A tutti sarà capitato di bestemmiare per trovare il sentiero, oppure di attraversare un bosco fitto, dove è impossibile smarrire la via, coi segni rosso/bianco dipinti quasi su ogni pianta. Chi scarpina in montagna avrà notato che la segnaletica sui sentieri è a volte ottima, altre volte vaga, in altri casi totalmente assente. Dipende molto da zona a zona.
L’escursionismo è una risorsa turistica importante per il Trentino: ha il pregio, tra le altre cose, di richiedere investimenti economici modesti poiché la rete sentieristica del Trentino, di ben 5000 km, è già bell’e fatta. Certo i sentieri talvolta devono essere messi a posto, ripristinati quando franano, puliti dalla vegetazione, a volte attrezzati con corde fisse per la sicurezza eccetera, ma si tratta di interventi limitati che hanno comunque costi infinitesimali rispetto a quello che si spende per la più banale delle rotatorie, che oggi spuntano come funghi e per le quali ovviamente non si bada a spese.
La cosa più importante di cui avrebbero bisogno oggi i sentieri è una segnaletica efficiente. Perché nulla scoraggia di più l’escursionista poco esperto che, timoroso si avventura sul sentiero, della mancanza di cartelli, segni, indicazioni chiare coi tempi di percorrenza. La mancanza di segnaletica scoraggia gli escursionisti poco esperti che non sanno leggere bene una cartina e che non si fidano di intraprendere un sentiero sconosciuto.
Lungi dall’idea di voler addossare “le colpe” a qualcuno, sappiamo che la manutenzione dei sentieri è affidata ai volontari della SAT – Società Alpinistica Tridentina, che per questo meritevole scopo riceve però dalla Provincia un indennizzo “al km” a dir poco ridicolo. Perché?
La rete di sentieri nel Trentino non è solo una risorsa turistica ma anche un patrimonio culturale importante che valorizza il territorio e che meriterebbe più attenzione.