Autore Topic: primi morti del weekend...  (Letto 11940 volte)

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donkey71

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primi morti del weekend...
« il: 07/03/2009 20:12 »
Purtroppo confermo i primi gravi incidenti del weekend che si apre, a testimonianza di condizioni davvero pericolose per questo fine settimana. Valanga sul Pasubio: una vittima; feriti ma salvi altri 3 escursionisti. Solo il rapido intervento del soccorso alpino ha evitato che il bilancio della tragedia fosse più pesante. I quattro escursionisti sono stati travolti da una valanga che si è staccata da un costone. Un uomo è morto, un altro è grave, ferita a una gamba una donna. Il quarto è illeso. Lo ha reso noto il Soccorso alpino intervenuto sul posto. Il distacco è avvenuto nei pressi del Rifugio Papa, come segnalato da altri utenti.

Io sto facendo, anzi disfacendolo, lo zaino che avevo preparato...via l'attrezzatura, stiamo leggeri...e domani gitarella in Lagorai giusto per far due passi e gustarsi un po' di sole in pendìo aperto e sicuro. Non credo valga la pena far di più, ci saran molti distacchi spontanei un po' ovunque. Con grado 4 e questo tepore in quota, non si scherza proprio.
« Ultima modifica: 07/03/2009 20:15 da donkey »

Offline Daniele

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Re: primi morti del weekend...
« Risposta #1 il: 07/03/2009 20:15 »
Altri incidenti

MILANO- E' di un morto e due feriti il bilancio di una valanga caduta sul gruppo del monte Pasubio, che ha investito quattro escursionisti, tutti del Vicentino. Lo ha reso noto il soccorso alpino intervenuto sul posto, una località ai confini tra Veneto e Trentino. Il quarto escursionista, in stato di choc, sarebbe rimasto illeso. Dei due feriti, uno è stato intubato sul posto mentre l'altro ha riportato alcune fratture alle gambe. Sono stati trasportati in elicottero all'ospedale di Trento. Secondo la ricostruzione fatta dai soccorritori, il quartetto stava percorrendo un sentiero che porta al Rifugio Papa (in questo periodo chiuso a causa della presenza di oltre tre metri di neve) quando è stato travolto dalla valanga. Gli uomini del soccorso alpino sono arrivati sul luogo, particolarmente impervio, a bordo di due elicotteri e hanno tratto in salvo tre dei quattro escursionisti grazie all'ausilio di due unità cinofile.

CORTINA - In precedenza le squadre del soccorso alpino di Cortina erano intervenuti per una valanga caduta sul Faloria, sulle Dolomiti. La slavina aveva colpito un gruppo di sciatori che stavano facendo fuoripista, investendo in pieno due di loro. Fortunatamente uno dei due è riuscito a tenersi fuori dalla massa nevosa, mentre il compagno rimasto sepolto, che indossava l’Arva, è stato individuato dal gruppo e estratto dalla neve. Ferito, è stato imbarcato sull’elicottero dell’Aiut Alpin Dolomites e trasportato all’ospedale di Cortina.

SLAVINA SULLA PAGANELLA - Un'altra valanga è caduta nella zona della Paganella, in Trentino. Due scialpinisti sono rimasti coinvolti, ma si sono salvati. La valanga è caduta poco prima delle 10 non lontano dalla pista Panoramica, già abbastanza affollata di sciatori. Due turisti, italiani, che stavano praticando il fuoripista sono stati travolti. Uno di loro è riuscito ad uscire da solo dalla massa nevosa, l'altro è stato estratto dagli uomini del soccorso alpino e quindi trasportato con l'elicottero all'ospedale S.Chiara di Trento dove è stato sottoposto alle cure contro l'ipotermia.


wild56

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Re: primi morti del weekend...
« Risposta #2 il: 07/03/2009 20:16 »
Io sto facendo, anzi disfacendolo, lo zaino che avevo preparato...via l'attrezzatura, stiamo leggeri...e domani gitarella in Lagorai giusto per far due passi

in lagorai dove?

donkey71

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Re: primi morti del weekend...
« Risposta #3 il: 07/03/2009 20:25 »
...non di certo a far qualche cima. Era un'idea per non far troppa strada e godersi una volta tanto una domenica senza dislivello...ma sto studiando anche  Vette Feltrine e Pale San Martino. Le idee non mi mancano mai, neppure per fare due passi tranquilli...ma volevo tornare in Lagorai dopo la felice ciaspolata di sabato scorso a Cima Soccede. Vediamo, ci sto giusto studiando...ora vado a magnà orecchiette con broccoli e salsiccia, gnam gnam...domani smaltirò. Dal Ponte Conseria, gli itinerari son molteplici e qualcuno non esposto. Se hai idee originali, fai sapere...
« Ultima modifica: 07/03/2009 20:27 da donkey »

