Autore Topic: [INCIDENTI] Caduto UNTERKIRCHER  (Letto 32070 volte)

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Offline PassoVeloce

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Re: CADUTO UNTERKIRCHER
« Risposta #15 il: 18/07/2008 12:55 »
Mi ha colpito questa frase nel suo blog:"...........In un monastero vicino al Lago Manasavarar avevo acceso una candela pregando alle spedizioni prossime...."


A me ha fatto un pò impressione leggere sui giornali il diario degli ultimi giorni....aveva paura di quella parete e del seracco....quasi fosse proprio un sentore della tragedia che gli sarebbe capitata.... :-\

villaagnedo

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Re: CADUTO UNTERKIRCHER
« Risposta #16 il: 18/07/2008 13:45 »
A me ha fatto un pò impressione leggere sui giornali il diario degli ultimi giorni....aveva paura di quella parete e del seracco....quasi fosse proprio un sentore della tragedia che gli sarebbe capitata.... :-\

a me ha colpito molto questo passaggio:

<< Qualche giorno prima di partire per questa spedizione, uscendo da un bar, sono inciampato in un vaso di fiori che faceva da bordo sulla strada statale. Mi sono rovesciato, avevo ai piedi solo i sandali e così ho sbattuto il ginocchio sull’asfalto, procurandomi un dolore allucinante. Mi sono rialzato ed ho continuato a camminare, zoppicavo dal dolore, però sentivo che il ginocchio era rimasto illeso. Probabilmente se passava una macchina in quell’istante, mi avrebbe sicuramente investito. Il barista, un mio caro amico, uscì di corsa chiedendomi se mi fossi fatto male, non avevo più fiato per parlare. Probabilmente avrà pensato: “vuole andare a fare i 8000 metri e non sta neanche in piedi a 1500 metri”. Il destino ha voluto che mi succedesse niente ed è per questo che sono adesso qui, qui sotto la parete Rakhiot. Fin’ora tutto è andato come da programma, mica ci tireremo indietro adesso? Domani al mattino saliamo alla morena, lo zaino sarà abbastanza pesantello, in più abbiamo gli sci da portare. Aspetteremo fino a quando sarà buio, perché di giorno fa troppo caldo. Se non è nuvolo, la luna sarà dalla nostra parte. Il seracco intermedio deve fare il “bravo” da 8 a 10 ore, non chiediamo poi tanto?! Sfrutteremo una costola nevosa fino sotto la fascia di rocce. Essa non dovrebbe creare problemi. Se poi nella giornata di martedì riusciamo a saltare sopra al “nostro” seracco intermedio allora saremo a cavallo del pilastro! Dopodiché toccherà a noi! A resistere alla fatica e a superare la parete con maestria. Una volta che avremo raggiunto il pianoro sommatale, punteremo la vetta. Abbiamo viveri e gas per sciogliere neve per almeno 5 giorni.…speriamo in bene! La discesa è prevista per la via di Hermann Buhl del ’53. Il nostro staff al campo base ci consiglia invece di scendere dalla via “normale”, per la parete Diamir. Chissà: “forse” gli ho detto, tutto dipenderà da tanti fattori. Inshallah!! ( Come Dio vorrà) >>
« Ultima modifica: 18/07/2008 13:48 da ale »

donkey71

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autoconservazione.,.,.
« Risposta #17 il: 18/07/2008 13:54 »
La forza interiore di autoconservazione. Una legge genetica che tocca tutti in certi momenti. Nel alpinismo, è più frequente provarla. Ecco in cosa staran puntando Nones e compagno per uscire dal paretone, sicuramente moralmente provati per la difficile scelta tra il proseguire verso il plateau o morire. Il tempo peggiorerà nei prox giorni, contiamo nella velocità del "Gnaro" e nel fatto che la burocrazia solita di quei paesi per un po' dia una mano in una situazione davvero disperata...in bocca al lupo, davvero. Spero ce la facciano, di cuore..

FUAZ

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Re: CADUTO UNTERKIRCHER
« Risposta #18 il: 18/07/2008 14:34 »
poche le parole... molte le lacrime...
spendiamo solo 5 minuti del nostro tempo per dire qualche preghiera per questo giovane, ma grande alpinista e anche per la sua famiglia... che piu' di tutti patira' la perdita'.
ho le lacrime agli occhi, io che nemmeno lo conoscevo se non di fama, figuriamoci i suoi! che Dio vegli sulla sua famiglia e sui suoi compagni che saranno segnati a vita...

villaagnedo

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Re: CADUTO UNTERKIRCHER
« Risposta #19 il: 18/07/2008 15:09 »

ho le lacrime agli occhi, io che nemmeno lo conoscevo se non di fama, figuriamoci i suoi! che Dio vegli sulla sua famiglia e sui suoi compagni che saranno segnati a vita...


