Autore Topic: Alpinista lasciò morire amico, per giudice è omicidio  (Letto 3949 volte)

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Si ripropone il drammatico caso della responsabilità di chi conduce una cordata. Ma il tema riguarda ovviamente anche escursioni, gite, eccetera.
Che ne pensate?
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Un alpinista esperto è stato rinviato a giudizio per omicidio colposo del compagno di scalata, morto durante un'ascensione sul Gran Sasso, un anno fa, quando sulla zona imperversava la bufera. Secondo il gip, Paolo Scimia, 33 anni, avrebbe abbandonato Massimiliano Giusti, 37 anni, scalatore inesperto, che precipitò in un dirupo, dove rimase agonizzante alcune ore fino al decesso. Per il giudice, Scimia distanziò anche l'amico invece di soccorrerlo. Quel tragico 26 febbraio del 2012 - L'episodio risale al 26 febbraio 2012 quando Scimia accompagna Giusti in quella che sarà l'ultima scalata dell'amico. I due, secondo quanto riportato da Repubblica, salgono sul Corno Grande, nonostante condizioni atmosferiche proibitive. Arrivano sulla cima del Corno Grande dove vengono investiti in pieno dalla bufera e Giusti precipita nella "Valle dell'Inferno", mentre Scimia, che era avanti nel percorso riesce a salvarsi.

Le drammatiche telefonate della vittima - Tra le prove raccolte contro di lui ci sono le drammatiche telefonate effettuate sulla cima del Corno Grande da Giusti che chiedeva disperatamente aiuto ai familiari dicendo di essere rimasto solo, abbandonato dal compagno esperto. L'avvocato di Scimia, Ferdinando Paone, respinge l'accusa. Per il legale il suo assistito ha agito per stato di necessità e si è messo in salvo. Ognuno, in quei momenti drammatici, ha pensato a mettersi in salvo. Poi, Paone respinge il profilo della vittima tratteggiato dal pm e dal gip, dicendo che non era uno scalatore così inesperto. Il caso, comunque, è destinato a far discutere.
da http://www.tgcom24.mediaset.it/cronaca/abruzzo/articoli/1083714/alpinista-lascio-morire-amicoper-gip-e-omicidio.shtml
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Re:Alpinista lasciò morire amico, per giudice è omicidio
« Risposta #1 il: 28/02/2013 12:18 »
Senza entrare nello specifico della vicenda, il problema della responsabilità penale e civile di chi accompagna qualcun altro in montagna (a vario titolo.. guida alpina, accompagnatore CAI SAT titolato o meno, o semplice amico esperto che "porta" altri meno esperti) è una questione controversa e complicata...

Qui alcune note del CAI in materia ...http://www.caisem.org/public/Didattica%5CISTRUTTORI%5COcchi%20aperti%20-%20Responsabilita%20in%20montagna.pdf

Diversi anni come accompagnatore delle gite sociali della mia Sezione CAI mi hanno convinto che:
a) il timore della responsabilità è la cosa che + frena le varie Sezioni CAI nell'organizzazione delel gite sociali;

ovvio che ci vuole la giusta attenzione e preparazione ma... oramai nei corsi x accompagnatori viene dato + spazio al tema della responsabilità che non alle materie strettamente tecniche
La montagna è...l'abbraccio di un amico ed il fuoco di un bivacco condiviso.

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Re:Alpinista lasciò morire amico, per giudice è omicidio
« Risposta #2 il: 28/02/2013 12:28 »
Senza entrare nello specifico della vicenda, il problema della responsabilità penale e civile di chi accompagna qualcun altro in montagna (a vario titolo.. guida alpina, accompagnatore CAI SAT titolato o meno, o semplice amico esperto che "porta" altri meno esperti) è una questione controversa e complicata...