Offline Franz

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Re: primi morti del weekend...
« Risposta #4 il: 07/03/2009 23:54 »
Dal sito del Giornale di Vicenza:

Valanga sul Pasubio, un morto
Coinvolti quattro escursionisti vicentini, due i feriti, uno è grave. L'incidente sul Sentiero degli eroi a 1800 metri di altezza. La neve ha ceduto trascinandoli a valle.

Vicenza. Sono tutti vicentini i quattro escursionisti travolti da una valanga staccatasi da un costone sul Monte Pasubio, in località Pian delle Fugazze, attorno ai 2.000 metri di quota, ai confini tra le Province di Vicenza e Trento. Uno dei quattro, Claudio Cacco, 60 anni, di Vicenza, è morto, due sono feriti, mentre il quarto, in stato di choc, sarebbe rimasto illeso. Dei due feriti, uno è stato intubato sul posto mentre l’altro ha riportato alcune fratture alle gambe.

Secondo quanto riferito dai carabinieri e dagli uomini del soccorso alpino di Rovereto ed Ala, intervenuti sul posto, il gruppo di quattro escursionisti stava camminando con le ciaspole sul Sentiero degli eroi, ad una quota compresa tra i 1.700 e i 1.800 metri. Nell’attraversare un canalino molto ripido la neve ha ceduto trascinando a valle i quattro vicentini. All’ospedale di Rovereto è stata ricoverata una donna di 44 anni di Dueville, con la frattura di una gamba, mentre all’ospedale S.Chiara di Trento è stato trasferito l’uomo di 44 anni, di Caldogno, le cui condizioni sono apprese gravi. Illeso è invece Fabio Bianchi, 50 anni, di Nanto, sempre in provincia di Vicenza, che ha poi dato l’allarme. Gli escursionisti sono stati trasportati in elicottero.

Offline Franz

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Re: primi morti del weekend...
« Risposta #5 il: 09/03/2009 07:50 »
Dal Giornale di Vicenza dell'8 marzo 2009:

Valanga sul Pasubio travolge 4 vicentini Un morto e due feriti
LA DISGRAZIA. Dramma alle 13 di ieri nella zona della strada degli Eroi: stavano scendendo
La vittima è un edicolante di 60 anni della città Grave in rianimazione un autista di Caldogno.

La valanga si è staccata all'improvviso. La neve non ha retto al peso degli escursionisti, al vento e alle alte temperature di ieri e un'enorme massa si è staccata. Tre dei quattro amici che stavano camminando, dopo aver percorso la strada degli Eroi, dalla galleria D'Havet per raggiungere malga Fieno, sono stati travolti e trascinati a valle per un centinaio di metri. Il bilancio dell'incidente avvenuto ieri alle 13 sul Pasubio è pesantissimo: un morto e due feriti, di cui uno in condizioni molto gravi. Per Claudio Cacco, 60 anni, edicolante in pensione che viveva a Vicenza in via De Amicis, non c'è stato nulla da fare. L'amico Riccardo Baron, 44, autista di Caldogno, è ricoverato in ospedale a Trento in prognosi riservata, mentre Stefania Tonello, 40, di Dueville, ha subito fratture e è nel nosocomio di Rovereto. Illeso, ma sconvolto, il quarto, l'autista Fabio Bianchi, 49 anni, che vive a Nanto in via Fontana e che ha dato l'allarme.

I quattro amici, che da qualche tempo fanno gruppo per le escursioni in montagna di cui sono appassionati, erano partiti da casa all'alba di ieri. Lasciate le auto al Pian delle Fugazze, erano saliti con le ciaspole verso il rifugio Papa, alle porte del Pasubio. Non sapevano che le passeggiate sul massiccio ieri erano sconsigliate, perché il rischio valanghe era ritenuto molto elevato. «Il percorso lo conoscevamo bene», ha spiegato Fabio in lacrime.

