Meta della gita sono Cima Soran ed i vicinissimi Rossati (il sui nome deriva dalla roccia rossiccia di cui sono composti). Il punto più comodo per partire è il Rif. Alpenrose, che si raggiunge per una laterale asfaltata che si imbocca nel tratto di strada fra S.Lorenzo in Banale e Molveno. Parcheggio poco prima del rifugio. Dal parcheggio ho imboccato il segnavia 345, che per mezzoretta buona è una forestale lastricata (ignorare il segnavia senza numero che indica Vela-Prada), ma restare sempre sul selciato, che via via si trasforma in strada sterrata larga, poi stretto nell'erba. Poco dopo un box in lamiera si arriva ad un bivio, e su una pietra c'è l'indicazione a verso destra per Cima Soran. Una flebile traccia taglia sulla destra la parte sul del pendio del Soran, diventando sempre più vaga e alla fine scompare del tutto..A questo punto non basta altro che risalire la dorsale erbosa del Soran con percorso libero, andando anche a sbirciare il lago di Molveno portandosi sulla destra del pendio (senza sporgersi..). La salita è un pò monotona e faticosa, ma il panorama e l'ambiente ripaga: il Piz Galin e i Lasteri a nord, l'eterna dorsale del Ghez a sinistra, la Paganella e un sacco di cime verso sud. Finalmente, dopo poco più di 3 ore dalla partenza si arriva in cima, adornata da un curioso "sasso" scolpito. Molto bello il panorama dalla cima, inconsueto verso il brenta centrale. Lì davanti ci si trova I Rossati, che sono facilmetne raggiungibili in 15-20 minuti calando alla selletta erbosa e poi risalendo. Ometto in cima. La discesa l'ho fatta per la Val Dorè, per fare un anello più interessante. Dai Rossati si cala con un pò di attenzione, prima per erba e poi per ghiaietta al Passo dei Rossati e da lì si va sempre verso sud, su terreno sassoso/ghiaioso da farci un pò di attenzione, perchè molti sassi non sono stabili. Quando ricompare l'erba nasce anche una traccia, che è il 345. Seguendolo si torna alla macchina. Giro di circa 6h e mezza (soste escluse).
Giro un pò faticoso soprattutto perchè vi è un'ampia parte del percorso da fare fuori sentiero, ma mi è piaciuto molto. E' un brenta diverso dal solito, un pò meno roccioso, ma sicuramente interessante. Inoltre è poco frequentato e questo favorisce notevolmente l'incontro con animali. I camosci sui ghiaioni a est del Ghez non si contano, ne avrò visti una cinquantina. Mai visti tanti camosci! Poi marmotte giù per la val Dorè e anche l'aquila. Fantastico. Una simpatica signora del posto mi ha detto che proprio vicino ai pascoli di Prada hanno avvistato recentemente un'orsa con orsacchiotto...per questa volta mi è sfuggita..