...io sono letteralmente e follemente innamorato delle Carniche e delle Giulie, come di tutte quelle catene montuose dove è ancora possibile la VERA avventura. Turisticamente poco frequentate e sfruttate, sono zone assolutamente aspre e selvagge, ma stupende, dove si sputa davvero tanta fatica e tanto dislivello per conquistare magari soli millecinquentometri di quota.
Non sono vicine e quindi devo far strada, ma ogni tanto odo nella notte il richiamo di quei cuori di pietra di epoca antica tormentare il mio sonno....così mi ritrovo alla luce dell’alba ad avviarmi su per qualche ghiaione e nevaio. Io vi posso dire solo una cosa: ANDATECI! L'unica avvertenza di cui vi prego di tener già conto:
- il grado escursionistico ed i tempi: essi son spesso gradati al ribasso rispetto alle nostre Dolomiti Venete e Trentine. Lì non ci sono le facili "autostrade" che trovate qui. Le cartine stesse, rappresentano semplicemente la simbologia del "sentiero a pallini" anche dove ci son passaggi su roccia non sempre così semplici per un escursionista.
- son zone aspre, dove la friabilità della roccia e la presenza di neve dura o piccole vedrette è cosa pressoché normalmente diffusa. Serve piede fermo ed abitudine a questo tipo di terreni.
Vediamo cosa ci scrive l'amico Rad, poi mi aggrego volentieri con un paio di relazioni.