Da "TRENTINO" di oggi.
TRENTO. Un fronte di quattrocento metri, una massa enorme di neve che dal versante sud del Palon si è scaricata verso la piana delle Viote, fermandosi poco prima della strada forestale, lontana comunque dalle piste da sci nordico. Per quattro ore decine di soccorritori hanno setacciato l'area colpita dalla slavina, nel timore che uno sciatore fosse stato travolto. Ad avvalorare questa ipotesi le tracce di sci all'attacco della valanga e alcune macchie di sangue. Le ricerche sono state sospese alle 17 e, salvo segnalazioni di persone scomparse, non verranno più riprese.
L'allarme è scattato intorno alle 12.30. Numerosi i testimoni della slavina che si è staccata da sotto la cima del Palon: la valanga, con un fronte di 400 metri, si è spezzata in due, seguendo i due canali naturali che scendono dal versante sud. La massa nevosa si è poi fermata in una radura, non lontano dalla strada forestale che taglia la base del Palon.
Il primo allarme, al 118 e al soccorso piste della polizia municipale, è partito da uno sciatore, che dalla cima del Palon ha visto la slavina staccarsi e soprattutto ha notato delle tracce di sci infilarsi nella valanga. Testimoni del gigantesco distacco anche Claudio Ferrari, direttore della scuola di sci fondo della Viote, e Maurizio Segatta, un dipendente dell'Asis che si occupa della preparazione delle piste. «Ho sentito il boato e ho visto la slavina scendere - racconta Ferrari - ho subito chiamato Marco Filippi, presidente della commissione valanghe del Bondone per metterlo al corrente». Filippi in quel momento si trovava a Vason: è subito sceso alla Viote per rendersi conto della situazione.
La centrale operativa di Trentino Emergenza ha subito fatto partire un elicottero con a bordo il cane da valanga, che in questo periodo è sempre presente presso l'eliporto di Mattarello. Tre gli elicotteri della protezione civile utilizzati per portare in quota le squadre di ricerca e le unità cinofile del soccorso alpino e della guardia di finanza: base delle operazioni il piazzale che si trova sul retro della Capanna Viote.
Le squadre, coordinate da Mauro Mabboni, hanno passato al setaccio la grande area interessata dalla slavina, spesso meta di snowboarder appassionati di fuori pista. Un lavoro reso difficile dalle violente raffiche di vento che c'erano ieri in quota (hanno creato non pochi problemi anche agli elicotteri) e con qualche rischio legato ad altri possibili distacchi di neve. Ad un certo punto da un soccorritore è arrivata la segnalazione della presenza di tracce di sangue sulla neve lungo il canale più ad est. A quel punto è cresciuto il timore di trovare una persona sotto la neve e le ricerche si sono concentrate in quella zona. Intorno alle 16 i cani da valanga hanno «segnato» un punto ed è stata portata in quota un'altra squadra per scavare, senza risultati tuttavia. Verso le 17 - ormai stava calando il buio - è stato deciso di interrompere le ricerche sulla neve.
A quel punto i carabinieri della stazione di Candriai e la polizia municipale hanno avviato i controlli negli alberghi del Bondone per verificare l'eventuale assenza di ospiti e hanno controllato tutte le auto posteggiate nei parcheggi delle Viote e del Vason. Ieri sera non risultavano persone scomparse. Questo apre la strada a due ipotesi: qualcuno effettivamente ha provocato il distacco della slavina ed è riuscito a mettersi in salvo da solo; la seconda possibilità (a questo punto la più probabile) è che ci sia stato un distacco autonomo, dovuto alle enormi precipitazioni dei giorni scorsi e agli accumuli di neve dovuti al vento che per molte ore ha battuto il Palon.
Per quanto riguarda le tracce di sangue individuate, i soccorritori non escludono che possano appartenere ad un animale che si è ferito sulla neve.
di Gianfranco Piccoli