Questa estate io ed il mio amico Andrea abbiamo deciso di affrontare la salita alla vetta del Monte Stivo partendo dalle nostre case.
Non conoscendo bene il sentiero della direttissima che parte da Marano di Isera abbiamo optato per un percorso decisamente più lungo (ma che se fosse molto più lungo lo abbiamo scoperto solo dopo...
).
Partenza all'alba (ore 6:00) da Villa Lagarina, abbiamo seguito la strada provinciale (con qualche ravanata taglia gambe) fino sopra Pedersano, da qui abbiamo preso la strada di campagna che porta a Cei passando per località Pra dell'Albi, questa strada è più lunga della provinciale che però è sprovvista di marciapiede e in alcuni tratti per chi la conosce un po' brutta da percorrere a piede).
Dopo circa due orette di cammino arriviamo a Cei, piccola sosta e si riprende su per il sentiero che si inerpica fino ad arrivare alla Becca (ca.1500m), abbiamo già fatto una gran parte dei metri di dislivello previsti per questa giornata ma arrivati alla Becca facciamo una veramente brutta scoperta (già salendo per il sentiero un brutto presentimento si stava impossesando dei nostri cuori): la Becca è decisamente più vicina al Corntetto del Bondone (2 ore) che allo Stivo (3.40 ore).
Dopo un'altra sosta riprendiamo il cammini abbastanza demoralizzati, con già quattro ore di cammino sulle spalle ci accingiamo ad affrontare la traversata del Palon: sono ore di estremo silenzio, quasi desolazione, io procedo una cinquantina di metri dietro Andrea mi segue, non incontriamo nessuno, nemmeno si vede lo Stivo.
Finalmente arriviamo in cima al Palon, da qui si vede l'ultimo tratto di strada che ci rimane, il sole è già alto in cielo (sono passate circa 6 ore). Mangiamo qualcosa e ripreso vigore, sia fisico ma soprattutto mentale, raggiungiamo velocemente cima Bassa.
Da qui scatta un vero e proprio "assedio" alla vetta. Entrambi ormai abbiamo superato il limite della percezione della fatica e come due trenini a vapore maciniamo metri passo dopo passo, superiamo una coppia di tedeschi che ci guarda allibiti ed in meno di 40 minuti siamo finalmente padroni della vetta. Esausti ci refreigeriamo al rifugio con una buona radler.
Ora si pone il problema della discesa, sono le 13:30, non abbiamo ne il tempo ne le forze per rifare il tragitto al contrario, ma questo lo sapevamo già in partenza, infatti nei nostri piani avremmo dovuto affrontare la discesa per i "geroni" e poi da Bordale ridiscendere fino a Cei per la Strada provinciale.
La fortuna è pero dalla nostra parte, incontriamo in rifugio un signore che, colpito dal nostro racconto, ci offre un passaggio fino a villa, avendo l'auto a passo Santa Barbara. Evvai!!!
Ecco il racconto di una bella avventura, che ci ha fatto tornare indietro nel tempo, quando non c'erano ne i mezzi ne le possibilità per muoversi facilmente, e ci ha fatto vivere le emozioni provate durante la visione di film con lande sperdute ed avventure mozzafiato.
P.S.: non so se lo rifarei