Autore Topic: I Suoni sfiatati delle Dolomiti: bloccati in quota, chiamano il soccorso alpino  (Letto 10028 volte)

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Offline AGH

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come volevasi dimostrare. La presunta "valorizzazione" della montagna trasformata in carrozzone musicale, produce questi bei risulati: la mandria di turisti portata in quota con la funivia, rimasta poi bloccata per il vento, ha dovuto essere soccorsa con gli elicotteri, il Soccorso Alpino e i Vigili del Fuoco! No comment!
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Bloccati in quota sul Piz Boé

24/07/2009 14:52
PORDOI- Il vento, levatosi fortissimo nel pomeriggio in alta val di Fassa, ieri ha giocato un brutto scherzo ai turisti saliti in funivia al Sass Pordoi per una fra le più comode e paesaggisticamente appaganti escursioni che si possano fare in Trentino, quella sull'altopiano del Piz Boé, nel cuore delle Dolomiti patrimonio dell'umanità, dove tra l'altro proprio ieri per la manifestazione "I suoni delle Dolomiti", si esibiva il talentuoso trombettista jazz Paolo Fresu. Al momento di scendere al parcheggio di passo Pordoi, infatti, i circa 400 escursionisti che avevano utilizzato il comodo l'impianto di risalita per arrivare in vetta, hanno scoperto che proprio a causa del forte vento, l'impianto stesso era stato chiuso. Nulla di catastrofico né di drammatico, sufficiente però a creare un palpabile senso di agitazione nei molti che si sono ritrovati a 3.000 metri di quota con calzature ed abbigliamento assolutamente inadatti all'uso delle gambe su terreno montagnoso.

L'insolita situazione, a metà fra l'allarme e la barzelletta, è stata brillantemente risolta "mixando" in giuste dosi la necessità di garantire sicurezza nella discesa ad un numero così elevato di persone ed il buon senso. Il primo ingrediente è stato portato da due elicotteri: uno dell'Aiut Alpin Dolomietes che ha trasportato a valle cinque persone che oggettivamente non potevano scendere a piedi (due perchè lievemente ferite; una signora incinta di 8 mesi ed una bimba cardiopatica di 9 anni con la mamma); l'altro dei vigili del fuoco permanenti di Trento (il mezzo da lavoro, non l'eliambulanza) che invece ha portato in quota venti soccorritori alpini. Il secondo ingrediente (il buon senso) è toccato proprio ai soccorritori alpini delle stazioni Moena, Centro Fassa e Alta Fassa «distribuirlo» alle persone trovatesi orfane della funivia, convincendole a scendere a piedi - premurosamente assistite dai soccorritori - dalla forcella del Sass Pordoi.

L'operazione rientro, iniziata verso le 16.30, si è felicemente conclusa attorno alle 19.30. Circa 200 le persone che sono state scortate a piedi dagli uomini del Soccorso alpino dal Rifugio S.Maria in cima alla forcella del Sass Pordoi, fino al parcheggio del passo. Le altre 200 dopo le ore 18 hanno potuto scendere un po' alla volta con la funivia che nel frattempo, cessate le violente raffiche di vento che ne avevano consigliato la chiusura per ragioni di sicurezza, era stata riattivata.

da L'adige
http://www.ladige.it/news/2008_lay_notizia_01.php?id_cat=4&id_news=35150
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Offline L'Arsène

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come volevasi dimostrare. La presunta "valorizzazione" della montagna trasformata in carrozzone musicale, produce questi bei risulati: la mandria di turisti portata in quota con la funivia, rimasta poi bloccata per il vento, ha dovuto essere soccorsa con gli elicotteri, il Soccorso Alpino e i Vigili del Fuoco! No comment!
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comment, invece!
tanto, si risolve tutto con gli elicotteri, no?   >:(   
 
meglio le patate che l'epatite!

