Grandiosa traversata quella di domenica 12 giugno, in una zona del Gruppo del Brenta sconosciuta alla maggior parte degli appassionati che frequentano la zona…me compresa, fino all'altroieri
Proprio l’aspetto selvaggio e solitario di questa vallata, rendono il percorso estremamente interessante ed affascinante. Esso non presenta particolari difficoltà tecniche, anche se in alcuni tratti risulta ben ripido sia in salita che in discesa, ed è perciò necessario avere un buon allenamento per affrontarlo piacevolmente.
Come accade quasi ogni domenica, la sveglia ha fatto “drin drin” alle 3.30
...e, dopo aver caricato armi, bagagli…e pane fresco appena sfornato per tutta la ciurma…ho raggiunto il pullman, che ha fatto la sua partenza alle 5 in punto!
In poco più di tre ore di strada abbiamo raggiunto il paesino di Dimaro (m.776), in Val di Sole, da dove ha avuto inizio il nostro itinerario. Dall’abitato di Carciato, piccola frazione di Dimaro posta al di là del torrente Meledrio, abbiamo preso il sentiero n.329 che partendo da località “La Gnocca”, sale lungo la Val del Vento, ai piedi del Sasso Rosso (m.2645) e conduce al Passo di Pràcastron (m.2503).
Nella prima parte del tragitto, siamo saliti per una strada sterrata che conduce verso la Malga Selva Nera e, dopo circa due chilometri, abbiamo trovato un incrocio sulla destra, dove ha avuto inizio la cosiddetta Via Plana (m.950). Un chilometro più avanti abbiamo raggiunto il Sass da Barca, un enorme masso posto in una piccola radura tra gli alberi e dalla caratteristica forma a barca.
Dopo alcune centinaia di metri, abbiamo lasciato la strada sterrata per salire sulla sinistra lungo il sentiero n.329. Per il primo tratto di sentiero abbiamo camminato nel bosco, tra faggi ed abeti rossi, ma ben presto siamo usciti dalla vegetazione nei pressi dell’ormai abbandonata Malga Scale (m.1600).
Da Malga Scale il nostro tragitto è proseguito, sempre per il sentiero n.329, lungo un ghiaione, alla fine del quale abbiamo incontrato una sorgente d’acqua sgorgante dalla roccia viva e denominata Acqua dei Tartari.
Dopo la sosta per il pranzo al sacco, abbiamo continuato il nostro cammino ai limiti della vegetazione, tra stupendi larici e rododendri ormai in fiore e da lì siamo saliti lungo un secondo ghiaione ed un canalino. Nelle guide viene segnalata la presenza di un cordino in ferro per facilitare la salita in un tratto di terreno scivoloso a causa della ghiaia, ma io onestamente non ho trovato alcun cordino…
Superate poi le ultime roccette, siamo arriva al bivio per il Passo di Pracastron. Continuando per il sentiero, abbiamo costeggiato il Sasso Rosso con le sue magnifiche pareti vermiglie, raggiungendo così il Passo di Pràcastron (m.2503), crocevia con il sentiero Costanzi ed il sentiero n.310 della Val Madris, che risale dal Lago di Tovel.
Dal Passo di Pràcastron, seguendo a ritroso il sentiero n.310 che scende la Val Madris, siamo giunti alla Malga Tuena (m.1740), dove ci siamo rifocillati…riposati…e rimineralizzati con…un bon biron…e non solo!
Da qui abbiamo poi affrontato l’ultima discesa per il sentiero n.309, che in circa un’ora e mezza ci ha portati allo splendido Lago di Tovel (m.1189), dove il mitico Guerrino ci attendeva con il pullman…ed un favoloso pic-nic a base di panini al salame e formaggio, dolci, anguria…e un gotin de vin bon!