La giornata si preannuncia stupenda...finalmente una vera giornata di settembre, di quelle giuste per andare in montagna.
Decidiamo lì per lì di affrontare la cima del Piz Galin, io mia figlia MarTINA e Zizo. Mando un sms a Sghiry che prontamente si aggrega alla compagnia...poi succedono alcuni contrattempi e la partenza effettiva è alle ore 10 dal parcheggio di Val Biole.
Essendo per Martina (9 anni) il vero "battesimo della montagna "(quella con la M maiuscola), era mio grande desiderio che riuscisse nell'impresa senza troppa fatica e quindi ci siamo incamminati verso il sentiero 352 a passo tranquillo, chiaccierano e scherzando. L'aria frizzante, il canto degli uccelli, il profumo del bosco ci hanno accompagnato fino al bivio a pochi minuti da un vecchio abbeveratio, dove a sinistra si prosegue per la cima del Croz dell'Altissimo e a destra per il Piz Galin.
Li il sentiero cambia volto...gli abeti pian piano spariscono lasciando il posto a verdi pendii. Sulla sinistra ci sovrastano spezzoni di rocce, mentre a destra il panorama è infinito, dal lago di Molveno, la Paganella e in lontanaza catene e catene di montagne.
Martina non sembra avere nessun tipo di problema e quindi senza fare troppe soste proseguiamo per i circa 2.200 m del passo della Dagnola. E' mezzogiorno ed al passo incrociamo una comitiva di tedeschi tutti intenti a mangiare.
Passiamo oltre sulla crestina che collega il passo della Dagnola con la cima del Piz Galin. Dobbiamo coprire ancora un dislivello di circa 250 m, quindi inizia un zig zag di una certa pendenza...ma Martina non cede.
Ogni tanto, sulla destra, si aprono finestre con dei panorami mozzafiato sul Brenta. E su e su, sparisce ogni tipo di vegetazione ed il percorso fra le rocce si fa più aspro e difficoltoso. A circa 15 min dalla cima, nel punto oserei dire più impegnativo, Martina perde un pò del suo coraggio. In effetti ci sono passaggi piuttosto lunghi (almeno per me), ed anche Sghiry aumenta il suo livello di concentrazione. Zizo non si ferma, ed in un lampo accompagna Martina alla vetta, dove scoppia in un pianto liberatorio.
Noi arriviamo un attimino dopo...e lo spettacolo è paralizzante.
Il cielo è limpido e la corona del Brenta alle nostre spalle è più in forma che mai.
Da alcuni giorni su qualche cima c'è già la neve.
Ci rifocilliamo, facciamo foto, la firma di circostanza e dopo aver ben contemplato l'orizzonte iniziamo la discesa.
Martina è molto soddisfatta per la sua impresa ed è tornata in forma, la difficoltà della salita è svanita.
Alle 16 siamo al parcheggio.
Bellissima gita!!!!!!!!!!!!!!!!