Per Domenica avevo deciso per un bel giretto, che sulla guida appariva non molto faticoso, ma di grande soddisfazione: la Via delle Creste del Carega.
Si tratta di salire dalla Valle di Rivolto, deviando poi sulle creste che arrivano fin su al Fraccaroli.
L’itinerario, che la guida riportava dal Rif. Pertica alla vetta del Carega prevedeva un dislivello di poco più di 700 m, dunque una roba adatta alla mia gamba.
In realtà, al Rif. Pertica si arriva solo con navetta, ed anche al rif. Rivolto, 200 m sotto al Pertica, ieri si accedeva solo con bus navetta nel quale, però, i cani non sono ammessi…
Dunque io e la mia fida Desy, lasciamo la macchina a quota 1096 m, in prossimità del ponte sul Rivolto, ed iniziamo la gita sapendo che ci aspettano 500 metri di dislivello rispetto alla guida. Vabbè, oramai siamo qui.
C’è un affollamento bestiale, fino al Rif. Rivolto saliamo per il sentiero che in parte evita la strada asfaltata, poi procediamo verso il Rif. Pertica per un sentiero nel bosco prima, ed una strada sterrata poi. Superato l’affollato rifugio, proseguiamo sulla strada, che poi è quella che si inoltra nell’Alpe di Campobrun, fino al Rif. Scalorbi, per poi deviare, circa a quota 1580 m, per il ripido sentiero 108 che si stacca deciso sulla sinistra.
Il sentiero parte verticale, per poi procedere lungamente in costa senza quasi prendere quota. Siamo in mezzo ai mughi, con una bella vista sull’Alpe di Campobrun e sul Plische. Fa caldo, io e Desy beviamo come ippopotami. Il sentiero ad un certo punto decide di salire, lungo un colatoio sassoso, verticalmente verso la cresta. E’ la parte più dura, si sale verticali, al caldo e con già quasi 1000 metri di dislivello sulle gambe. Vado un po’ in crisi e fatico veramente. Poi, finalmente, sono in cresta. La visuale si apre in maniera spettacolare. Si vede tutto quello che c’è tra l’Adamello e la laguna di Venezia!
Facciamo una pausa panino su Cima Tibet (2100m) e ci beviamo tutta l’acqua residua, poi iniziamo a percorrere la cresta, per Cima Madonnina, e via sempre in cresta fino al Fraccaroli.
C’è un monte di gente, saliamo sul Carega per una foto ricordo che mi mancava, l’ultima volta che ero salito dal Boale dei Fondi c’era una nebbia spaventosa.
La vista è emozionante, sono senza parole. La Desy, invece, appare meno colpita.
Scendiamo, faccio a pugni per riuscire a comparare due bottiglie d’acqua (la signora davanti a me ordina dieci caffè tutti diversi! Di cui l’ultimo, me lo ricordo, “corretto, macchiato e SENZA SCHIUMA”… non potete immaginare quello che avrei voluto farle…).
Desy ed io ci dividiamo il panino superstite e ridiscendiamo subito, ci aspetta un lungo viaggio in auto per arrivare a casa.
Alla fine l’altimetro segnerà tra tutto quanto 1305 m di dislivello. E li ho sentiti tutti.
Però ne valeva la pena, la Via delle Creste, anche se dura poco, è molto molto bella.