Il dramma è avvenuto - in territorio trentino, vicino al confine col Vicentino - sulla via del ritorno, a circa 1700 metri d'altitudine, dove ci sono metri di neve; gli ultimi 90 centimetri sono caduti nei giorni scorsi. I vicentini stavano probabilmente seguendo il tragitto di una delle scorciatoie che scendono a malga Fieno, quando su uno stretto canale si è staccata la massa di neve.
«Ero ad un metro da loro tre, e li ho visti scivolare nel vuoto», ha detto Fabio ai primi soccorritori. La neve li ha travolti, e Bianchi è stato rapido nel dare l'allarme dopo aver raggiunto e liberato Stefania. In pochi minuti, si sono alzati in volo due elicotteri del 118 di Trento, e sono accorsi in zona il soccorso alpino di Rovereto e quello di Schio, i vigili del fuoco e i carabinieri di Vallarsa e di Valli del Pasubio con il capitano Ferrari. Fin dai primi momenti è emerso come gli escursionisti fossero saliti sul Pasubio dal versante vicentino, visto che le strade d'accesso da Trento sono chiuse per il rischio frane.

Stefania è stata portata in ospedale in elicottero, e in pochi minuti anche Riccardo è stato recuperato. I sanitari lo hanno intubato e fatto trasportare a Trento, dov'è ricoverato in rianimazione. Più complesse le ricerche di Claudio, che non aveva con sè l'apparecchio Arva, necessario per essere localizzati in montagna in caso di valanghe. A trovarlo, sotto metri di neve, è stato il cane Balù: ma quando il vicentino è stato recuperato, per lui non c'era più nulla da fare. Erano le 15.15. Subito dopo è stata informata la famiglia.

Sulla tragedia la procura di Trento ha aperto un'inchiesta. Nei prossimi giorni, non appena si saranno un po' ripresi, verranno sentiti Bianchi e Tonello. Gli inquirenti vogliono comprendere se, come è stato ipotizzato, la valanga sia stata provocata proprio dal passaggio degli escursionisti, e se quella zona fosse stata interdetta al passaggio proprio per evitare questi rischi.

Diego Neri
VALLARSA (TRENTO«Dopo l'incubo mi sento un uomo miracolato»
LA TESTIMONIANZA. Il 50enne di Nanto è ancora sotto shock
Fabio Bianchi è l'unico uscito indenne: ha salvato l'amica e chiamato i soccorsi.

«Mi sento miracolato. Stento a credere di essere ancora vivo. Mi sembra impossibile che non mi sia successo niente». Fabio Bianchi, 50 anni, di Nanto, è sotto shock, stremato dalla stanchezza e provato per la morte di un amico. Quella che doveva essere una giornata di festa, immersi nella natura fra le montagne, che quel gruppo di amici tanto amava, si è trasformata invece in tragedia. Un uomo è morto, una donna è ferita e un altro escursionista è in condizioni gravissime. L'intervento di Fabio, che ha agito dimostrando grande prontezza di riflessi, è stato tuttavia fondamentale per questi ultimi.

«Siamo partiti come al solito da Pian delle Fugazze, con le ciaspole, verso le otto - spiega l'autista, rivivendo con la memoria la terribile esperienza -. Abbiamo percorso la strada che porta alla galleria D'Havet e, verso mezzogiorno, abbiamo deciso d'imboccare il sentiero degli Eroi».
Un tratto di strada considerato pericoloso che i quattro, appassionati di escursioni, conoscevano tuttavia molto bene. «Lo avevamo percorso in precedenza. Mai avremmo immaginato ci fossero rischi. In tante uscite organizzate insieme abbiamo sempre cercato di essere prudenti - continua -. Tutto si è svolto in una manciata di secondi, senza che potessimo sentire nulla o fare qualcosa per metterci al riparo. Ricordo solo di aver visto la valanga staccarsi sotto i loro piedi all'improvviso, con violenza. Io ero a poco più di un metro di distanza. Per un attimo ho avvertito quasi la sensazione, mentre loro erano trascinati a valle, di essere sollevato con forza e sospeso nel vuoto». Fabio, l'unico illeso, ha reagito con sangue freddo e lucidità. «Sono riuscito a scorgere solo Stefania, vedevo spuntare il suo braccio da una montagna di neve. L'ho immediatamente raggiunta e liberata». L'uomo, senza perdere tempo, ha preso il cellulare dell'amica e ha chiamato i soccorsi.
«Non porto mai il mio telefono con me, perché in quelle zone solitamente non c'è ricezione. Sono riuscito a trovare però quello di Stefania, nella sua tasca, e ho subito provato a chiamare il 118. Non riuscivo a prendere la linea. Ho tentato con il 112, c'era un po' di segnale e ho spiegato dove fossimo e che cos'era successo».
 
