In vetta al Col Santino
Stavolta tentiamo la
traversatina Col Santo - Col Santino. Il Col Santo ormai lo conosco a memoria, il Col Santino invece non l’ho mai fatto. Avevo potuto ammirarlo nella ultima
traversata del Roite e mi ero ripromesso di tornarci.
Col Santino visto dal Roite a metà febbraio 2015
Come al solito in questo periodo la grande incognita è la neve: quanta in quota? Portante o no?
Partiamo con ramponcini e ciaspole. Parcheggiata l’auto poco sopra
Giazzera a quota 1200 circa, seguiamo per circa 15-20 minuti la strada fino a incontrare il
sentiero 132 che sale con discreta pendenza verso il
Pazul, quindi per ampia e bellissima dorsale, punteggiata di casette, risaliamo di quota fino a incontrare la neve, come previsto, intorno a quota 1700.
La partenza è quasi "estiva", niente neve e gran caldo
Inizia la prima neve a quota 1550
In vista del Col dell'Anziana, a sx
Il fondo è battuto da una motoslitta e quindi i ramponcini sono perfetti. Man mano che si sale il panorama si fa grandioso, con vista sterminata verso nord, mentre verso sud ci appare la magnificenza dell'
Alpe Pozze e più lontano le cime del
Pasubio.
La mangnifica, ampia dorsale
La dorsale del Col Santo, sullo sfondo lo zugna
Col dell'Anziana, Col Santo, Monte Roite
A quota 1836 la dorsale piega decisamente a est fino al
Doss Dell’Anziana, quindi col
sentiero 131 affrontiamo, stavolta in ciaspole, il rampone nord fino alla
Cima del Col Santo 2111. La neve tiene abbastanza.
In vetta al Col Santo
Meravigliosa la vista verso il
Roite, l’
Alpe Pozze, le cime del Pasubio lontane all'orizzonte. Nel frattempo però, come da previsioni, si stanno addensando nuvolaglie e tira un’arietta freschina. Scendiamo verso sud per dare subito un’occhiata alla
salita del Col Santino, che a prima vista non pare proprio banale.
La salita al Col Santino che ci aspetta
Alpe Pozze con il Roite
Prima di scendere alla sella però facciamo sosta pranzo. Poi il sole se ne ne va e fa un freddo becco, quindi ripartiamo e, raggiunto in breve il passo, rimettiamo le ciaspe per affrontare le prime rampe della dorsale nord. Non è passato nessuno e ci inventiamo una traccia di salita. La pendenza diventa ostica, quindi caviamo le ciaspe e proseguiamo con ramponcini, ravanando un po’ tra i mughi e la neve alta. La dorsale è pelata e raggiungiamo facilmente la panoramica
cima del Col Santino 2122, un balcone roccioso a picco sull’Alpe Pozze.
In vetta al Col Santino
Proseguiamo verso SE cercando segni del sentiero, che però non troviamo. Arriviamo a una prima forcella, con una statuina del volto di una Madonna sulla roccia, ma ci pare impraticabile. Proseguiamo ancora fino alle
strane conformazioni rocciose dette “Coronelle”.
Le strane conformazioni rocciose dette "Coronelle": avremmo dovuto scendere da questo verstante ma sarà per un'altra volta
Passaggio esposto
Nei pressi delle Coronelle
Aggiriamo dei
grossi crepacci fino ad avvistare la insellatura da dove ci pare di vedere una
traccia del sentiero militare che scende verso valle, segnato sulla carte come
131A. C’è però un altro
salto di roccia insuperabile alto una quindicina di metri, il cui unico aggiramento possibile sul lato nord sembra molto laborioso; inoltre la discesa appare molto ostica per i
tratti innevati molto ripidi sopra a parecchi salti di roccia, quindi decidiamo di rinunciare. Ripercorriamo la dorsale dell’andata, avvistando un camoscio.
Camoscio tra le "Coronelle" (foto Signo)
Crepacci alle Coronelle
Caliamo alla
Sella dei Santini e scendiamo faticosamente, con neve pessima, marcia e sprofondante, fino al Rif. Lancia. Di qui la eterna discesa fino alla macchina, lungo la forestale punteggiata di fiori.
Foto Signo
Con il Col Santino rimane comunque un conto aperto, che salderemo quanto prima, appena va via la neve
Dislivello 1000, sviluppo 18 km.
Il percorso