Offline iw6bff

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Sono curioso, chi paga il conto? ???
Ettore

Offline AGH

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Sono curioso, chi paga il conto? ???
Ettore

bella domanda!!!  ;D
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Offline Guido

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bella forza, capisco quelli che magari non avevano l'abbigliamento adatto ed erano capaci, ma non capisco questa levata di scudi, l'elicottero è stato usato per una donna incinta e una bambina cardiopatica da quanto c'è scritto, magari c'erano anche anziani che poi son scesi a piedi...cos'è loro non possono andare in montagna? e poi sono tutte persone salite senza pretese perchè  con la funivia...pensavano anche di scenderci. una manifestazione che porta turismo in montagna in chiave non di massa non mi sembra così da denigrare, soprattutto per un intervento che non è dipeso da nessuna responsabilità personale.
Anche vedendola dal punto di vista economico loro sicuramente han portato più risorse di quanto faccia un escursionista sprovveduto che per sua incuria si fa soccorrere durante una gita.
"...sarà da chiedersi se esistano ancora escursionisti capaci di divertirsi sulle medie difficoltà, per trovare sè stessi anche in una giornata senza ambizioni, trascorsa serenamente all'insegna della natura più delicata." Giampaolo Sani

Offline alessandro28

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come volevasi dimostrare. La presunta "valorizzazione" della montagna trasformata in carrozzone musicale, produce questi bei risulati: la mandria di turisti portata in quota con la funivia, rimasta poi bloccata per il vento, ha dovuto essere soccorsa con gli elicotteri, il Soccorso Alpino e i Vigili del Fuoco! No comment!
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a me non sembra così da criticare la manifestazione. io non so che tipo di percorso e terreno abbiano dovuto affrontare arrivati in cima alla funivia (2min a piedi o 30min di camminata?) certo è che se devo salire a quell'altitudine non vado di certo con le infradito, neppure se il ocncerto fosse appena fuori dalla funivia. il recupero delle persone (5 in tutto) mi pare più che giustificato, sono tutte persone che non sarebbero state in grado di fare la discesa. che poi gli altri siano stati accompagnati dal soccorso alpino magari vuol dire che non conoscendo la zona e pensando di poter scendere come erano saliti non avevano idea della strada da fare per scendere. mi è sembrata una scelta saggia ache quella di farli accompagnare dal soccorso.
se vogliamo si può discutere su chi pagerà il conto, spero l'organizzazione.
l'operazione in se mi pare più che giustificata.
non come la signora che si è fatta portare in valle da non mi ricordo quale rifugio perché aveva male alle gambe, o il cretino di turno che arriva al Grosté in ciabatte e si spacca una gamba mobilitando decine di persone.

Offline AGH

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io dico solo questo: ma come si fa a portare una bambina cardiopatica di 9 anni a 3000 metri? E' sempre la stessa logica che banalizza la montagna: se non c'era la funivia, nessuno avrebbe neppure immaginato una simile follia. E se i 400 "avventurosi" saliti a quella quota avessero avuto un minimo di esperienza in montagna, sarebbero scesi tranquillamente a piedi, per conto loro, visto che la discesa dal ghiaione del Pordoi è una mezza fesseria alla portata di qualsiasi escursionista serio. Senza elicotteri, soccorsi e guide alpine di accompagnamento. Stavolta è andata bene... ma ha senso tutto questo, al di là della solita logica trita e ritrita "i turisti portano soldi"?
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Offline Claudia

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io dico solo questo: ma come si fa a portare una bambina cardiopatica di 9 anni a 3000 metri?
è la stessa cosa che ho pensato io...
specifico che cmq che anche un banale "soffio al cuore" per un giornalista può essere una cardiopatia, eh...  ::)

Offline radetzky

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E' sempre la stessa logica che banalizza la montagna
<

questo è il cuore del problema: con gli impianti tutto diventa possibile e facile x tutti....su quelle funivie sono + le persone che ci salgono vestiti da mare che quelli vestiti in maniera appena appena sufficiente
quando che le pegore le va a destra.. mi vago a sinistra. e quando le va a sinistra mi vago a destra !

