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Ieri io e Cristina siamo saliti a Cima Presanella dalla Val Genova; l'ultima volta che vi eravamo stati fu nel 1998, dal Rifugio Denza, avevo 31 anni, ed ero arrivato in cima letteralmente devastato. Non che ieri sia arrivato alla Croce con le mani in tasca e fischiettando, ero stracotto come una pera intendiamoci, ma stavo sicuramente meglio che 13 anni fà nonostante un dislivello doppio.Ergo, sono d'accordo con voi : l'allenamento può far miracoli.
Credo sia anche determinante "la testa", se si parte con l'idea della troppa lunghezza dell'itinerario o con l'idea di non farcela si fa il doppio della fatica. Un'altra cosa da considerare è l'ignoto, se hai già fatto 2000m di dsl almeno una volta, dal punto di vista psicologico si è molto avvantaggiati quando si deve andare a farne altrettanti...così come per le gite già fatte per quanto riguarda la difficoltà, se hai già fatto una cima anche impegnativa, è più rassicurante "ripeterla" che andarne a fare una magari più facile sulla carta, ma sconosciuta....ah, la mente...che cosa strana...
E' bello riscoprirsi ogni giorno!
cutQuello che intendo dire, e che ho scoperto piacevolmente, è che l'inevitabile declino fisico dovuto all'età non è poi così ineluttabile o inesorabile. Certo sull'onda dell'entusiasmo c'è sempre il rischio di strafare, di esagerare e di "rompersi". Ma, lasciatemelo dire, è meraviglioso oggi non avere neppure un po' di mal di gambe dopo una gita di 20 km e fino a oltre 3700 metri di quota!
Però mi sono accorto che correre fa bene ma non è la stessa cosa che allenarsi andando a camminare in montagna, molto meglio la seconda.Ancora peggio è lo scialpinismo, qui la prima uscita dell'anno la sento di più, anche se sono allenato dalla corsa o anche dalla camminata. Evidentemente il movimento e i muscoli utilizzati sono diversi da quelli della classica camminata. Però già dalla seconda uscita vado meglio.