Anche quest'anno non è mancato qualche giorno in vacanza in
Alta Valmalenco, a Chiareggio, un paesino a 1600 mt. a cui ormai siamo affezionati.
Ecco qua uno dei giretti che ancora non avevamo fatto negli anni passati.
da Campo Moro al rif. Carate e Bocchetta delle Forbici a mt. 2660Martedì 25 luglio scendiamo in auto fino a Chiesa Valmalenco, e prendiamo la strada che sale in direzione
Lanzada - Campo Moro.
Sono circa 30 km ma gli ultimi 7 sono su strada stretta, molto tortuosa e con numerose gallerie buie dove prestare attenzione. All'interno di una di queste ci siamo accorti all'ultimo momento della presenza di parecchie capre sdraiate ( suppongo al fresco! ) da entrambi i lati.
Parcheggiamo in prossimità della
1° diga del bacino di Campo Moro a quasi a 2000 mt. di altitudine.
Dovremmo ora salire sulla diga ed attraversare tutto il muraglione verso sinistra, ma alcune tabelle ci segnalano che a causa di lavori in corso non si può proseguire da lì.
Dobbiamo pertanto prendere una stradina (come da segnaletica) che scende e perdiamo un pò di quota, 120-130 mt non di più. Ci rompe un pò perchè al ritorno e più stanchi dovremo poi farla in salita, ma pazienza. Incrociamo più avanti il sentierino che scende ripido dalla diga e che avremmo dovuto fare, più avanti troviamo la deviazione sulla destra per l'Alpe Musella.
Il sentiero all'inizio costeggia il versante meridionale del Sasso Moro, poi sale in modo graduale nel bosco, la vegetazione via via si dirada e dopo un'oretta eccoci già
nella bella piana dell'Alpe Musella a mt. 2020.
la parete del Sasso Moro
Un copioso ruscello attraversa il pianoro, c'è un ponticello, tante baitine in pietra e due rifugi, il
Rif. Mitta e il Musella. E' decisamente un luogo rilassante, non c'è nessuno in giro fatta eccezione delle mucche e l'unico rumore è quello dei loro campanacci e dell'acqua che scorre.
Ora si inizia a salire più ripidamente tra qualche rado larice e poi si esce allo scoperto. Si incrocia il sentiero della V tappa dell'Alta Via della Valmalenco e proseguiamo su quello.
Il percorso che porta al
rifugio Carate è chiamato anche "
dei Sette Sospiri". Non avendo più tanta resistenza fisica ( eh...gli anni passano...) questo termine ci aveva un pò preoccupato. In effetti ci sono sette dossi morenici da superare tra pietraie e tornanti e il rifugio posto a 2636 mt. continuerà ad apparire e poi scomparire, ma ogni volta lo vedremo sempre più vicino. Veniamo raggiunti da una coppia molto più giovane di noi, scambiamo due parole, ci fanno anche i complimenti che ci fanno piacere, ma che ci ricordano anche di essere dei “diversamente giovani!”!
Loro camminano veloci e scompaiono presto dalla nostra vista...
Si sale adagio ma la temperatura è ideale, molto piacevole, e la fatica si sente meno. Ovviamente le mie soste sono molto frequenti perchè devo fotografare i tanti fiori e possibilmente anche qualche marmottona delle tante che corrono tra le pietre e lanciano fischi d'allerta.
collage di fiori (orchidea, astro montano, campanula)
epilobium fleischeri
ecco la nostra mèta ormai vicina, la Bocchetta delle Forbici
Ultimi tornantini ripidi e arriviamo al
rifugio Carate a mt. 2636, al sole si sta ancora benissimo!
il rifugio e dietro il Sasso Moro
Ancora in t-shirt saliamo subito verso la Bocchetta delle Forbici che si trova solamente una trentina di metri più in alto, ma arrivati in prossimità della forcella, e prima ancora di vedere oltre, tutto cambia. Un forte vento gelido ci investe e con fatica indossiamo in fretta e furia pile e giacca col cappuccio ben stretto
Lo scenario che ci troviamo davanti cambia drasticamente rispetto a prima ed è spettacolare, paesaggio tipico di alta montagna, si apre una splendida vista sul
Gruppo del Bernina con le sue cime dai 3500 agli oltre 4000 mt. (Piz Roseg, Piz Scersen, Cresta Guzza...) sotto di noi il
vallone dello Scersen e
i laghetti delle Forbici.
Purtroppo la visione è offuscata dalle raffiche di vento e nevischio ed è difficile anche scattare foto con le mani gelate e l'obiettivo che si bagna!
A malincuore siamo costretti a scendere veloci e a ripararci al rifugio
. E noi che avevamo programmato di mangiare all'aperto in terrazza!
La stufa è accesa e il cordiale e simpatico gestore ci annuncia che ci sono le tagliatelle fatte in casa al sugo di erbette. Oltre a noi ci sono altre 3 persone ma del luogo.
Si chiacchiera un po' insieme, mentre dalla finestra osserviamo attoniti la tormenta di vento e neve che continua per 15/20 minuti. Il gestore ci spiega che è neve portata dal vento proveniente dal Pizzo del Bernina, che sicuramente cesserà presto. Lo speriamo!
Dopo un'oretta e mezza, ben rifocillati, usciamo. Il vento è quasi cessato e il cielo presenta di nuovo sprazzi azzurri. Il termometro sotto la pensilina segna ora 5°. Si risale sulla Bocchetta, per ammirare il panorama e fare qualche altra foto. Le nuvole un po' alla volta si allontanano e il panorama diventa sempre più grandioso
Piccola cappellina salendo alla Bocchetta, a sx il Sasso Moro e al centro, in lontananza, il Pizzo Scalino
Ancora qualche fiore tra le pietre
dovrebbe essere doronico dei ghiacciai
Inutile aggiungere che non mi smuoverei più da qui. Il marito si rilassa su di una grande pietra al sole mentre io proseguo ancora un po' per il sentiero che in un'oretta e dieci conduce al rif. Marinelli ma... ci sarebbero poi altri 200 mt di salita...meglio lasciar perdere, per oggi basta così.
Laghetti delle Forbici
Per tanti escursionisti/alpinisti questo è un punto di partenza per varie ascensioni verso le vette del Bernina, per noi va bene come punto di arrivo, è già un bell'itinerario!
Si scende con calma e si ritorna al parcheggio.
l'Alpe Musella dall'alto e il Monte Motta con gli impianti sciistici
Questa la traccia. I km percorsi sono circa una quindicina e il dislivello poco sopra gli 800 mt.