Offline jochanan

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ci sono manifestazioni e manifestazioni. Una volta ce n'era una simile al  Contrin. Per arrivarci bisogna camminare un pochino, e in caso di bisogno c'era il rifugio e il locale invernale. Di manifestazioni così se ne possono inventare diverse. Si tratta di invogliare turisti con appena un po'... di grinta.
Ma evidentemente gli organizzatori (probabilmente -loro si- digiuni di montagna) avevano riempito i depliants con "3000 metri, vicini al cielo, ecc.ecc.ecc."
Giuste poi le azioni per salvare gli sprovveduti, ma temo che paghi... pantalone (lo stato, la regione... MA NON GLI INEFFABILI ORGANIZZATORI)
il mondo sarebbe veramente noioso senza le montagne (E.Kant, mi sembra, che tra l'altro è sempre vissuto in pianura)

Offline soramont

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potrebbero organizzare i concerti in rifugi dove si puo arrivare solamente a piedi , la cosa cosi avrebbe piu senso
Andai per i boschi perchè desideravo vivere con saggezza, per affrontare solo i fatti essenziali della vita  e per vedere se non fossi capace di imparare quanto essa aveva da insegnarmi,e per non scoprire,in punto di morte ,che non ero vissuto,(H,D,Thoreau)

Offline AGH

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potrebbero organizzare i concerti in rifugi dove si puo arrivare solamente a piedi , la cosa cosi avrebbe piu senso

questa mi sembrerebbe un'argomentazione ragionevole, pero' c'è un problema... non esistono rifugi da 2000 posti!  ;D (e neanche da 400). A quel punto la strimpellata la potevano fare giù al Passo Pordoi e buonanotte, 2220 metri non sono sufficienti per un'orda di merenderos? In caso di problemi ognuno aveva la sua macchina, o c'erano gli alberghi...

Se si fosse scatenato un temporale in quota?
« Ultima modifica: 25/07/2009 10:01 da AGH »
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Offline jochanan

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sono d'accordo con Soramont. Se fai camminare un po' gli amanti della musica (say, un'oretta su buona mulattiera) il numero degli appassionati si riduce, le mete possibili vengono individuate e in caso di bisogno c'è la sala del rifugio dove pigiati ci si salva dalle intemperie..
il mondo sarebbe veramente noioso senza le montagne (E.Kant, mi sembra, che tra l'altro è sempre vissuto in pianura)

Offline AGH

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Rifugio Boè e spettatori dei Suoni delle Dolomiti (foto Loriz)

Il racconto di una che c'era :)
Dal blog "Terre Alte"
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I lamenti delle Dolomiti (zitadini2)
venerdì 24 luglio 2009

Ieri pomeriggio, al rifugio Boè (2873 metri s.l.m.), si è fermata la funivia per il vento forte. Càpita, in montagna alta, che tiri vento e si debbano fermare gli impianti, non è una new entry.

Ma al rifugio Boè, comodamente raggiungibile in funivia e piuttosto scomodamente raggiungibile a piedi, ieri suonava Paolo Fresu insieme ai Virtuosi Italiani, nell'ambito della manifestazione "I suoni delle Dolomiti": nome che tira parecchio in una manifestazione che tira altrettanto.

Totale: almeno 400 persone incazzate come aquile, la maggior parte non preparata né attrezzata, giù letteralmente a rotta di collo per il sentiero imprecando, preoccupandosi, bestemmiando tutti i santi in paradiso.

Un colorito spaccato dell'esodo raccontato dalla mia amica Loriz, una che per monti ci sa andare e sa distinguere il facile dal difficile, coinvolta suo malgrado nella disavventura:

"[durante il concerto...] tutto bene, tutti bravi, rispettosi, niente casino... meglio di quel che avrei potuto immaginare;

Al rientro niente funivia per il troppo vento, e allora noblesse oblige scendere a piedi.. e qui si e' manifestato tutto il carattere degli italiani, imprecazioni, litigi, un casino, perché non è possibile che si chiuda la funivia, se il vento la ribalta fa lo stesso, basta arrivar giù montadi comodi comodi. Avessi sentito che nervosismo per l'imprevisto!

volenti e nolenti giù tutti quanti a piedi come le formichine e qui non è stato cosi' bene, gente che non sapeva camminare sui sentieri, che ovviamente salire in funivia è facile. Alla forcella un ventaccio che solo poche volte ho sentito così forte, mi ha letteralmente sbattuta a terra; c'erano dei tipi che hanno tagliato in un tratto dove non era proprio il massimo far rotolar sassi, invece ne è partito uno grosso come un pallone che ha sfiorato gente e qui improperi e parolacce e via dicendo; io di mio me la ridevo ma ti confesso che sono rimasta assai perplessa."


