Agognata da tempo, oggi abbiamo affrontato la salita sul versante sud alla cima di Busa Alta, la via diretta utilizzata dagli alpini italiani per la conquista della montagna durante la Grande Guerra, al sicuro dagli indiscreti occhi austriaci posizionati sulle limitrofe cime a destra del Cardinal e a sinistra della Kaiser Spitze.
Il meteo previsto non ci era favorevole, ma abbiamo sperato in un clamoroso errore o in un vuoto spazio-temporale che ci permettesse di arrivare almeno un po' in su. Passato il primo stato di umida nebbia, sprazzi di sereno ci hanno accompagnato per un paio d' orette.
Quindi Refavaie, malga Coldosè, Campigol dei Solai, salendo poi per il sent. 339 fino al punto in cui si diparte la traccia, forse poco visibile all' imbocco da un occhio disattento, ma che si segue poi abbastanza facilmente grazie a radi segnavia e ometti.
La bella strada militare di un tempo è a tratti ancora ben conservata, sale inizialmente ad ampi tornanti nel bosco, per poi stringersi drasticamente, data la conformazione del terreno, obbligandola ad inerpicarsi in spazi angusti. Alla base delle rocce il sentiero ci ha riservato la prevista sorpresa di finire su una parete verticale, ma sventolando la testa qua e là abbiamo trovato il giusto passaggio,
una galleria di una decina di metri che non sbucava in un pianoro, ma in una valletta da risalire, dove si vedevano ancora alcuni tratti di muretti di sostegno per i tornanti che avevano dovuto inventarsi per passare di là. Poco più su le basi del ponte della Gigiota, purtroppo impossibile da percorrere, nonostante fosse lungo poco più di un paio di metri.
Fino a qui è stato possibile ammirare anche un poco di mondo attorno, poi le nebbie hanno cominciato ad avvicinarsi, rendendo un' atmosfera d' effetto.
Il sentierino saliva a stretti tornanti, e ci è stato permesso di arrivare allo sperone roccioso di quota 2234 con una relativa visibilità. Avevamo già deciso di interrompere l' ascesa, un poco inutile e pericolosa, con quelle condizioni, però volevo vedere il cimitero di guerra, che sapevo nei paraggi. Gironzolando, siamo arrivati all' iscrizione sulla roccia, e con un certo turbamento abbiamo letto le date della conquista della Busa Alta: 6-11 ottobre 1916.........era l' anniversario!
Mesti, abbiamo contato i resti delle iscrizioni dei nomi dei caduti, avanti e indietro per la cengia: almeno 63, una fila orizzontale di intagli rettangolari nella roccia in parte coperti dall' erba: una certa riflessione sorge spontanea, uff
Ovvio, panorami da urlo
Siamo quindi scesi per un' idea di traccia che ci ha fatto guadagnare il vallone sottostante alla Kaiser Spitze, ancora traboccante di residuati bellici, un lungo elenco di nomi di ordigni e di misure millimetriche, entrate da un' orecchia e uscite dall' altra, ho in mente solo troppi pezzi di ferro dalle inconfondibili forme cilindriche e sferiche.
Abbiamo poi agganciato i resti di una strada militare, andando ad incrociare il sent. 339 che ci ha ricondotti al luogo di partenza.
Ecco il sentiero percorso visto da una foto degli anni passati