazzonica"
Un comodo stradello scende verso Maso Ponte
Riconosciamo con entusiasmo un punto strategico che avevamo visto sulla riva opposta, scendendo dal
paese fantasma di Ischiazza:
una scalinata nella roccia, in parte franata. Proseguiamo ancora, la riva è abbastanza ampia ma c’è una vegetazione rigogliosa che ostacola ogni passo.
Ed eccoci finalmente sull'Avisio che risplende al sole
Acqua limpida
Ora entriamo nel cono d'ombra, con il solito effetto "ghiacciaia"
Nonostante le difficoltà proseguiamo, stando bene attenti a non scivolare sui sassi coperti di brina. Dopo una marcia faticosa arriviamo all’altezza di Ischiazza, siamo riusciti a raggiungere il punto di una precedente esplorazione fatta sulla riva opposta, siamo molto contenti!
La corrente raramente è violenta, spesso si creano queste piscine artificiali
Nelle anse in ombra si forma un velo di ghiaccio che ricopre tutto
Formazioni di ghiaccio
Cristalli
Nella selva oscura...
Torniamo indietro, scopriamo delle baracche nella boscaglia. Io mi metto in mente di andare a cercare il sentiero che le collegava sicuramente a qualcosa. Inizialmente c’è una bella traccia, che poi però scompare in un vallone sconvolto da vari franamenti. Gigi mi segue imprecando nella dura ravanata in salita.
Si gioca a fare Tarzan con le liane...
Imbrocco la traccia con l’uscita dal vallone su dei campi, dove mi corrono incontro tre cani ringhiosi. Me la vedo brutta. Uno è piccolo ma gli altri due sono grossi: se sono inselvatichiti? Provo ad avanzare con finta noncuranza, nonostante i ringhi e gli abbaiamenti continui. Vedo che non attaccano, per fortuna poco dopo sopraggiunge una brava donna… “Mordono”? Chiedo io preoccupato. “No no, non fanno niente” dice la tipa che li richiama a gran voce.
La signora è stupefatta: "In tanti anni che vengo qua, non avevo mai incontrato nessuno..."
Rimane di stucco a vedere due persone risalire dal fiume: “In tanti anni che vengo qui non ho mai visto nessuno”. Gli spieghiamo grossomodo il giro che abbiamo fatto, ha l’aria perplessa di chi pensa “ma questi sono due deficienti”. Ci facciamo spiegare come tornare a Rover, che raggiungiamo in breve per una traccia attraverso il bosco.
Liane.... le golene ne sono invase
Il bellissimo tratto di sentiero, sobriamente attrezzato, tra Rover e Maso Conti
Attimo di raccoglimento...
Quindi altra discesa al fiume per esplorare, stavolta,
la sponda verso Maso Conti. C’è un sentiero molto bello, finalmente, senza difficoltà, che costeggia l’Avisio fino a
Maso Ponte di Capriana. Oggi ci sono solo ruderi ma fino al secolo scorso era un maso abitato stabilmente circondato da orti, piccoli campi e vigneti.
Prende il nome dal ponte che esisteva nei pressi, spazzato via dall'
Alluvione del 1966 e di cui restano solo le fondamenta, e che serviva per attraversare l’Avisio per raggiungere il paese di Casatta sulla riva opposta. Anche qui le rovine mettono una certa tristezza: chissà che posto meraviglioso era un tempo.
Scorcio meraviglioso presso Maso Ponte, dove c'era l'attraversamento
Tratto attrezzato, complimenti a chi l'ha realizzato
Ruderi a Maso Ponte
Particolare dei... servizi
Il sentiero corre a ridosso di rocce strapiombanti
Ci rallegriamo invece per come è stato ripristinato il sentiero, pulito e attrezzato con cordini nei pochi tratti esposti.
Un intervento esemplare, fatto con parsimonia, mettendo qualche fittone con cordini come parapetto: buona parte del Trekking dell’Avisio, pensiamo, dovrebbe essere attrezzato esattamente così, con
interventi minimi e ben fatti. Il sentiero prosegue costeggiando il fiume, quindi attraversando un tratto roccioso risaliamo ad una piccola altura panoramica.
Restiamo estasiati fermandoci a guardare il fiume: l’Avisio risplende di colori alla luce radente del tramonto in tutta la sua magnificenza. Ma dove esiste un altro posto così bello?
Qua sembra la tundra canadese...
Avisio al tramonto
Dopo 10 giorni di esplorazioni abbiamo ben chiaro di quale tesoro naturalistico abbiamo “scoperto”. Riusciremo mai a farlo capire a chi di dovere? Ne dubitiamo: solo chi c’è stato può capire. Le meraviglie del fiume Avisio sono quasi indescrivibili con parole o foto. Noi comunque ce l’abbiamo messa tutta, gratis
.
Luce radente...
Ultime luci...
Un tratto impegnativo sulle rocce, attrezzato con cordino
Proseguiamo verso valle, con alcuni tratti su roccia attrezzati con cordino. Intravediamo la frazione di
Fraine sulla riva opposta. Siamo arrivati, iniziamo la
risalita a Maso Conti. Anche in questa frazione semiabbandonata ci sono dei tentativi di resistere, con ben tre famiglie che si sono stabilite qui. Una di queste è quella di
Stefano Boninsegna, che incontriamo per caso mentre scende col trattore dalla strada ripidissima, con la figlioletta sul rimorchio.
Stefano Boninsegna di Maso Conti
Ha avviato con la compagna una
piccola azienda agricola di coltivazioni bio, che
rifornisce i gruppi Gas - Gruppi di acquisto solidale, inoltre ha un
allevamento di pastori maremmani. Anche lui sarebbe favorevolissimo a un trekking lungo la valle: "Qua i varda tuti en su, envéze che en zo". Come a dire che le bellezze della val di Cembra non sono solo in alto ma soprattutto in basso, dove c'è l'Avisio, un paradiso rimasto ancora integro.
Rudere sotto Maso Conti
Le piante si impadroniscono delle rovine...
Maso abbandonato
Qui abitava un anziano con le sue capre e i suoi gatti: morto lui, tutto va in rovina
Particolare degli "arredi" interni
Secondo noi è questa la strada giusta: favorire le microimprese legate al territorio, piccole economie che si sostengono, sviluppo soft, cura dell’ambiente. Basta strade, cemento, basta con lo sfruttamento del fiume a beneficio di pochi. Basta anche alle ipotesi di nuove ferrovie pseudo-ecologiche che, con la scusa della tutela ambientale, darebbero il colpo di grazia ad un territorio meraviglioso ed unico. La popolazione di Cembra torni ad essere padrona della sua terra che ha abitato in armonia per secoli.
L'Avisio nella forra
Il percorso di oggi, 13 km di ravanate
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