Qui alcune note del CAI in materia ...http://www.caisem.org/public/Didattica%5CISTRUTTORI%5COcchi%20aperti%20-%20Responsabilita%20in%20montagna.pdf

Diversi anni come accompagnatore delle gite sociali della mia Sezione CAI mi hanno convinto che:
a) il timore della responsabilità è la cosa che + frena le varie Sezioni CAI nell'organizzazione delel gite sociali;

ovvio che ci vuole la giusta attenzione e preparazione ma... oramai nei corsi x accompagnatori viene dato + spazio al tema della responsabilità che non alle materie strettamente tecniche

ma nel caso di accompagnatori cai et similia, il caso mi pare più chiaro e definito. Ma nel caso di comitive spontanee tra amici o addirittura conoscenti?
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Re:Alpinista lasciò morire amico, per giudice è omicidio
« Risposta #3 il: 28/02/2013 12:59 »
ma nel caso di accompagnatori cai et similia, il caso mi pare più chiaro e definito. Ma nel caso di comitive spontanee tra amici o addirittura conoscenti?
Viene tutto lasciato alla discrezionalità del giudice sul caso concreto e specifico... ad esempio io sapevo che, nel caso di un gruppo di amici, il giudice individua, nel gruppo, quello che, x titoli o esperienza, è il + esperto... ed è a questo che addebita, se del caso, la responsabilità, sempre che il comportamento sia stato doloso o evidentemente colposo. o di palese omissione di socorso.. questo però, nelle note del CAI, viene definito una leggenda metropolitana.. quindi non so...
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Re:Alpinista lasciò morire amico, per giudice è omicidio
« Risposta #4 il: 01/03/2013 03:27 »
Mi colpisce davvero molto che anche per un'associazione puramente di conoscenza/amicizia si possano ravvisare risvolti penali. La dimensione morale della questione e' ovvia, anche se mai chiara senza conoscere i particolari precisi della situazione specifica. Ma avevo sempre pensato che in montagna, a meno che uno non si affidi ad un esperto ufficiale, valesse il principio che ognuno si assume la responsabilita' individuale delle proprie scelte.
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Re:Alpinista lasciò morire amico, per giudice è omicidio
« Risposta #5 il: 01/03/2013 08:01 »
Ma avevo sempre pensato che in montagna, a meno che uno non si affidi ad un esperto ufficiale, valesse il principio che ognuno si assume la responsabilita' individuale delle proprie scelte.

in teoria dovrebbe essere così. Però è anche vero che a volte certi "esperti" possono mettere in pericolo la vita altrui. In quel caso non ne rispondono? In ogni caso mi pare impossibile stabilire una regola univoca, dovrà essere vagliato caso per caso
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Re:Alpinista lasciò morire amico, per giudice è omicidio
« Risposta #7 il: 01/03/2013 09:46 »
Se può servire, se ne parla anche qui


http://www.cainovara.it/RACCONTI%20ARTICOLI%20%28responsabilit%C3%A0%20in%20montagna%29.htm

alla fine non se ne esce. Gli accompagnatori delle sezioni cai et similia si faranno più guardinghi, tutti gli altri faranno esattamente come prima. Del resto, mica ci si può far firmare "liberatorie" dagli amici con cui andiamo in gita no?  ;D
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Re:Alpinista lasciò morire amico, per giudice è omicidio
« Risposta #8 il: 01/03/2013 09:59 »
alla fine non se ne esce. Gli accompagnatori delle sezioni cai et similia si faranno più guardinghi, tutti gli altri faranno esattamente come prima. Del resto, mica ci si può far firmare "liberatorie" dagli amici con cui andiamo in gita no?  ;D
Concordo in pieno... e ribadisco: uno dei principali ostacoli che "frena" le attività delle Sezioni CAI-SAT  (ma anche le attività dei gruppi scout e parrocchiali che portano ragazzi in montagna) è proprio il terrore per la responsabilità... Conosco  parecchi accompagnatori del mio CAI, gente tosta, prudente e responsabile, che, partiti x i corsi di formazione con entusiasmo, ritornavano in Sezione impauriti e sconcertati, al punto di dire: "Con quello che ci hanno insegnato al corso, l'unica strada è.. non organizzare più nulla a livello sociale e andare in montagna per i cavoli propri"... davvero scoraggiante... >:(
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Re:Alpinista lasciò morire amico, per giudice è omicidio
« Risposta #9 il: 01/03/2013 10:15 »
Conosco  parecchi accompagnatori del mio CAI, gente tosta, prudente e responsabile, che, partiti x i corsi di formazione con entusiasmo, ritornavano in Sezione impauriti e sconcertati, al punto di dire: "Con quello che ci hanno insegnato al corso, l'unica strada è.. non organizzare più nulla a livello sociale e andare in montagna per i cavoli propri"... davvero scoraggiante... >:(

