Autore Topic: ...senza parole :-(  (Letto 8067 volte)

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Offline kobang

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Re: ...senza parole :-(
« Risposta #15 il: 29/12/2009 22:20 »
Tone ogni tanto nelle sue dichiarazioni è ...estremo come le sue imprese!L'ARVA continuate ad usarlo,anche con le ciaspole.Non facciamone un feticcio,certo,ma le statistiche sono chiare circa i tempi di recupero con o senza segnalatore.Una volta in V. dei Mocheni abbiamo rischiato tanto perchè non trovavamo il sepolto e abbiamo dovuto operare anche mentre la neve si scaldava e aumentava di molto il rischio di altri distacchi;purtroppo abbiamo rischiato per recuperare una salma e con l'ARVA sarebbe stato uguale,ma con tempi minori e meno esposizione per la squadra di soccorso.

Offline AGH

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Re: ...senza parole :-(
« Risposta #16 il: 29/12/2009 23:12 »
Tone ogni tanto nelle sue dichiarazioni è ...estremo come le sue imprese!L'ARVA continuate ad usarlo,anche con le ciaspole.Non facciamone un feticcio,certo,ma le statistiche sono chiare circa i tempi di recupero con o senza segnalatore.

si, io l'Arva ho deciso di comprarlo, sto cercando di convincere la mia compagna che però da quell'orecchio sembra non ci senta  >:(
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Offline PassoVeloce

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Re: ...senza parole :-(
« Risposta #17 il: 30/12/2009 08:17 »
si, io l'Arva ho deciso di comprarlo, sto cercando di convincere la mia compagna che però da quell'orecchio sembra non ci senta  >:(
Beh secondo me è essenziale averlo entrambi...dovesse capitare qualcosa a uno dei 2 almeno l'altro può iniziare a cercarlo!Poi ovvio che bisogna saperlo usare...e bene....anche se in ogni caso credo si venga presi dal panico!  :-\

Offline valentinaEmisha

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Re: ...senza parole :-(
« Risposta #18 il: 30/12/2009 08:33 »
da orsa non mi commuovo facilmente, ma ieri a vedere il tg e oggi a leggere i giornali, si!

iniziamo subito con un segno tangibile....queste cose non ti lasciano indifferente e soprattutto facciamo si che  aiutino a migliorare noi stessi, sarà pure una goccia nel mare, ma è giusto pensarci e partire da qui, visto che la vita va avanti, anche se doloramente colpita da questa tragedia!

io non faccio sci d'alpinismo e non mi spingo mai oltre, vado in giro con le ciaspole per passeggiate semplici di ore e ore.... ecco VOGLIO comperare anch'io l'arva, ma anche se ne ho sempre sentito parlare -  non so dove andare a prenderlo, come e quale modello scegliere!

faccio una proposta ai più esperti, a quelli che per un motivo o per l'altro hanno avuto a che fare con i salvataggi in montagna e/o comunque quelli che la vivono davvero..... è possibile aprire un thread BEN VISIBILE e apposito per approfondire per filo e per segno TUTTE le regole e i comportamenti da mantenere per la nostra salvaguardia e quella degli altri, oltre che per un rispetto nei confronti della montagna!

lo so che si ripeterebbero cose già sentite e dette, ma non fa di certo male ed è un piccolo passo che possiamo iniziare a fare aspettando che le istituzioni facciano qualcosa di più concreto investendo nel settore sicurezza e prevenzione

parliamo ad esempio dei rilevatori arva nello specifico, di come preparare uno zaino da montagna serio, di come fare se ci troviamo in questa o quella situazione, di come aiutare gli altri.... che ne dite?

Offline AGH

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Re: ...senza parole :-(
« Risposta #19 il: 30/12/2009 18:21 »
faccio una proposta ai più esperti, a quelli che per un motivo o per l'altro hanno avuto a che fare con i salvataggi in montagna e/o comunque quelli che la vivono davvero..... è possibile aprire un thread BEN VISIBILE e apposito per approfondire per filo e per segno TUTTE le regole e i comportamenti da mantenere per la nostra salvaguardia e quella degli altri, oltre che per un rispetto nei confronti della montagna! parliamo ad esempio dei rilevatori arva nello specifico, di come preparare uno zaino da montagna serio, di come fare se ci troviamo in questa o quella situazione, di come aiutare gli altri.... che ne dite?