mi fa impressione  che questa gente lo mette già in conto di poter morire... di rischiare veramente molto.. sul nanga parabat  se non ho capito male il 30% di quelli che hanno tentato la vetta ci hanno lasciato le penne .. una montagna disseminata da croci... è una percentuale spaventosa .. quasi da roulette russa  e nonostante questo, queste persone con famiglia, moglie, figlioli,  ci provano ugualmente ..
Devo ancora farmi una idea, a volte mi viene da ritenerli degli incoscienti altre volte invece non posso non provare ammirazione per chi è disposto a mettere in gioco la proprio vita e tutto quello che ha per una passione.. probabilmente io non posso capire, comunque una parte di me li ammira e invidia il modo in cui questo ragazzo è morto ,salito in cielo con le proprie gambe ben prima che a farlo fosse il destino

Offline PassoVeloce

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Re: CADUTO UNTERKIRCHER
« Risposta #20 il: 18/07/2008 15:17 »
Anche questa.......
"Siamo qui per una "missione"… quella parete…quel seracco a metà parete…non mi esce dalla testa. Ci vorranno sicuramente 10 - 12 ore per salire il seracco, mi chiedo se saranno ore inutili, ore che ci impediranno la salita? Cerco di riaddormentarmi, ma la mia mente è confusa da tante domande. La probabilità che il seracco piombi giù in quelle ore, è minima, di certo non è una roulette russa. Però, mai dire mai! Siamo nati e un giorno moriremo. In mezzo c'è la vita. Io la chiamo il mistero, del quale nessuno di noi ha la chiave. Siamo nelle mani di Dio….e se ci chiama… dobbiamo andare. Sono cosciente che l'opinione pubblica non è del mio parere, poiché se veramente non dovessimo più ritornare, sarebbero in tanti a dire: "Cosa sono andati a cercare là? Ma chi glielo ha fatto fare?". Una sola cosa è certa, chi non vive la montagna, non lo saprà mai! La montagna chiama!»"
Ultimo messaggio sul sito di Karl Unterkircher è del 13 luglio, il giorno precedente alla tragedia. "«Sono straiato nella mia tenda e provo a continuare a leggere. Ma non riesco a concentrarmi, la mia mente è fissata su quella parete. La parete Rakhiot, su quel stramaledetto seracco in mezzo alla parete. In quella fascia di ghiaccio, che ci ostruisce la via di salita. Un mese fa quando arrivammo al campo base, questa parete mi fece paura...Però sono le scariche di ghiaccio che mi procurano paura. ...E' una missione pericolosa! Probabilmente affronteremo la montagna come degli assaltatori di prima fila in guerra. Ma invece delle armi avremmo le piccozze e i ramponi. Dovremmo prestare tanta attenzione, scegliendo la linea con il minor pericolo. ... Ormai da una settimana teniamo d'occhio tutti i giorni la seraccata per registrare ogni minimo cambiamento. ... Nonostante l'evidente pericolo anche Walter e Simon sono motivati e convinti di salire. Nella mia mente però, il fattore della responsabilità, mi procura ansia, pensando frequentemente a casa, ai miei cari. La cosa migliore onde evitare veramente sgradevoli imprevisti, sarebbe rinunciare al progetto..... Fin'ora tutto è andato come da programma, mica ci tireremo indietro adesso?»"

Offline Claudia

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Re: CADUTO UNTERKIRCHER
« Risposta #21 il: 18/07/2008 15:33 »
Ragazzi, sembrava se l'aspettasse...

Offline PassoVeloce

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Re: CADUTO UNTERKIRCHER
« Risposta #22 il: 18/07/2008 15:40 »
Ragazzi, sembrava se l'aspettasse...
Infatti....il segnale di paura era proprio forte  :-\ alle volte bisognerebbe fidarsi del proprio istinto....poi in quel caso rinunciare dopo tanti sacrifici sarebbe stata dura...però... :(

Offline nantes

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Re: CADUTO UNTERKIRCHER
« Risposta #23 il: 18/07/2008 15:52 »
tutti per vivere devono avere delle passioni, devono crearsi degli obbiettivi, è neccessario e non può essere altrimenti perchè ognuno di noi è un essere unico;
Ognuno di noi che ad esempio ha la passione della montagna, in misura diversa sa che deve affrontare dei rischi, sempre ed in ogni occasione,
poi il livello di accettazione del rischio è molto variabile a secondo della preparazione, dell'esperienza, della passione stessa della persona;
anche chi decide di fare un escursione semplice su un sentiero sa (o dovrebbe sapere) che basta un sasso, un inciampo, un giramento, un semplice temporale per capovolgere la situazione.
Penso che sarà sempre così perché "l'uomo" è fatto così

donkey71

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Re: CADUTO UNTERKIRCHER
« Risposta #24 il: 18/07/2008 18:24 »
L'alpinismo di Karl era un grande alpinismo, fuori dagli schemi, essenziale. Un po' come l'alpinismo di Simone Moro. Credo che una forte passione, possa arrivare ad innalzare l'uomo oltre queste miserie terrene. Come anche il semplice camminare, che porta spesso degli aspetti di elevazione o perlomeno può diventare un cammino di ricerca di qualcosa che va al di là di un panorama. Non voglio esser trascendentale o magari retorico, ma credo che la montagna vada prima o poi conosciuta sotto questo aspetto di "elevazione". Non serve pensarci troppo o porsi domande, l'azione ed il momento è quel che conta. L'emozione. Come del resto, il cammino di questa vita.

