Lo spettacolare spiaggione di Barco: in alto Maso Spedenal
In una precedente esplorazione avevo visto da lontano, da
Lisignago, il percorso sinuoso dell’Avisio sotto la
frazione semi abbandonata di Barco. Qui il fiume scorre in forre meno profonde disegnando larghe anse e ampie golene. Quindi oggi si prova a scendere.
Man mano che l’Avisio si avvicina alla foce, verso
Lavis, cala anche il dislivello necessario per raggiungere l’alveo dalla strada provinciale. Questo permette di fare anche due o tre discese, e relative risalite, senza che le forze siano ridotte rapidamente al lumicino.
In ogni caso è tutto relativo: un conto è fare dislivello continuo su comodo sentiero, un altro è fare saliscendi ripetuti ravanando fuori traccia su un terreno scosceso e difficile come questo.
Scendendo verso Barco di Sotto, vista di Lisignago col doss della chiesetta di San Leonardo
La chiesetta intitolata a S. Romedio: fu eretta tra il 1745 e il 1746
Parcheggio a Barco di Sopra, frazione quasi diroccata e deserta. Scendo a piedi per una stradella di campagna, passando davanti alla
chiesetta intitolata a S. Romedio, fino a
Barco di Sotto: ci sono diverse auto che occupano i pochi spazi nella piazzetta, ma non c’è un’anima viva in giro. Scendo ancora per la strada agricola alle campagne sottostanti, fino ad un
poggio dove c’è un vigneto recintato.
Immagini di Barco
Sono circa 50 metri sopra l’Avisio, sul ciglio di un salto di rocce quasi verticali. Come si scenderà? Matasse gigantesche di rovi sconsigliano qualsiasi tentativo di scorciatoia.
Eppure sono abbastanza sicuro che esista una traccia che scende al fiume da qualche parte. Infatti dopo aver aggirato la recinzione della vigna e cercato un po’ ispezionando il ciglio della scarpata, trovo un sentiero che cala con un breve traverso fino alla riva.
Avvisto finalmente l'Avisio dall'alto
Vista verso monte, col Dosso di Lisignago
Eccomi sulla riva
Sono sull’Avisio, ancora una volta, e ogni volta mi pervade l’allegrezza di essere in questa natura selvaggia, magnifica e solitaria. La pendenza del fiume qui è modesta, si sono formate piscine naturali a ridosso della rocce. Provo ad andare verso monte ma è impossibile proseguire. Provo allora verso valle: c’è una bella e ampia golena sabbiosa di boscaglia, riesco a scendere alcune centinaia di metri lungo il fiume fino ai soliti
roccioni che sbarrano il passo.
Spiagge e pietre bellissime
Devo risalire: trovo una incerta traccia che mi riporta al poggio con la vigna. Esploro i terrazzamenti verso est nella speranza di trovare una nuova discesa al fiume più a monte. Ogni tanto vedo dei canalini ripidi ma resisto all’idea di provare a scendere: quasi sicuramente in basso c’è il salto di roccia.
Più avanti trovo una valletta con una traccia più evidente, grazie alla quale riesco a scendere a riva, in una
magnifica spianata di ciottoli colorati. Abbattuti sulla spiaggia, dei grandi alberi sradicati, travolti dalla piena di fine ottobre.
Altro "piscinone" spettacolare
Grandi alberi abbattuti sulla spiaggia
Scendendo verso valle
Riprovo la discesa più avanti costeggiando il ciglio della scarpata, alla ricerca della prima valletta fattibile
Rieccomi in alveo
Spiaggette e piscine
Anche qui provo a seguire la riva verso valle e poi a monte: in entrambi i casi le anse hanno scavato delle forre insuperabili. Faccio un po’ di foto: ci sono delle spiagge sabbiose bellissime, piene di orme di animali che testimoniano la vita frenetica lungo il fiume.
Sono però costretto a risalire dalla stessa traccia di discesa.
Verso monte
Orme, forse cormorano...
Pista di atterraggio e decollo volatili...
Grazie al gps sul cellulare riesco a ritrovare una traccia di un escursione precedente, che con un
lungo traverso sul ciglio della forra costeggia l’Avisio dall’alto. L’idea è di raggiungere
i ruderi di un maso e risalire direttamente verso Barco di Sopra con una
vecchia mulattiera segnata sulla mappa.
Provo verso monte ma niente da fare... in questa zona l'Avisio si biforca addirittura
Eccomi al capolinea, devo tornare indietro
Spettacolari sequenze di ciottoli, pietre e macigni
Aggiro il roccione e torno su da dove sono sceso
Seguo dunque per un bel po’ la traccia molto vaga e incerta che traversa in costa. Dopo aver superato una dorsale intravedo in basso tra la boscaglia, incredulo,
una vasta ansa sabbiosa, una spiaggia da non credere! Devo assolutamente scendere a vedere. Sembra però inavvicinabile, c’è un salto di 80 metri di rocce scoscese o verticali. Continuo il traversone
resistendo alla tentazione di tagliare giù per per alcuni canaloni: un chilometro più avanti ecco che, al terzo tentativo, imbrocco la via giusta.
Mi alzo di quota seguendo il ciglio della scarpata che costeggia l'Avisio
Superata una dorsale ecco che intravedo nella boscaglia, in foto a destra, un fantastico spiaggione: ma come arrivarci?
La traccia intercetta una strada agricola che conduce al
rudere di un antico maso, e poi finalmente giù alla golena. Per prima cosa esploro il tratto del fiume verso monte, ma mi debbo fermare qualche centinaio di metri dopo per le solite rive a picco sull’acqua. Torno allora indietro,
pregustando lo spiaggione: spero d’arrivarci senza ammazzarmi per dovermi arrampicare chissà dove.
I ruderi del vecchio maso
Dal rudere una traccia di sentiero scende a riva
Eccomi sulle rive dell'Avisio per la terza volta!
Attraverso la golena boscosa lunga oltre mezzo chilometro e finalmente sbuco sulla spiaggia, esterrefatto: una spianata di sabbia finissima ha riempito una larga insenatura del fiume. Che meraviglia ragazzi! Come un bambino vado avanti e indietro affondando le scarpe nella sabbia soffice, è stupendo. Verso valle ci sono degli
accumuli di sabbia alti anche mezzo metro, chissà come si formano?
Lo spiaggione è lungo circa 300 metri, mai visto nulla di simile in un torrente di montagna!
Sarebbe un posto fantastico per...
Sabbia a tonnellate verso valle
Mi sono informato: queste anse sabbiose si formano in seguito all’erosione del fiume: quando questo esonda ciclicamente in seguito a piene non troppo violente, la sabbia che è più leggera delle pietre è trasportata dall’acqua e depositata a più riprese nelle anse, creando spianate di sabbia finissima, assai simile a quella del mare.
L'ansa dell'Avisio con la grande golena
Sabbia finissima...
Quasi come al mare
Sulla sabbia centinaia di orme di animali...
Torno nella golena boscosa per iniziare la risalita verso Barco
Ritorno al rudere da dove inizia la mulattiera che torna in quota
Provo a fare delle foto allo spiaggione ma senza figure umane come riferimento è davvero difficile rendere l’idea.
Dopo una lunga pausa per riempirmi gli occhi di bellezza, risalgo dunque per
la strada agricola fino a Barco di sopra, dove ho la macchina. L’Avisio non finisce mai di stupire: oggi alla 26a esplorazione, forse una delle ultime, mi ha fatto davvero un gran regalo.
Il percorso con le tre discese, circa 10 km per 650 m di dislivello