Stupenda traversata in quota di 2 giorni effettuata con l'amico Sambo: obbiettivo la vetta del Cevedale (purtroppo non raggiunta causa maltempo).
1° Giorno 21.05.14
Ritrovo a Verona alle 5, passaggio acquisti a Cogolo e ci portiamo verso la Val de la Mare: la stradina è interrotta poco prima della centrale da due immensi sassi crollati dalla parete sovrastante. Parcheggiamo dunque poco sotto, al primo spiazzo non bosco e iniziamo la marcia stracarichi verso Malga Mare
Pronti a partireIn breve siamo in vista della Malga dove constatiamo che ormai la neve sta sopra i 2200 a questa esposizione
Verso Malga MareIl faticoso sentiero porta in quota abbastanza velocemente, la visuale sui 3644 metri del Vioz è sempre un'emozione
Verso il ViozGiunti al Pian Venezia mettiamo finalmente gli sci
All'imbocco della Val VeneziaCamosci al Pian VeneziaLentamente, su firn già ammorbidito dalle miti temperature, prendiamo quota: a sud montano delle nuvole, verso nord il Cevedale si mostra in tutta la sua grandezza
Sambo in salitaVerso Cima CavaionStudiamo bene già dal basso la discesa per il vallone est che effettueremo il secondo giorno
La discesa del giorno dopo nel vallone a sinistraAppena superata la base del roccione su cui posa il Larcher, saliamo sul ripido pendio in direzione dello stesso.
Pausa in verandaInizia ora il tratto un pò più complesso per quanto riguarda l'orientamento: saliamo la ripida rampa poco sopra al rifugio.
Salendo sopra al LarcherIn breve siamo al Lago Marmotta dove studiamo a fondo la situazione: non conviene portarsi subito per i ripidi e valanghivi pendii di Cima Nera, scegliamo di intraprendere il sentiero estivo che da sopra a Lago Lungo arriva fino al Dorigoni effettuanto un traverso in leggera discesa. Una volta imboccato il ripido canalino, giungiamo alle Pozze ancora splendidamente sepolte.
Sotto le pareti di Cima Lago Lungo dove hanno sede le PozzeAbbandoniamo dunque la direzione del sentiero 104 , per risalire il morbidissimo e lunghissimo vallone, letto dell'antica Vedretta Marmotta. Nonostante le pendenze moderate, la fatica si fa sentire accentuata da un caldo quasi insopportabile. Dopo un interminabile tratto semi pianeggiante siamo nei pressi del Passo Vedretta Alta dove la visuale ci ridà la giusta motivazione
Le morbide pendenze nel vallone dell'ex Vedretta MarmottaVerso il cieloL'immensità del CevedaleCi aspetta dunque la discesa verso la Val Martello ma dal passo il pendio è molto ripido. Conviene dunque risalire la facile dorsale di Cima Marmotta fino al punti di congiunzione tra la cresta e la Vedretta Alta
Risalendo verso la cresta di Cima MarmottaIn crestaImmensi pendiiLe Cime Venezia sullo sfondoCon curve su neve abbastanza sciabile benchè lavorata dal sole, perdiamo quota con splendide vedute sulla Val Martello
La spettacolare testata della Val Martellosambo e il CevedaleCon un lunghissimo traverso scendiamo in direzione del rifugio Martello
Quasi al Rifugio MartelloIl bivacco è favoloso, pulito, riscaldato e con la corrente elettrica: un esempio di come un gestore, probabilmente, tiene al fatto che la gente visiti le montagne nonostante non ci guadagni nulla. Dopo una bella pasta e panini ci mettiamo a letto e proviamo a dormire un pò sebbene la faccia risenta molto delle scottature.
2° Giorno 22.05.14
Ci alziamo al mattino presto e constatiamo del tempo un pò più nuvoloso rispetto al giorno prima
ma con un'inaspettata quanto estetica sorpresa: abbiamo dormito sopra un magnifico mare di nuvole
Mare di nuvole in Val MartelloVerso le 5.45 partiamo in direzione della Zufallspitze. La salita, nel primo tratto, è lunghissima su pendenze poco accentuate.
Sambo in salitaSuperata alla nostra sinistra la forcella della Forcola, saliamo sull'immenso ghiacciaio perfettamente coperto dalla neve in una magica atmosfera
Oltre la ForcolaControluce sul ghiacciaioAttacchiamo dunque il ripido pendio che porta alla sella sotto la cresta facendo una arco da destra verso sinistra
Quasi alla sellaGiunti abbastanza provati alla suddetta, siamo a quota 3550 circa. Calziamo i ramponi e prendiamo la picca per affrontare la facile parte di roccette che permette l'accesso in cresta.
Sguardo in giù verso la sella e la cresta di salita estivaArrivati alla cresta, le nuvole scendeno ed il vento aumenta d'intensità, la visibilità cala a pochi metri e la ritirata sembra l'unica scelta: non ci fidiamo a prenderci rischi di muoverci su terreno glaciale in queste condizione (tanto più che la discesa nella parte alta passa vicino ad una serraccata).
Ricaliamo alla sella ed iniziamo la discesa dall'altro lato su pendenze ideali ma su neve non troppo facile che alterna crosta a pappona e tratti di bel firn.
Nella discesa del lunghissimo pendioPerdiamo a quota su terreno a tratti facile a tratti un pò ripido fino a giungere in vista della morena sassosa del ghiacciaio in Val Venezia dove, con un tratto più scosceso, caliamo fin sul fondo pianeggiante della stessa
Il ripido pendio che porta tra le morene Passiamo su terreno piano sotto al Larcher e continuiamo con le ultime curve sulla neve marrone
Sotto al LarcherGiunti dunque al Pian Venezia, togliamo gli sci e ci rilassiamo sulle panchine con un meritato pasto. Sci in spalle torniamo alla macchina
Relax al Pian VeneziaDislivello: 1350 circa il primo giorno, 1000 il secondo
Sviluppo: 15.4 Km il primo giorno, 16 Km il secondo
Neve: Crostosa non portante in alto, firn intermedio, marcia in basso