0 Utenti e 4 Visitatori stanno visualizzando questo topic.
Personalmente vedo bambini senza padre, le statistiche non le capisco. Senza polemica, che non sono sicuro di avere inquadrato correttamente quanto vuoi dire.
Certo, ci sono tanti bimbi senza uno dei genitori, ma non credo che tutti i genitori abbiano scelto di lasciarli soli...
Continuo a non capire. Mi fermo qui, scusa.
Io ribadisco comunque che quella di Unterkircher e' stata una scelta. Non certo la scelta di morire, ma quella di accettare rischi enormi per raggiungere un obiettivo a discapito di ideali come la famiglia che io invece reputo superiori a qualsiasi altra cosa.
Certo, ci sono tanti bimbi senza uno dei genitori, ma non credo che tutti i genitori abbiano scelto di lasciarli soli...mi spiego: credo ci sia una differenza oggettiva tra attraversare la strada e restare sotto un autobus o cadere in un crepaccio a 6.400 metri.
Qualcuno ha fatto il paragone con la droga, non so se sia calzante ma certamente c'è tanta gente che cerca "lo sballo" o le emozioni forti in varie forme... chi si butta col paracadute, chi corre in macchina, chi va a 8000 metri, c'è poi così tanta differenza? La molla che li spinge a fare questo è probabilmente molto simile...
no, non calza per niente: gli sport estremi richiedono una lucidità estrema per essere praticati e cercare il limite. Chi cerca lo "sballo" è matematicamente morto in partenza perchè non ha paura, non cerca il limite ma l'annullamento di se stesso perchè non ama se stesso e nulla di quel che fa.
Visto che il discorso "droga" lo ho tirato in ballo io...Il mio era un paragone per cercare di giustificare la dipendenza e non gli effetti momentanei che l'uso della droga produce. Quello che dici tu e' anni luce distante dal concetto che volevo esprimere io.Scusate se modifico postumo, ma rileggendo mi accorgo di essermi spiegato da schifo:Il mio paragone con la droga non voleva minimamente prendere in considerazione gli effetti che la droga produce. Ho usato questo esempio per giustificare la "dipendenza da montagna" di molti alpinisti.
se la tua frase è questa "Questa e' solamente passione, una passione spinta all'esasperazione, una specie di droga della quale non poter fare a meno." concordo in pieno.La molla è la passione, l'effetto nel "durante" è garantito dall'adrenalina alle stelle.
Credo che Karl avesse nella vita uno scopo ben preciso, al quale molti di noi rinunciano… ovvero realizzare un sogno… la moglie avendolo sposato credo che fosse piu’ che cosciente delle sue passioni e desideri e sicuramente le scelte di Karl erano appoggiate completamente da lei (questo credo si capisca anche dalle interviste). Certo rimane il fatto di abbandonare i propri figli per fare un qualcosa che forse (e in questo caso cosi’ e’ stato) che non te li fara’ piu’ riabbracciare… a mio giudizio, credo che conti di piu’ come fosse stato come padre, se nei momenti in cui era con la sua famiglia fosse presente davvero. Quanti padri ci sono al mondo che pur vivendo 24 ore su 24 con la propria famiglia e’ come se non ci fossero nemmeno per 5 minuti? Ho motivo di credere che Karl fosse una buona persona, ha fatto quanto di piu’ al mondo sognasse e sicuramente con la testa non lontano da casa e con un bel peso sul cuore… e’ vero, un sogno forse un po’ egoista, ma era egoista anche quando stava con loro?E’ difficile giudicare e dire se ha fatto bene oppure no, su questo potremmo andare avanti all’infinito.
Io credo che, nella vita, ognuno cerchi di fare del proprio meglio. E' che la vita non è facile, e non è facile dire se una persona sia stata una buona persona, un buon padre, una buona madre e così via. I risvolti sono troppi per generalizzare.Alla fine l'unico metro sta, forse, nell'amore che diamo e riceviamo. Un persona che ci ricorda con affetto, probabilmente, sta a dire che qualcosa di buono l'abbiamo fatto, malgrado tutto.
Alla fine l'unico metro sta, forse, nell'amore che diamo e riceviamo. Un persona che ci ricorda con affetto, probabilmente, sta a dire che qualcosa di buono l'abbiamo fatto, malgrado tutto.