La slavina, l'allarme e, poi, l'attesa dei soccorsi. «Non so quanto tempo sia passato dalla richiesta d'aiuto all'arrivo dell'elicottero - continua l'uomo -. Sembrava che il tempo non passasse mai, mi è parso un lasso interminabile. Forse un'ora, forse meno. So soltanto che i miei amici sono rimasti tanto, troppo al freddo, sotto la neve. Quando hanno estratto Riccardo ho avuto molta paura, l'ho visto e ho temuto il peggio».

In serata Fabio Bianchi, che di professione è autista di autobus, ha potuto riabbracciare la famiglia, con cui vive in via Fontana. La moglie Laura e i figli Lisa e Luca lo hanno atteso per tutto il pomeriggio, sempre vicini al telefono, in attesa di sapere qualcosa in più.
«Mio marito mi ha chiamato alle 16, per dirmi che cosa era successo. Non ha potuto stare al telefono molto, mi ha solo spiegato che stava bene ma che, purtoppo, per Claudio non c'era nulla da fare e che gli altri erano feriti». «Mi chiedo come sia potuto succedere. - continua Laura -. Sono sempre stati prudenti, in tanti anni di escursioni non è mai accaduto nulla. Io non andavo con loro, rimanevo a casa, ma so che prestavano grande attenzione».
 
Claudia Milani


Il rischio è altissimo Strade chiuse più volte

Di fronte ad una vita spezzata, e al dolore dei parenti e dei compagni feriti, non è lieve parlare delle cause tecniche di una tragedia e risulta difficile cercare motivi, giustificazioni spiegazioni che non implichino la cattiva sorte, il fatale destino. Non parleremo certo di "montagna assassina" come qualcuno in passato ha fatto rischiando il ridicolo, ma di fatto certi pericoli esistono e per chi pratica la montagna ed in particolare d'inverno, fanno parte del gioco come ben sanno tutti gli alpinisti, anche coloro che con le racchette da neve, quelle che oggi va di moda chiamare semplice- mente "ciaspe" si avventura dove un tempo non si andava, perlomeno in certe stagioni, se non per ragioni di vita o di morte. L'innevamento di questo anno sulle montagne prealpine è, almeno rispetto all'ultimo trentennio, assolutamente eccezionale: 90 centimetri la nevicata dei giorni scorsi, neve fresca e bagnata che si è adagiata sopra un manto già di grande spessore e non ancora stabilizzato dalle varie metamorfosi costruttive e distruttive che il manto stesso subisce con variazioni di temperatura, umidità, vento. Coperto fino ai piani alti il rifugio Papa, la chiesetta del Pasubio sparita sotto metri di neve, e così strade sentieri, cime... muoversi in un ambiente di montagna, fuori dagli itinerari protetti, con queste condizioni, significa rischiare ad ogni passo di restare travolti da cedimenti, assestamenti, collassi del manto nevoso che con questa neve umida e pesante possono risultare fatali. È la storia del famoso cristallo a calice, il cristallo semplificato a tre soli rami che costituisce la neve marcia primaverile o quella in via di dissolvimento per azione del calore. Con questa presenza nella struttura interna del manto nevoso, il rischio di valanga sale in modo esponenziale. Non per niente le autorità responsabili della viabilità a cavallo del confine vicentino col Trentino hanno a più riprese chiuso come anche attualmente lo sono le strade per Camposilvano e quella per l'Ossario per rischio eccessivo di valanghe o slavine che dir si voglia. La stessa statale del Pian delle Fugazze è rimasta chiusa a lungo nelle scorse settimane per tale motivo. I quattro alpinisti vicentini che sono incappati nella valanga stavano percorrendo il tratto della Strada degli Eroi tra Malga Fieno e la Galleria d'Havet, luoghi apparentemente innocui da percorrersi lungo la nota e ampia strada lunga 10 km circa che fu costruita nel primo dopoguerra per permettere ai parenti dei caduti del Pasubio di salire fin su all'Arco Romano e alla chiesetta voluta da don Galloni per rendere loro omaggio. Il pendio non appare straordinariamente ripido, e la fitta vegetazione di pino mugo parrebbe rassicurare chi transita sui tornanti intorno a Malga Fieno, ma lo strato altissimo di neve quest'anno ricopre tutta la vegetazione, ed il manto nevoso che si adagia sui baranci come su un tappeto a molla è pronto a rovinare verso valle. Può essere bastato il sollevarsi di un ramo dal peso della neve, o la frattura del manto determinata dal passaggio di un alpinista a far collassare una massa nevosa immane che ha travolto gli alpinisti. È un luogo dove non ci si aspetta un simile evento, ecco perché parliamo di destino. Certo, non è prudente muoversi sopra i 1000 metri di quota appena dopo una robusta nevicata primaverile come quella che è caduta in questi giorni, ma si sa che specialmente dopo un lungo inverno di attesa, la passione per l'alto diventa spesso irresistibile e poiché oggi i numeri della frequentazione della montagna sono davvero cospicui, e sono migliaia coloro che salgono ad ogni fine settimana sulle cime, nei vaj e sui ghiaioni delle Piccole Dolomiti, la impietosa legge statistica vuole che occorra mettere nel conto che qualche vittima dovremo purtroppo piangerla.
 