è una buona idea, ma credo che la cosa migliore sia andare alla fonte, cioé ai veri esperti, ai siti specifici tipo Aineva eccetera. Appena ho un attimo di tempo mi riprometto di cercare i link più utili e aprire un thread apposito.
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Offline P52

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Re: ...senza parole :-(
« Risposta #20 il: 31/12/2009 18:38 »
A prescindere da quanto fin qui detto, posso solo portare la mia personale testimonianza, sulla base di due corsi di sci alpinismo ed un paio di roccia; pur con una frequentazione della montagna certamente inferiore a molti di voi, vorrei ribadire alcuni concetti che reputo fondamentali.
- la montagna è un'ambiente inospitale e tantomeno un parco giochi (ovvero può essere spietata per quanto bella può apparire)
- In montagna non esiste il rischio zero (se non sono valanghe possono essere sassi) come già detto relativamente al bollettino valanghe: con grado di pericolo 1 e 2 si va' abbastanza tranquilli, con 3 solo su percorsi conosciuti dove il distacco è statisticamente improbabile. Con grado 4 e 5 si stà a casa!
- Il S.A. non è il soccorso ACI ovvero non è obbligatorio che sia in grado di risolvere i problemi
- Nel malaugurato caso di bisogno chiamare il 118 e relativo elicottero (sono professionisti del soccorso a differenza del S.A. che sono volontari. Questo concetto mi è stato ribadito pubblicamente ad un assemblea CAI proprio da un responsabile del S.A.. Aggiungo che nel versante vicentino non abbiamo/avevamo elicotteri attrezzati ed il S.A. doveva appoggiarsi all'A.M.)
- L'ARVA come per il S.A. non è la soluzione al problema ma un qualcosa che aumenta la probabilità di sopravvivenza, comunque bassa, per chi viene coinvolto in una valanga.

Per chi vuole acquistare un ARVA, oltre ai soliti negozi di articoli sportivi, se ne trovano di otime occasioni su ebay. L'anno scorso ne hanno svenduti a decine, lotti di provenienza dall'esercito svizzero; ottimi Autophon 457kHz, praticamente il papà dei Fitre. Aggiungo, a costo di ripetere cose già sentite, che l'ARVA non si mette nello zaino ma va indossato sotto giacche e maglioni, altrimenti capita di "salvare" zaini persi anzichè persone.

Offline AGH

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Re: ...senza parole :-(
« Risposta #21 il: 01/01/2010 09:44 »
A prescindere da quanto fin qui detto, posso solo portare la mia personale testimonianza, sulla base di due corsi di sci alpinismo ed un paio di roccia; pur con una frequentazione della montagna certamente inferiore a molti di voi, vorrei ribadire alcuni concetti che reputo fondamentali.
- la montagna è un'ambiente inospitale e tantomeno un parco giochi (ovvero può essere spietata per quanto bella può apparire)
- In montagna non esiste il rischio zero (se non sono valanghe possono essere sassi) come già detto relativamente al bollettino valanghe: con grado di pericolo 1 e 2 si va' abbastanza tranquilli, con 3 solo su percorsi conosciuti dove il distacco è statisticamente improbabile. Con grado 4 e 5 si stà a casa!
- Il S.A. non è il soccorso ACI ovvero non è obbligatorio che sia in grado di risolvere i problemi
- Nel malaugurato caso di bisogno chiamare il 118 e relativo elicottero (sono professionisti del soccorso a differenza del S.A. che sono volontari. Questo concetto mi è stato ribadito pubblicamente ad un assemblea CAI proprio da un responsabile del S.A.. Aggiungo che nel versante vicentino non abbiamo/avevamo elicotteri attrezzati ed il S.A. doveva appoggiarsi all'A.M.)
- L'ARVA come per il S.A. non è la soluzione al problema ma un qualcosa che aumenta la probabilità di sopravvivenza, comunque bassa, per chi viene coinvolto in una valanga.