La coda dei disperati (foto Loriz)

"insomma mi sono chiesta se è giusto portare su così tanta gente, facile salire in funivia ma poi come ben sappiamo la natura ci mette lo zampino... se succede qualcosa chi si prende la responsabilità visto che e' un evento organizzato? Molti pretendevano che gli venisse dato da dormire perché a piedi non volevano scendere, c'era una coppia di ragazzi davanti a me che diceva: ma perché non ci hanno detto che poteva succedere anche questo? un tizio e' caduto si e' fatto male ed e' intervenuto l'elicottero; c'era una vecchietta sostenuta da due uomini, con la maglia sulla testa per non vedere il vuoto sotto.

Ad un tratto, eravamo a 2 terzi di strada, vedo uno con radiolina che offriva integratori a tutti e da bere, poi vedo dei ragazzi che portano sulle spalle confezioni da 6 di acqua e bevande e mi dico: ma che cavolo, a chi le portano? Le portavano alla gente che scendeva! Secondo me chi ha organizzato ha capito del casino che stava succendendo. Sono arrivati anche gli elicotteri e con quel vento penso abbiano avuto qualche problemino ad atterrare.

Io mi chiedo se fosse venuto un temporale di quelli giusti, di quelli che arrivano in mezz'ora, che sarebbe successo? si insomma un bel casino e se domani, come posso immaginare, ci fossero  polemiche non mi stuperei."


Le formichine in discesa dal rifugio Boè (Foto Loriz)

E ci siamo chieste se è proprio il caso di organizzare eventi in posti così complicati da gestire. Certo, molto suggestivi e markettari, ma molto pericolosi se succede un qualsiasi imprevisto. Molta gggente non si rende conto di dove sta andando, dei suoi limiti, nessuno glie lo spiega che non è come andare a far vasche in centro dove se piove basta entrare in un negozio e se non c'è l'autobus alla peggio si prende un taxi. Certo, la gggente ha bisogno che le si mastichi la minestra perché da sola non lo sa fare, bisogna dirle che in montagna si va con gli scarponi e tutte le altre banalità che si ripetono ogni volta che incontriamo degli sprovveduti in giro per sentieri, che il sentiero che scende dal Boè non è piano né cubettato e che le funivie a volte si fermano, ma anche gli organizzatori, caspita! Avvertire che non è come andare al Lido, pareva esagerato? Lo sanno con chi hanno a che fare!

Gli uni "tanto c'è la funivia, tanto c'è il rifugio" gli altri "'sa vot mai che suceda? tanto gh'è la funivia, tanto gh'è el rifugio" alla peggio l'elicottero (chi lo paga, detto per inciso? io? sticazzi!) e tutto fa marketing.

C'è un po' di differenza organizzare un evento al rifugio Tonini, a capanna Cervino dove arriva la strada o al rifugio Boè e l'APT dovrebbe saperlo. A prescindere dal senso di portare ulteriore casino al Boè a 3.000 metri dove ce n'è parecchio senza bisogno di aggiungerne altro, fra sciurete in scarpine Ferragamo e specchio per abbronzarsi meglio e gente imbragata che arriva dalla ferrata. (Un'amica sadica a cui raccontavo avrebbe pagato qualcosa per vedere le Ferragamate scendere dal Boè. E io pure, ammetto :P)

Loriz conclude: "Io penso:visto che si sono intestarditi con i concerti in montagna e forse in qualche luogo ci potrebbero anche stare, pero' secondo me sarebbe il caso di non forzare su luoghi così in quota e serviti dagli impianti. Penso che se non ci fosse la funivia il numero sarebbe stato parecchio ridotto e gente che perolomeno sa tirarsi su e giù dai sentieri." e io non posso che darle ragione!

(Grazie Loriz per le foto e per l'autorizzazione a pubblicare stralci della tua mail e della nostra chiacchierata in chat :)

dal blog terre alte
http://terrealte.blogspot.com/2009/07/i-lamenti-delle-dolomiti-zitadini2.html
« Ultima modifica: 25/07/2009 11:01 da AGH »
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Offline alessandro28

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di per se non è la manifestazione che è un male, è la gente che sale a 3000m credendo di andare in centro... certo che gli organizzatori avrebbero dovuto mettere in conto anche l'eventualità di un temporale o del blocco della funivia.
(spero che di quelle 400 persone, quelle che non erano preparate abbiano imparato la lezione)