Bepi Magrin

Offline Franz

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Re: primi morti del weekend...
« Risposta #6 il: 09/03/2009 07:52 »
Trafiletto dal Giornale di Vicenza di oggi 9 marzo 2009:

Migliorano le condizioni dei due escursionisti vicentini rimasti feriti sabato sotto la valanga sul Pasubio a 1700 metri, costata la vita a Claudio Cacco. Riccardo Baron non corre più pericolo e dal suo letto d'ospedale a Trento ha parlato coi familiari, rassicurandoli. Mentre lo stato di salute di Stefania Tonellotto è più serio di quanto si pensasse.

grazia

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Re: primi morti del weekend...
« Risposta #7 il: 09/03/2009 08:05 »
* :'(
« Ultima modifica: 29/04/2009 00:51 da ... »

wild56

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Re: primi morti del weekend...
« Risposta #8 il: 09/03/2009 10:35 »
il seguito della discussione sulle chiamate ai soccorsi col cellulare, molto interessante, è stata spostata in un thread a sè vista l'importanza dell'argomento

http://girovagandoinmontagna.com/forums/index.php/topic,2605.0.html

Offline Claudia

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Re: primi morti del weekend...
« Risposta #9 il: 09/03/2009 11:37 »
leggere i bollettini emessi dai vari uffici meteo... no è ???
io capisco se non avessimo tutte le informazioni che ci danno i bollettini meteo ma le abbiamo e ce ne freghiamo...
è davvero triste leggere di morti in montagna ma tante volte basta saper rinunciare per salvarsi la vita e se proprio la voglia di andare è tanta portarsi in quote sicure fuori dalla neve ce ne sono molti

guarda, non mi stupisco più di niente...
ieri pomeriggio alle 14.30 ci stavamo avviando da Malga Strino (val di sole) per tornare a casa: cielo stupendo, caldo, neve bellissima....
incrociamo uno scialpinista che era passato pochi minuti prima dalla malga, e torna indietro.
ci dice: "eh, non c'è più la traccia, mi sà che anche stavolta non arrivo in cima"...
cadiamo dalle nuvole. noi: "scusa ma... che cima???!"
lui: "il Redival!"  :o  :o  :o alle 14.30 di un pomeriggio caldo con grado 4 in tutta la zona, voleva percorrere altri 1000 metri di dislivello da solo per raggiungere la cima?! a questo punto mi vien da dire che magari la gente se la cerca...  ::)

Offline PassoVeloce

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Re: primi morti del weekend...
« Risposta #10 il: 09/03/2009 11:43 »
alle 14.30 di un pomeriggio caldo con grado 4 in tutta la zona, voleva percorrere altri 1000 metri di dislivello da solo per raggiungere la cima?! a questo punto mi vien da dire che magari la gente se la cerca...  ::)
Concordo!!purtroppo a volte la "voglia di cima" prevale sul buon senso!
Io se avessi da fare un giro di questo tipo partirei alle 6 di mattina e guarderei di tornare per mezzogiorno (già verso la tarda mattinata il sole inzia a scaldare parecchio)....anche con grado 2 di pericolo! con il 4 me ne starei a casa a dormire piuttosto! ::)