Offline alessandro28

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Re: CADUTO UNTERKIRCHER
« Risposta #25 il: 19/07/2008 09:09 »
io sono rimasto impressionato dalla calma, tranquillità con qui ne ha parlato la moglie al tg3 ieri sera...
alle domande del giornalista ha risposto con serenità, confortata dal fatto che quello che suo marito stava facendo era la sua passione, che sapevano benissimo tutti e due che le spedizioni di Karl avevano un'alta probabilità di incidenti anche mortali. Quando poi gli è stato chiesto se era dispiaciuta per il fatto che il corpo del marito sarebbe rimasto sepolto per sempre su quella montagna lei ha risposto che quella era la sua montagna e lui riposerà per sempre in un luogo per lui stupendo...
la moglie ha accettato con una serenità sconcertante la morte del marito che mi ha lasciato sbigottito...  :o

Offline AGH

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Re: CADUTO UNTERKIRCHER
« Risposta #26 il: 19/07/2008 10:04 »
signori, queste persone hanno il grande privilegio di poter vivere (e morire) la loro vita seguendo le loro passioni... non è poco... Se Karl lavorava in ufficio magari moriva più tardi ma...?
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manuel115

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Re: CADUTO UNTERKIRCHER
« Risposta #27 il: 19/07/2008 10:24 »
Walter Nones e Simon Kehrer stanno bene e sono reattivi

Walter Nones e Simon Kehrer stanno bene e sono reattivi. Una buona notizia arriva dalla parete del Nanga Parbat dove i due alpinisti sono bloccati da 5 giorni e dove 4 giorni fa ha perso la vita in un crepaccio il capocordata Karl Unterkircher. La tenda dei due alpinisti era stata avvistata ieri. Oggi, grazie alle condizioni metereologiche favorevoli, l’elicottero ha raggiunto la zona e sono stati calati a Nones e Kehrer viveri e un telefono satellitare. I due hanno salutato l’elicottero.

Un primo lancio è andato a vuoto a causa dell’aria rarefatta che ha costretto l’elicottero a volare troppo velocemente, ha raccontato all’Ansa Agostino da Polenza, che sta coordinando l’operazione dall’Italia. L’elicottero è quindi tornato alla base dove è stato liberato anche dei sedili per renderlo più leggero. Il secondo volo è andato a segno ed è stato quindi calato il sacchetto con i viveri e il telefono. Non è stata però ancora stabilita nessuna comunicazione. C’è la possibilità che il telefono sia finito in un crepaccio o si sia rotto nel lancio. :D

Offline AGH

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Re: CADUTO UNTERKIRCHER
« Risposta #28 il: 19/07/2008 10:34 »
se capisco bene, i due sono troppo in alto per poter essere recuperati dall'elicottero, che a quelle quote non può atterrare (o meglio potrebbe, ma poi non ce la farebbe ad alzarsi  ;D

Prima si era detto che i due avrebbero dovuto guadagnare la cresta per scendere dall'altra parte, ora che sarebbe meglio scendessero per lo stesso versante per essere soccorsi dall'elicottero... mah, speriamo bene...
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Offline alessandro28

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Re: CADUTO UNTERKIRCHER
« Risposta #29 il: 20/07/2008 13:15 »
tgCom 20/07/2008 12.20

"Nones e Keher chiamano dal satellitare

Walter Nones e Simon Kehrer stanno bene, hanno viveri e sono in buone condizioni. Pochi minuti prima di mezzogiorno i due alpinisti italiani impegnati da martedì scorso sulla parete Rakhiot del Nanga Parbat sono riusciti finalmente a stabilire un contatto telefonico con i soccorsi e hanno parlato con Agostino Da Polenza, che dall'Italia coordina le operazioni.

I due alpinisti avrebbero deciso di scendere dalla via Buhl, sul versante del Rakhiot. Poco prima delle 11 Nones e Kehrer avevano mandato un segnale, ma non erano riusciti a parlare con i soccorritori.

Adesso invece il contatto ha reso possibile capire da quale versante scenderanno, così da permettere ai soccorritori di andare loro incontro, a piedi o in elicottero. La discesa dalla via Buhl, la prima via di salita percorsa nel 1953 dall'omonimo alpinista tedesco in solitaria, era quella prevista in origine dalla spedizione, guidata da Karl Unterkircher.

I due alpinisti hanno probabilmente deciso di scendere da questo versante perché prima di partire avevano studiato questa via di discesa, forse con gli sci, in maniera più approfondita di quella sull'altro versante del Diamir.

Data l'ora, in Pakistan il fuso è quattro ore avanti rispetto all'Italia, è probabile che Nones e Kehrer attendano la giornata di lunedì per ridiscendere. "

finalmente qualche notizia positiva.
al tg1 hanno appena detto però che durante la comunicazione i due hanno informato i soccorritori che si sta preparando una perturbazione che potrebbe rendere difficile il rientro nei prossimi giorni... speriamo  ;)