Dalla cima dell'Altissimo, vista sul Garda verso sud coperto di nuvole
Giovedì 7 novembre il meteo prevede “molto soleggiato” quindi decido una esplorazione dell’ignoto versante nord del
Monte Altissimo di Nago. Per varie ragioni parto orribilmente tardi e sono sul posto alle 11.15, quindi con probabili problemi di rientro al buio. A
Festa m 855, sopra Brentonico, da dove parto, leggo con orrore la tabella: “Monte Altissimo 4 ore”. Come 4 ore??? Mi pare tantissimo, anche se pedalando dovrei farcela ad evitare il buio. Studio il percorso e decido di fare il rientro lungo la forestale a bassa quota che collega S. Giacomo con Festa.
Il piccolo e bucolico altopiano di Festa, sopra Brentonico
Parto dunque a razzetto (si fa per dire) su per un tratturo col fondo di 10-15 cm di foglie che rallenta subito la marcia e che attraversa bei boschi di latifoglie. Fa un caldo africano incredibile per essere a metà novembre e sono subito in maniche di camicia. Per la fretta a un bivio sbaglio sentiero e finisco su per un costone dove la traccia si perde nella vegetazione impraticabile.
Il sentiero sale per un bel bosco di latifoglie
Torno indietro e ritrovo il sentierello giusto che mi porta alla bellissima conca pratosa di
Malga Campei di Sotto m 1328 dove finalmente il panorama si apre: vedo la Val di Gresta da una insolita prospettiva, l’ampia Val d’Adige con la feroce urbanizzazione e la città di Rovereto. All’orizzone le cime innevate del Carè Alto e della Presanella.
Vista grandiosa verso nord: al centro la Val di Gresta col Monte Stivo
Per stradella cementata (
sentiero 624) raggiungo M
alga Campei di Sopra 1469 in strepitosa posizione panoramica a 180 gradi. Proseguo in piano fino al valloncello di
Val Parol, quindi salendo per 624 lungo la dorsale fino a
Baita Grasso (dove perdo un’altra volta il sentiero) e al
rudere di Malga Campiglio nei pressi del
M. Varagna, dove ci sono postazioni militari che però non visito perché il tempo stringe.
Verso Malga Campei di Sopra
Vista verso Val di Ledro e Cadria
Rifugio Campei; a dx vista su Stivo, Val di Gresta, M. Biaena e Val d'Adige con Rovereto
Val Parol
Vista sul Pasubio all'orizzonte
Carè Alto e Presanella
Le ampie dorsali presso il Monte Nago
Caré Alto
Quasi in vetta, la chiesetta degli alpini; a dx il rif. Damiano Chiesa
Il sentiero prosegue panoramico per belle vallette pratose fino al
Monte di Nago, quindi con un ultimo strappo attraversando una macchia di alti mughi raggiungo il
rifugio D. Chiesa 2059, dove nel frattempo s’è alzato un vento teso e molto fresco, e poi alla vicina e ampia vetta pianeggiante del
Monte Altissimo 2079 dal panorama vastissimo. 3 ore e ¼ quarto fin qui, senza le deviazioni sbagliate che mi hanno fatto perdere almeno mezzora avrei impiegato meno di 3 ore. Non male (sia lodato l’allenamento di quest’anno!), questo mi permette di tirare un po’ il fiato e affrontate con più tranquillità la discesa
.
Vista sulla Polsa
Vista sull'Alto Garda
Veduta sulle montagne lombarde
A bassa quota c’è molta foschia, il
Lago di Garda verso sud è coperto da una coltre di nubi. Scatto un po’ di foto rapidamente, il vento è piuttosto forte e freddo in cima, quindi mi riparo al rifugio dove mangio un panino. Dopo mezz’ora di sosta esatta riparto per affrontare la
discesa verso S. Giacomo col sentiero 622 panoramico “Alta via del Monte Baldo”.
Le trincee scendendo verso Malga Campo lungo il sentiero 622
La dorsale verso S. Giacomo
Per dorsale si cala, tra ruderi della grande guerra, con un lungo traversone fino a
Bocca Paltrane 1831 quindi fino a
Malga Campo 1650. Nella discesa vedo
i mitici cirmoli piantati da Augusto Girardelli nella sua folle impresa di rimboschimento decenni fa.
I cirmoli di Augusto Girardelli
Camoscio a soli 20 metri, per nulla spaventato...
Malga Campo
Ultimo sguardo verso Corna Piana prima di scendere verso S. Giacomo
Zoomata su Corna Bes
Bacche di rosa canina (dette "stropa-cui" in Trentino)
Corna Bes
Gattone nei pressi di S. Giacomo
Da Malga Campo scendo ancora per 622 sul sentiero infido coperto di foglie che nascondono i sassi, ma con un po’ di attenzione le caviglie sono salve anche stavolta
. Raggiunto
S. Giacomo 1220, le difficoltà sono praticamente finite e c’è ancora abbastanza luce, rientro quindi come previsto per la strada forestale che costeggia in basso il Monte Altissimo rientrando a Festa giusto pochi minuti prima che faccia buio pesto.
Strada forestale di rientro verso Festa
Non conoscevo questo versante del Monte Altissimo, davvero molto bello e con panorami veramente grandiosi. Mi riprometto di ritornarci magari con un filo di calma in più
. Dislivello 1200, 18 km
Il percorso