grazie antonello per il tuo intervento. Io ho fatto un solo corso valanghe tenuto da Gigi Telmon, considerato tra i massimi esperti. Si trattava di un corso propedeutico ovviamente, ma comunque molto utile per rendersi conto che il vero sapere è sapere di non sapere :).
Alla giornata teorica, si è aggiunta una giornata pratica alle Viotte: molti di quelli che avevano l'arva sono venuti con le pile scariche, oppure non lo sapevano usare, la cosa mi ha fatto molto pensare. Sacrosanta la tua osservazione che l'arva va indossato sotto giacche o maglioni, cosi' come è indispensabile avere sempre arva+pala+sonda, un trittico inseparabile, pena allungare drammaticamente i tempi disseppellimento, e visto che si gioca sul filo dei minuti forse non è il caso... (sarebbe come avere il cric per cambiare la ruota ma non la chiave per svitare i bulloni o viceversa:)

Nel corso mi sono resto conto che la ricerca non è cosi semplice come potrebbe sembrare (forse coi nuovi arva è semplificata, non so bene), inoltre mettiamoci il panico probabilissimo, magari più di un travolto da cercare, insomma è un'esperienza che si spera di non dover mai affrontare. L'imperativo categorico resta sempre quello di evitare la valanga e, come dice Valeruz, sapere "leggere" la neve. Cosa nient'affatto semplice peraltro, come dimostrano gli incidenti capitati anche ad esperti.
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Re: ...senza parole :-(
« Risposta #22 il: 02/01/2010 10:42 »
LA TRAGEDIA DEL PORDOI
Il capo del soccorso alpino
"Valanghe, cambiamo le regole"
Le proposte di Dellantonio: "Avvisi ai turisti ed esplosioni in quota"
di Luca Petermaier

TRENTO. Delle tensioni Dellai-Bertolaso dice di non sapere nulla: «Come soccorso alpino non ci siamo sentiti tirati per la giacchetta. Con il capo della protezione civile ho parlato prima del funerale: tutto chiarito». Sui dubbi che circolano in valle circa alcuni (presunti) errori di valutazione commessi dal gruppo dei soccorritori in val Lasties è categorico: «Quei ragazzi erano dei fuoriclasse della montagna. Hanno messo in atto alla perfezione il protocollo. Io stesso sarei sceso per quel versante». A sette giorni dall’immane tragedia del Pordoi, il capo del soccorso alpino Maurizio Dellantonio tira le somme di una settimana tragica e indimenticabile: «Il sistema dei soccorsi in montagna va bene com’è, ma forse qualcosa in più per la sicurezza si può fare».
 Dellantonio, partiamo dalle tensioni provocate dalle parole di Bertolaso: prima i dubbi sulla necessità di intervenire in situazioni di alto rischio, poi quel riferimento “ai miei ragazzi” che non è piaciuto al presidente Dellai che ha ricordato l’� indipendenza e lo spirito volontaristico di voi soccorritori. Qual è la sua posizione?
 «Con Bertolaso ci siamo chiariti prima del funerale. Io rispetto il suo ruolo. Penso che le sue parole siano state frutto dell’a ngoscia del momento e della tensione di chi riveste ruoli di comando».
 Vi siete sentiti tirati per la giacca?
 «Non ho avuto questa sensazione. Posso dire che la presenza di Bertolaso è stata un segnale importante di vicinanza delle istituzioni, così come quella di Dellai e degli altri politici con i quali ho intrattenuto contatti frequentissimi in questi giorni».
 Passato il momento del dolore, si apre quello della discussione. Qualcuno pone il dubbio che i soccorritori possano forse aver commesso qualche errore, soprattutto nel mancato rispetto delle distanze di sicurezza. Avete analizzato questi aspetti?