Offline Claudia

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Re: primi morti del weekend...
« Risposta #11 il: 09/03/2009 11:48 »
Concordo!!purtroppo a volte la "voglia di cima" prevale sul buon senso!
Io se avessi da fare un giro di questo tipo partirei alle 6 di mattina e guarderei di tornare per mezzogiorno (già verso la tarda mattinata il sole inzia a scaldare parecchio)....anche con grado 2 di pericolo! con il 4 me ne starei a casa a dormire piuttosto! ::)
scaldare parecchio? chiedi al mio collo... che ieri si è ustionato e ora sembra di cuoio!
la neve era buona, ma dall'ultimo cartello sat che indicava 20 minuti alla malga strino non c'era più traccia, e l'abbiamo fatta noi... ci abbiamo messo un'ora, faceva caldissimo e ogni 10 passi ci fermavamo per riprendere fiato e metterci addosso un pò di neve  ::) ad ogni modo, senza dubbio la giornata invitava a muoversi, ma si vedevano parecchie scariche sui pendii ripidi, c'era grado 4 e si moriva di caldo... insomma,se vuoi tornare intero a casa forse è meglio che ragioni un attimo sul percorso che vuoi fare! mentre la valle dove abbiamo camminato noi aveva anche dei punti all'ombra, da poco oltre la malga in sù il Redival era tutto al sole... ti immagini lo stato di quella neve?!

Offline PassoVeloce

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Re: primi morti del weekend...
« Risposta #12 il: 09/03/2009 11:54 »
scaldare parecchio? chiedi al mio collo... che ieri si è ustionato e ora sembra di cuoio!
Cavolo allora c'era pure inversione termica!sul garda era ben caldo al sole ma ho quasi avuto più caldo la scorsa settimana a 2500 mt in val Sarentino!
Noi ad esempio abbiamo visto che proprio sotto al Rif.Marchetti sullo Stivo era venuta giù una bella valanga e altre piccoline su tutto il versante....ma nonostante questo c'erano una marea di tracce di discese con gli sci!

Offline Claudia

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Re: primi morti del weekend...
« Risposta #13 il: 09/03/2009 11:59 »
Cavolo allora c'era pure inversione termica!sul garda era ben caldo al sole ma ho quasi avuto più caldo la scorsa settimana a 2500 mt in val Sarentino!
Noi ad esempio abbiamo visto che proprio sotto al Rif.Marchetti sullo Stivo era venuta giù una bella valanga e altre piccoline su tutto il versante....ma nonostante questo c'erano una marea di tracce di discese con gli sci!
Guarda, la salita l'ho fatta in maglia intima e pantaloni ripid estivi... faceva proprio caldo, il sole scottava di brutto ed i risultati li abbiamo visti su viso e collo una volta tornati giù!!
lì in zona non c'erano tracce, una straccia di sci fino agli utlimi cartelli, poi quella aperta da noi dai cartelli fino alla malga. oltre, niente. sui pendii vicini: niente. abbiamo visto qualche valanghina spontanea recente (ma non "in diretta" per fortuna), cmq poca roba... ad ogni modo, per me andare a tagliare quei pendii sarebbe stato da pazzi!

Offline Man

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Re: primi morti del weekend...
« Risposta #14 il: 09/03/2009 13:36 »
leggere i bollettini emessi dai vari uffici meteo... no è ???
io capisco se non avessimo tutte le informazioni che ci danno i bollettini meteo ma le abbiamo e ce ne freghiamo...
è davvero triste leggere di morti in montagna ma tante volte basta saper rinunciare per salvarsi la vita e

Parlando con la gente io percepisco una diffusa mancanza di consapevolezza: ad esempio ieri una 'locale' incontrata in gita si lamentava che la 'Provincia sta esagerando con l'allarmismo sulle valanghe'. Io e Woman, che nel nostro piccolissimo abbiamo rinunciato ad escursioni magari piu' panoramiche proprio per motivi di sicurezza, ci siamo guardati esterrefatti.

Fa piacere vedere che ci sono anche esperti come voi che rinunciano. Vuol dire che chiunque 'non rinuncia', per esperto che sia, in un giorno in cui anche le pietre sanno che il rischio e' alto, deve portare una parte di reponsabilita per quel che gli succede.

Ho una domanda. Sal qui sopra dice

se proprio la voglia di andare è tanta portarsi in quote sicure fuori dalla neve ce ne sono molti

E' assolutamente necessario portarsi fuori dalla neve per stare in sicurezza? Noi siamo andati a fare una ciaspolata che ritenevamo completamente sicura (per la precisione, sul Lagorai nei dintorni di Baita Val Mattio e Fregasoga, massima quota 1700). Abbiamo sbagliato?
Aut tace aut loquere meliora silentio (taci o di' cose che siano migliori del silenzio)