si ma come se ne esce? Penso che alla fine gli incidenti per colpa siano davvero rarissimi... purtroppo quest'ossessione di normare tutto finisce poi che castra ogni iniziativa :(
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Re:Alpinista lasciò morire amico, per giudice è omicidio
« Risposta #10 il: 01/03/2013 13:33 »
si ma come se ne esce? Penso che alla fine gli incidenti per colpa siano davvero rarissimi... purtroppo quest'ossessione di normare tutto finisce poi che castra ogni iniziativa :(
Non se ne esce.. nel senso che, alla fine, se trovi un magistrato puntiglioso e accompagni un amico notoriamente meno esperto di te, da quello che ho capito, se qualcosa va storto, rischi comunque delle rogne... :(
purtroppo quest'ossessione di normare tutto finisce poi che castra ogni iniziativa :(
.. quoto ... e castra ogni iniziativa anche l'ossessione di trovare il colpevole ad ogni costo...come si fa allora ad avviare i ragazzi alla montagna se, qualsiasi iniziativa viene frenata da questo "terrorismo" colpevolista.? ;D.. Ma ormai, fateci caso, è così in ogni campo: professori che cercano in ogni modo di svicolare dall'accompagnamento delle gite scolastiche...(basta che un allievo si rompa un'unghia scendendo dal pulmann, che i genitori gli fanno causa.. ;D).. medici-chirurghi che non "rischiano" più operazioni forse risolutive ma rischiose, ma effettuano solo quelle di routine, per non essere sbranati, se va male, dagli avvocati delle famiglie...genitori che denunciano altri genitori se i rispettivi figli, nel corso di una baruffa, si fanno un semplice occhio nero...  ;D
Tornando alla montagna, questo "terrorismo della responsabilità" uccide il volontariato delle associazioni senza fini di lucro(CAI-SAT, scout, parrocchie.. associazioni che non hanno alle spalle denaro e quindi avvocati ;)) e porta ad andare solo verso l'accompagnamento professionale (a pagamento delle guide alpine.. naturalmente per chi può permetterselo... ;)), le sole che, grazie agli introiti, possono, in caso di incidente, permettersi le spese dei legali... ; viene perfino scoraggiato l'andare in montagna come gruppo ristretto di amici ..e il perchè lo abbiamo visto... insomma.. alla fin fine, spesso la conclusione è:"Vado da solo... non devo mettermi d'accordo con nessuno su orari e itinerari... e, soprattutto,  se succede qualcosa.. sono soltanto cavoli miei"...
Davvero scoraggiante... >:(
 
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Re:Alpinista lasciò morire amico, per giudice è omicidio
« Risposta #11 il: 04/03/2013 18:11 »
Certo la cosa può sembrare sconcertante ma lo è quanto più indefinita e/o facile sia la situazione.
Nella salita in cordata è tutto definito (escludendo la conserva) e neanche in caso di incidenti gravi o mortali si può disquisire sulle responsabilità.
Per i casi che mi hanno toccato ho passato qualche ora in caserma C.C. rendendo testimonianza dell'accaduto.
Per tutto il resto è discussione aperta.
Quello che cambia tra il volontario/occasionale compagno e il professionista è che quest'ultimo si assume, in cambio di un compenso, tutte le responsabilità (cambio dei pannolini compreso) e oneri.
Diverso è il caso dell'accompagnatore CAI che spesso si assume responsabilità sottovalutando i rischi relativi pensando che la sua figura lo metta al sicuro dalle responsabilità.

Se penso a quanto fatto in quella veste mi vengono i brividi.

Come risultato solo raramente vado in giro, oltre a certe difficoltà, con persone non di famiglia.
Piuttosto, e non è una soddisfazione minore, vado con la formula : (numero dispari < 2) .
Per il mio modo di andare, inoltre, è la soluzione migliore.