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Citazione da: Guido - 03/12/2007 17:00Il fatto che ci sia scritto passo ama guido e che smit sia geloso, mi rattrista, perchè ciò vuol dire che Smit ama passo e non me...Non e' vero: io so che l'amore di passo e' corrisposto...quindi potrei essere geloso di entrambi!!! Ragassuoli: torniamo in noi e alle nostre sane inclinazioni sessuali!!!
Il fatto che ci sia scritto passo ama guido e che smit sia geloso, mi rattrista, perchè ciò vuol dire che Smit ama passo e non me...
Passo ama ferri,come ha ampiamente dimostrato! e poi le mie inclinazioni sessuali sono sanissime con quel bel marcantonione di Smit Scrivo una cosa che tra 5 min toglierò: "Eppoi io vedo che tutti hanno cani nell'avatar, io sono l'unico che ha non 1, ma 2 asini, e non so se mi spiego!!! " P.S. ok abbiamo mandato in vacca anche questo topic.
Aggiungo il mio pensiero.Amo profondamente le tracce antropiche di un tempo che è stato.Quel tempo che fu di gente ligia al suo scorrere, appesantita dal suo scorrere, e che dei momenti lasciati da quel tempo troppo stretto era portata naturalmente a lasciare un segno della loro fede. Una fede intesa come liberazione e non necessariamente rivolta a un cristo. Questi segni li ritrovo ora nascosti lungo un ciglio di sentiero, all'ombra di un vecchio muro a secco, nella nicchia alla base di una parete. Sono segni in posa discreta e ormai datati, che richiamano solo un pensiero semmai ne avessimo l'animo per caRpirne il significato. Non vogliono altro.Al giorno d'oggi, inteso come da un paio di decenni in qua, ci si appropria letteralmente di un luogo per innalzarlo virtualmente a nostra proprietà. La discrezione non esiste più. Ogni rilievo ha il suo manufatto perlopiù protervio e immodesto. Si è alla ricerca di un qualunque apice ancora libero per potervi erigere in forma materiale il proprio egotismo, e più è grande meglio è. Le varie sezioni, privati, gruppi ecc., non hanno colpe al di là della loro piccolezza mentale. E' chi permette tali azioni (comuni, proloco ecc.) che dovrebbe tutelare le quote, ma i tornaconto (donazioni e sue varianti) - sempre mascherati - fanno certo più gola. In certi ambienti alpinistici ho avuto scontri fortissimi con chi, di fronte all'opera eretta "abusivamente", si copriva gli occhi con la mazzetta, sottoforma di donazione, data in cambio del nullaosta.Recentemente sono salito sulla cima dell'Auta, erano più di vent'anni che non ci tornavo e la ricordavo come una tra le vette più selvagge del territorio centrale del veneto-trentino. Svincolato da qualche anno dalle associazioni cui appartenevo e non più al corrente di certe iniziative, con mio sgomento ci ho trovato una grande croce, pure ancorata su un basamento cementato così grande da trattenere lassù un treno che precipitasse di sotto. Non biasimo certo la croce come simbolo, ma come manufatto. E così come tale è allucinante. Sulle prime pagine del libretto ho letto le quasi farneticanti note di chi aveva eretto tale scempio, in risposta a qualcun altro che reprimeva la posa di quell'opera. Gli autori in firma erano decine, ma invito chiunque a prendersi la briga di andare a leggere quelle pagine e cercare tra le decine di motivazioni ivi scritte dagli autori (e brutalmente imposte) una che sia appena plausibile. Hanno pure posto qualche segno lungo la via di salita, semmai dovessero, grandi alpinisti, perdere la bussola lungo la strada.Praticamente ogni cima porta sul capo il peso di un simbolo imposto (capitelli, croci smisurate, budda, bandierine ecc.), la fantasia non ha limiti, certe mentalità sì.Vorrei solo capire cosa succederebbe se ognuno che capitasse in vetta, si avvalesse della potenziale possibilità di lasciare un suo segno ai posteri o intitolato a chissachi che sia. Ogni montagna avrebbe la sua monnezza in misura alla larghezza della sommità. E nessuno avrebbe da ridire o biasimare tale cosa. Sarebbe silenzio così come è ora.Per fortuna esistoni lochi che ancora regalano quello che ai più rimane sconosciuto; provare cioè l'emozione di puntare una meta, percorrerne la traccia, cercarne il passaggio, arrivare su quella cima certamente calpestata da predecessori, ma da questi lasciata coma la natura l'ha plasmata. Poi discenderne lasciandola tale.Penso che le cime, intese come i culmini delle montagne, debbano rimanere libere da ogni guizzo d'ego, in maniera che ognuno che sia salito fin lassù possa gustarne la sensazione di solitudine e libertà.La montagna da sempre sa combattere il martellamento del tempo, MAI imparerà a difendersi dall'homo cosiddetto sapiens.Prego che un giorno almeno qualche montagna possa tornare ad avere in capo quei manufatti, naturali e certo più discreti, che sono gli omini di sassi
Penso che le cime, intese come i culmini delle montagne, debbano rimanere libere da ogni guizzo d'ego, in maniera che ognuno che sia salito fin lassù possa gustarne la sensazione di solitudine e libertà.
Funzionano da parafulmini?