 «I dubbi su errori sono insensati. Quei ragazzi erano il meglio del Soccorso. Non solo hanno rispettato le distanze, ma erano imbragati. Scendere da quel versante era l’unica soluzione possibile, l’avrei fatto anch’io. Purtroppo si è verificata una situazione imprevedibile, come ogni tanto accade in montagna. In quella zona non ho mai visto un distacco così».
 Questa tragedia può essere l’occasione per rivedere qualche procedura di intervento?
 «Direi di no, quelle che già attuiamo sono le migliori. In Trentino non siamo secondi a nessuno quanto a preparazione tecnica, addestramento e professionalità».
 Alcuni sostengono che l’attuale struttura del Soccorso non sia adeguata all’aumentato grado di professionalità di molti suoi componenti. Lei ha provato ad immaginarsi una diversa organizzazione?
 «Sì, ma non ci sono riuscito. Certo, questo è un volontariato “ tirato”. Nessuno prende soldi, ma da gestire ci sono bilanci, strutture, commercialisti, avvocati. Da mesi, ormai, io lavoro solo per il soccorso. Ma va bene così, perché alla fine - quando qualcuno chiede aiuto - i ragazzi partono perché se lo sentono dentro. Punto».
 Buon senso a parte, esiste un modo per limitare oggettivamente i rischi della montagna?
 «Possiamo intervenire in due modi: sul fronte normativo e su quello delle tecnologie».
 Partiamo da quest’ultimo: mi faccia qualche esempio...
 «Si potrebbe stabilire di usare con maggiore frequenza l’e licottero per bonificare certe zone, rendendo innocui certi pendii con delle esplosioni che provocano distacchi. Ma non ovunque è possibile, visto che ci sono zone con presenza di baite o strutture private che potrebbero essere danneggiate».
 Veniamo al fronte normativo: che soluzioni vede in prospettiva?
 «Nei prossimi giorni ci troveremo in Provincia per parlarne. Credo che una soluzione possano essere degli avvisi locali emessi dal sindaco dopo una consultazione con la commissione valanghe. Si tratterebbe di bollettini mirati, con indicazioni precise di zone e persino di pendii a rischio. L’avviso andrebbe poi diffuso nelle strutture turistiche, nei bar, nei ristoranti, negli alberghi».
 E le ordinanze dei sindaci?
 «Rimarrebbero per le situazioni limite, ma con l’impegno di rivederle o revocarle ogni volta che cambiano le condizioni, anche a distanza di pochi giorni. Ci sono zone dove viene proibito lo sci fuori pista da novembre ad aprile: è assurdo».
(Il Trentino 02 gennaio 2010)
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Offline kobang

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Re: ...senza parole :-(
« Risposta #23 il: 02/01/2010 14:42 »
Ho letto con attenzione quanto detto da Dellantonio,persona competente e che stimo anche perchè lo conosco di persona.Si ripropone la solita questione irrisolvibile:una opinione pubblica che cerca l'azzeramento dei rischi in monagna e spesso reagisce in maniera censoria alle disgrazie,dall'altra chi pratica l'ambiente come sportivo,professionista o soccorritore e che sà perfettamente che si deve e si può lavorare per ridurre i rischi,ma è utopia azzerarli.L'elicottero non sempre può volare (meteo) per scaricare i costoni con le esplosioni e non sempre può portare sul posto le squadre soccorso.Io resto dell'idea che il sottile confine tra la libertà di andare in montagna e la responsabilità relativa alle possibili conseguenze per sè e per gli altri,debba essere il frutto di coscienza e conoscenza di ciascuno.Gli avvisi di pericolo in loco significano solo che si presume che qualcuno arrivi in un posto senza avere pianificato l'uscita,sfruttando le ormai numerose e accessibili fonti di informazione:è su questo che si deve agire.Bisogna promuovere la capacità di valutare e di rinunciare se è il caso.
Per finire bisogna anche fermarsi a ragionare sui numeri:tante vittime (una sola è già troppo),ma considriamo anche di quanto è aumentato l numero dei praticanti,anche del "semplice" fuoripista.Magari se si lasciassero dei tracciati al naturale,adeguatamente "protetti" invece di lisciare ad oltranza tutte le piste,giusto per poter vendere anche ai meno preparati...

Offline radetzky

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Re: ...senza parole :-(
« Risposta #24 il: 02/01/2010 18:28 »
quoto
quando che le pegore le va a destra.. mi vago a sinistra. e quando le va a sinistra mi vago a destra !

Offline Guido

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Re: ...senza parole :-(
« Risposta #25 il: 04/01/2010 09:52 »

i miei 2 cents:

-le parole di Bertolaso sono state dettate dall'emozione del momento, sicuramente con poca accortezza e esperienza del soccorso in montagna, ma esprimono un concetto chiaro (condiviso anche da molti) sul fatto che sia un oscenità che persone del soccorso muoiano per andare a soccorrere persone che si prendono rischi superiori alla norma o sprovveduti, è inutile nascondersi dietro un pregiudizio verso la persona che ha espresso tale pensiero quando in realtà, su questo e altri siti con numerose persone che usufruiscono della montagna ho sentito più volte l'espressione per analoghi incidenti: "se la sono andati a cercare". Di fronte a una tragedia di tale entità, trovo anch'io in termini puramente spiccioli un disastro il fatto che 7 soccorritori siano dovuti (e sottolineo dovuti, in fondo è la loro vocazione) partire di notte con pericolo 4.

