Dopo aver letto il post di P52 e i vari commenti questo San Matteo mi prudeva proprio…
dopo qualche telefonata in giro trovo Passo Veloce che non se l’è fatto ripetere così, sabato mattina alle 6.30 eravamo sotto la diga di Pian Palù intenzionati a raggiungere la cima dalla Val degli Orsi.
Partenza quindi da 1650 metri seguendo la strada forestale fino alla malga Giumella, si prosegue fino all’incrocio con il sentiero 122 nei pressi di ruderi di un vecchio fortino; il sentiero con alcune comode zete supera la prima ripida scarpata che porta in località Fratasecca (2250m) passando attraverso i resti di opere militari e baraccamenti, entra poi nell’impluvio della valle degli Orsi; più in alto incrocia il “sentiero dei Todeschi” che porta al doss dei Cembri;
il nostro sentiero, o meglio la nostra traccia, invece continua sulla destra della valle superando un ultimo risalto lungo un ripido pendio coperto di massi e detriti e quindi giunge alla lingua terminale della Vedretta degli Orsi.
Ora l’itinerario diventa di alta montagna, quindi, calzati ghette e ramponi, si percorre la vedretta ghiacciata fino all’ultimo risalto roccioso che porta al Colle degli Orsi dove si vede il bivacco Meneghello (3453m).
Il ghiacciaio si è notevolmente abbassato e il pendio fino al colle è molto ripido e coperto di massi instabili e terriccio; abbiamo tentato di risalirlo tenendoci molto in alto a sinistra sul ghiacciaio ma quel che dal basso sembrava una cengia non lo era affatto, quindi ridiscesi alla base del risalto siamo riusciti a risalirlo sulla destra non senza qualche problema di stabilità.
Il bivacco Meneghello si trova su un ripiano roccioso con un panorama mozzafiato verso il ghiacciaio dei Forni e tutte le 13 cime del gruppo.
Ora proseguiamo lungo la cresta dapprima rocciosa poi di neve e ghiaccio; vista la presenza di alcuni crepacci e di bei pendii ghiacciati verso i Forni decidiamo di procedere in cordata;
la salita verso il San Matteo è facile e piacevole e in poco tempo siamo sulla cima (3678m).
Tempo di mangiare qualcosa, di fare un po’ di foto allo splendido panorama e si decide di rientrare; la discesa lungo l’itinerario di salita è infinita e non sto qui a descriverla.
Stranamente non abbiamo incontrato nessuno, ne lungo l’itinerario, ne sulla cima, ne verso il Gavia… sembrava di essere soli al mondo… soltanto qualche capriolo e qualche marmotta.
Ci siamo però rifatti facendo una visitina alla pasticceria della nonna
, ero proprio curioso e devo dire che Claudia ha ragione ad esserne così entusiasta.
Ringrazio la mia compagna di cordata che decisamente non teme ne dislivello ne tantomeno ghiaccio e neve, che sembra quasi essere il suo abitat naturale