I desolati altopiani verso il Dente Italiano, Dente Austriaco e Piccolo RoiteDa
Passo Borcola 1195 prendiamo il
sentiero 147-E5 che con lungo traversone nel bosco sale lentamente in quota fino al
Sojo del Lovo. Qui il sentiero sale più decisamente per un ripido vallone fino ad un primo poggio erboso molto bello e panoramico a quota 1794, da dove si vedono bene il Monte Maggio e l’Altopiano di Asiago.
M. Novegno nelle Prealpi vicentine, visto salendo ai Sogli BianchiQuindi in breve arriviamo all’incantevole prateria di
Malga Costa 1845, purtroppo ridotta in ruderi. Siamo sulla sommità pianeggiante dei
Sogli Bianchi, con bellissimi pascoli che però a est precipitano in dirupi pressoché verticali. Si sale ancora un poco fino ad un’altra sella, bellissima, dove finalmente intravediamo la nostra meta: la cima del Pasubio.
Malga CostaVista verso il BrentaIl sentiero ora si dirama, lasciamo il 147 che prosegue verso il Rif. Lancia per risalire
lungo il crinale di SO, dominando i vasti valloni pietrosi carisci tipici del luogo. Avvistiamo un camoscio per nulla intimorito che ci osserva curioso.
Primo e unico camoscio avvistato in giornata: non sembra molto intimoritoDalla piana sopra i Sogli Bianchi saliamo verso Sellette del GroviglioIl bellissimo poggio erboso sulla sommità dei Sogli BianchiArriviamo quindi alla
Selletta del Groviglio a 2077 metri. Nelle conche c’è ancora parecchia neve, ma le dorsali sono in gran parte pulite. Giunti in
località Sette Croci tagliamo con percorso libero, poi seguendo una trincea, quindi puntando direttamente alla
Cima Palòn m 2232.
Sette CrociMolta neve nelle conche sotto al cima: in fondo il Corno del PasubioDente Austriaco Rododendro Nano; nella foto a sx, Petrocallis pyrenaica Stella alpina; a sx, Primula Veduta dal Dente ItalianoDalla vetta il solito grandioso panorama, anche se in parte coperto dai nebbioni che si stanno alzando da sud. Facciamo una visita al
piccolo museo a cielo aperto che si trova a valle dell’
ex Rifugio Militare a quota 2089 circa. Lungo una cengia è stato ricavato in una nicchia rocciosa una
esposizione di reperti bellici: frammenti di granate, elmi, attrezzatura varie come ramponi, gavette, zappe, picconi, utensili ecc.
In vetta a Cima Palon 2234Cima Palon vista da sudIl piccolo museo a cielo aperto a sud della cimaVeduta sullo StivoVista sul Gruppo del CaregaCenge e nebbie...Cima Palon vista da nordDopo una breve sosta pranzo riguadagnamo quindi la cima e ci dirigiamo verso nord passando per il
Dente Italiano e quindi il
Dente Austriaco dove i due eserciti si fronteggiarono a pochissima distanza, annidati in cunicoli e gallerie che facevano esplodere reciprocamente in una tragica guerra di mine. Giunti alla
Sella del Roite abbandoniamo il sentiero per tagliare verso il
Bivacco Campiluzzi (chiuso) a quota 2026.
Marmotta sotto il Dente ItalianoDente AustriacoDente italiano sconvolto dalle mineIn marcia verso il Campiluzzi, al centro e sullo sfondo il Col SantoBivacco Campiluzzi Bivacco Campiluzzi; a dx Col Santo e Col Santino con l'Alpe PozzeUltima foto verso Sella delle Pozze, prima di scendere di quotaAggiriamo quindi la modesta elevazione del
M. Campiluzzi a nord per scendere fino alla
Sella delle Pozze 1903. Qui per vecchia strada mulattiera e quindi per
sentiero 133 ci abbassiamo di quota fino a m 1659 dove intercettiamo la forestale che ci riporta (
sentiero 144) al
Passo del Lucco 1378, dove affrontiamo una lunga discesa nel bosco fino a
Malga Gulva 1087. Qui per disattenzione, e anche per dei segni bianco/rossi ingannatori, seguiamo una strada forestale che si inoltra nella Val Gulva. Ci avvediamo ben presto dell’errore, torniamo a valle e cerchiamo
il sentiero 143 che si inoltra un po’ nascosto nel fondovalle lungo il rio, quindi risale il costone boscoso per circa 100 metri di dislivello fino a raggiungere Malga Borcola poco sotto l’omonimo passo. Un giro facile in paesaggi vastissimi e selvaggi sui luoghi della
Grande Guerra; interessante la salita dal Passo Borcola come alternativa, per i trentini, da solito itinerario Giazzera/Rif. Lancia. Bellissime fioriture, specie di rododendro nano, qui molto diffuso.
Sviluppo 23,3 km, disl. 1200.
Il percorso