0 Utenti e 4 Visitatori stanno visualizzando questo topic.
ma tu AGH salendo da quel versante hai mai fatto qualche bel sentiero oppure ti 6 cimentato unicamente nella terribile salita da Mattarello?
riesumo un vecchio post nn molto approfondito chiedendovi se qualcuno può indicarmi qualche bella camminata sulla Vigolana che però nn sia quello che parte da Mattarello con salita e dislivello massacrante! ringrazio in anticipo chi mi saprà aiutare...
grazie Mett...i Frisanchi è una frazione sull' altopiano di Lavarone oppure è un maso di Centa S.Nicolò? nn mi ricordo...
ciao Manuel, è una frazione di Centa! LINK Ciao!
ma nn c'era pure una leggenda sui buchi che ci sono sulla Vigolana? qualcuno la conosce?
no che leggenda? Qualcuno qua dentro fa speleo?
diciamo che più che una leggenda sono dei racconti di paese; mi dicevano che sulla cima della Vigolana ci sono 2 piccole voragini che scendono in profondità però nn si sa di quanti metri...qualcuno ha provato a farsi calare x alcuni metri e dice di avere sentito dell'acqua che scorre...se riesco a reperire qualche altra notizia ve la dico!
Il vistoso carsismo Dalla prevalente costituzione calcareo-dolomitica della compagine deriva lo sviluppo del carsismo, azione di dissoluzione chimica delle rocce da parte delle acque meteoriche. Fenomeni carsici, superficiali e ipogei, si rivelano sulla Marzola e sulla Vigolana: consistono in fessurazioni, solchi, doline, grotte, campi carreggiati. Questi ultimi sono così definiti per la loro somiglianza con le tracce che potrebbe lasciare un carro su terreno morbido. Appartengono a zone in lieve pendenza sulle quali le acque che scorrono lungo le linee di maggior ruscellamento hanno disciolto la roccia formando solchi per lo più stretti e tortuosi, profondi anche alcuni metri. I solchi hanno direzione subparallela, intersecati talora da solchi minori che nell’insieme compongono un intricato minireticolato. Campi carreggiati, oltre a piccole doline e solchi, appaiono al confine tra i comuni di Vigolo Vattaroe Besenello nei pressi della Cima Vigolana, a 2100 m. Data l’altitudine, non è escluso che la loro genesi sia dovuta al lento fondersi delle nevi permanenti che un tempo ricoprivano la vetta. Le forme superficiali più diffuse ed evidenti, tuttavia – come doline di grandi dimensione (ne esiste una del diametro di circa 250 metri, profona 50-60), pozzi, inghiottitoi – sono riscontrabili sul versante meridionale della Vigolana, a sud, sud-ovest del Becco di Filadonna, quindi, al di fuori ormai dei limiti della zona in esame. Compreso nel territorio vigolano è, invece, un notevole numero di grotte, di cavità e di anfratti: la più nota è la grotta Gabrielli, sul versante settentrionale della Vigolana, a 1900 m di quota, quasi in cima al vallone dello Scalon – una direttrice di valanghe – dove questo incrocia il sentiero n. 435 diretto al bivacco della famosa guglia della Madonnina. La grotta, il cui nome rende onore a Giulio Gabrielli, un amante della montagna che proprio in montagna ha lasciato la vita, è una grotta fossile o morta, cioè abbandonata dall’acqua, quasi del tutto priva di concrezioni calcaree e costituita da una serie di pozzi, gallerie e sale: la sala o cimitero degli Stambecchi (vi venivano a morire questi animali, prima della scomparsa), la sala del Bivacco (vi passarono la notte alcuni speleologi nell’agosto del 1964) e la più importante di tutte per dimensioni, quella del Duomo, una voragine alta intorno ai 130 metri, lunga 90 e larga 30, nella quale una rientranza delle pareti dà l’impressione dell’abside di una chiesa. La galleria, complessa per l’alternarsi di elementi di discontinuità quali i pozzi verticali, i cunicoli orizzontali e quelli secondari, generalmente ancora inesplorati, ha uno sviluppo di 1200 metri, sprofondati nella roccia sino a -220 metri dall’imbocco: non si esclude, tuttavia, che sia molto più lunga e profonda, come potrebbero dimostrare future esplorazioni. Queste non sono facili per la situazione strutturale della grotta, ma anche per l’altitudine dell’imbocco, ove la neve dimora per molti mesi all’anno. Altre cavità naturali, nicchie e anfratti, distribuiti in gran numero sulla Vigolana e sulla Marzola, specie nel territorio di Vigolo Vattaro, prendono genericamente il nome di busi; ad essi la fantasia popolare ha spesso aggiunto gli appellativi che più le suggerivano l’ubicazione, le forme o altro: Bus a Rónch, Bus del Làpis, Bus del Pasolot, Bus del Pra pìcol, Bus del Scalón, Bus del Stremì e Bus de val Lavinèla. Le nicchie sono spesso usate dai frequentatori della montagna come ripari; le cavità servivano ai pastori del passato come luoghi freschi per custodirvi le vivande. La formazione di tali e tante cavità carsiche è stata agevolata dalla tettonica intensamente fagliata dell’area. Tutta una serie di faglie principali e secondarie, infatti, la interessano costituendo un sistema assai complesso specie nei punti di incrocio che divengono siti particolarmente predisposti all’erosione.