Una valanga ha spazzato via lo storico "bait" sopra Ossana. Certo c'è da chiedersi se in quel momento... qualcuno fosse stato dentro...
foto da Il Trentino
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La slavina porta via lo storico «bait»
Il ricovero a Caldura, sopra Ossana, non c’è più: era servito per i soccorsi dopo il disastro aereo del ’56
OSSANA. Una valanga si è portata via il Bait di Caldura, un piccolo, storico ricovero alpino a 2.156 metri di quota sulle pendici settentrionali del monte Caldura, sopra Ossana.
«La grossa massa di neve dev’essere precipitata una decina di giorni fa - racconta il sindaco Luciano Dell’Eva - ma solo nei giorni scorsi si è diffusa la notizia: con il binocolo, sono stati osservati il distacco del fronte ghiacciato, a circa 2.500 metri su una cresta del monte Giner, e la colata scesa fino a quasi 1600 metri».Tra venerdì e domenica, le conferme, arrivate da escursionisti che si sono spinti fin lassù lungo il sentiero invaso dalla neve (d’estate, la camminata dura due ore e mezza, tre ore). Infine, ieri, il volo di ricognizione di un elicottero ha monitorato la situazione in una zona in cui, riprende Dell’Eva, «negli ultimi cento anni non erano state registrate valanghe così significative».
In località Caldura, nel 1956, si concentrarono invece le operazioni di soccorso in seguito a una disgrazia aerea. «Il 22 dicembre, un velivolo delle Linee Aeree Italiane - Lai si schiantò contro la montagna. Furono 21 i morti - ricorda Dell’Eva - e il bait, che già esisteva, venne sistemato come base logistica delle operazioni di recupero di salme e resti». All’indomani della tragedia, fu l’Alitalia (con cui la Lai si era fusa) a promuovere la definitiva ristrutturazione del bivacco, divenuto da allora non solo meta di escursioni, ma anche di commemorazioni e di ricordi. E per questo storico, simbolico per la comunità di Ossana e non solo.
La ristrutturazione più recente, lo segnala ancora Dell’Eva, «risale al 2001, a spese del Comune». Il bait, gestito dalla sezione Cai - Sat dell’Alta val di Sole, poteva accogliere 7-10 persone, era attrezzato con una cucina, aveva una muratura di sassi.
Ricostruirlo non sarà semplice. Dell’Eva se ne rende conto: «Innanzi tutto, bisognerà verificare la sicurezza della zona. Lo faremo con i servizi provinciali e, se ci sarà l’ok, dovremo valutare le diverse ipotesi possibili: rifare il bait lì dove sorgeva, spostarlo trovando una collocazione più sicura, non ricostruirlo».(f.d.d.)
http://trentinocorrierealpi.gelocal.it/cronaca/2013/05/14/news/la-slavina-porta-via-lo-storico-bait-1.7064570