-è ovviamente impossibile proibire la montagna sia dal punto di vista della libertà personale che dal punto di vista puramente tecnico, fatto sta, come dice Agh, che la funivia del pordoi porta ad alte quote chiunque ed è inutile chiosare di responsabilità quando sappiamo benissimo com'è la gente e la cultura anche di certi alpinisti, figurarsi poi di sciatori o snowboarder che vanno fuori pista.

-con tutto il rispetto per i 2 alpinisti friulani, indubbie magari le loro capacità tecniche, ma si dice pianificassero tutto...ora se l'avvicinamento era su pendii a rischio con pericolo generalizzato 4, mi sembra si siano presi un rischio molto alto in partenza, in più spesso il fondo del terreno per arrivare alla base di una cascata di ghiaccio è appunto il torrente ghiacciato che scorre sotto la cascata che costituisce un piano di scorrimento per la neve che vi poggia sopra... anche se  li capisco, già l'attrezzatura che devi portare dietro per fare una cascata è tanta e pesante e per questo non avranno preso arva-pala-sonda...è normale, fa così la maggioranza dei cascatisti, ma ciò non permette poi l'auto-soccorso.

-

"...sarà da chiedersi se esistano ancora escursionisti capaci di divertirsi sulle medie difficoltà, per trovare sè stessi anche in una giornata senza ambizioni, trascorsa serenamente all'insegna della natura più delicata." Giampaolo Sani

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« Risposta #26 il: 04/01/2010 10:11 »
- è chiaro che l'uscita di notte con pericolo 4, presentasse una moltiplicazione dei pericoli oggettivi per i soccorritori, che giustamente si sono prestati ad affrontare, ma la loro esperienza, non li immunizzava da tali pericoli, purtroppo tra tutto quello che poteva succedere è accaduta una fatalità così disastrosa da non lasciare scampo.

-le parole di valeruz, anche se io ne posso intendere il senso,è difficile che estranei al mondo della montagna possano capirle e per questo risultano un po' irresponsabili: arva-pala-sonda sono fondamentali per fare auto-soccorso che è il metodo che presenta le maggiori chanches di sopravvivenza in caso di sepolto in valanga; è ovvio che avere questi attrezzi con sè non ti immunizza dal pericolo, ma dire che ci sarebbero meno incidenti se la gente non li avesse, così come se la gente andasse in giro per pareti senza corda, è una scemenza.
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Re: ...senza parole :-(
« Risposta #27 il: 04/01/2010 10:23 »
-le parole di valeruz, anche se io ne posso intendere il senso,è difficile che estranei al mondo della montagna possano capirle e per questo risultano un po' irresponsabili: arva-pala-sonda sono fondamentali per fare auto-soccorso che è il metodo che presenta le maggiori chanches di sopravvivenza in caso di sepolto in valanga; è ovvio che avere questi attrezzi con sè non ti immunizza dal pericolo, ma dire che ci sarebbero meno incidenti se la gente non li avesse, così come se la gente andasse in giro per pareti senza corda, è una scemenza.

Valeruz ragiona da Valeruz, cioè da uno che è nato in montagna ed è vissuto da sempre in montagna, e che quindi ha accumulato un bagaglio di esperienze inarrivabile per gente normale e che magari vive in città e va sulle cime nei fine settimana.
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« Risposta #28 il: 04/01/2010 10:26 »
Valeruz ragiona da Valeruz, cioè da uno che è nato in montagna ed è vissuto da sempre in montagna, e che quindi ha accumulato un bagaglio di esperienze inarrivabile per gente normale e che magari vive in città e va sulle cime nei fine settimana.

è proprio per questo che non dovrebbe dirle pubblicamente, perchè ci sono persone (poco esperte o con poca testa) che magari lo prendono alla lettera.  :P
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« Risposta #29 il: 04/01/2010 10:56 »
è proprio per questo che non dovrebbe dirle pubblicamente, perchè ci sono persone (poco esperte o con poca testa) che magari lo prendono alla lettera.  :P

si è vero
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