Lunedì 23 settembre parto alla conquista del Pavione in compagnia di Angela. Lasciamo un'auto all'imbocco della strada che sale a Vederna mentre il punto di partenza è nei pressi della cascina forestale di Valpiana, in val Noana, il tutto per evitare un lungo e poco interessante traversone su forestale (Sat 732). La giornata è a dir poco spettacolare, in poco tempo arriviamo a malga Stua di sopra, dalla quale cerco di visualizzare il percorso inedito proposto da Angela, una vecchia traccia che arriva sulla cresta sopra la Busa delle Vette Grandi
Il Pavione occhieggia invitante
Le pale di San Martino si stagliano nitide nell'aria tersa
Sopra la malga seguiamo un sentiero più calpestato che segnato, su una crestina boschiva ,con passaggi impegnativi su ripidi prativi e superamenti di sbalzi grazie a radici e rododendri, che ci porta alla base delle pareti strapiombanti.
Alla nostra destra si apre un profondo vallone
Ecco il passaggio chiave, una cavità naturale che aiuta a superare uno sperone roccioso e molto esposto
All'uscita si ci troviamo su un balcone panoramico, mai pericoloso, in basso il valllone con un sentiero (comoda alternativa)
in alto ampi scivoli calcarei e radure erbose
La suggestione del posto ci aiuta a superare le ultime difficoltà
E la Busa del Piadoch ci accoglie al sole tra camosci in gruppi
e solitari
Sulla cresta ecco lo spettacolo della Busa delle Vette Grandi
Lo sguardo spazia attorno, a dx in successione Cima Dodici, il Col di Luna e seminascosto il Pavione
a sx dopo un breve aggiramento la Piazza del Diavolo e il gruppo del Piz Sagron e Ci...monega
Alla ripartenza, dopo un ultimo sguardo dietro a noi, saliamo la costa del Piadoch o Cima Dodici, particolarmente ricca di stelle alpine
Si intravvede la piramide del Pavione
Scendiamo e risaliamo per il Col di Luna, con l'orizzonte che si apre sempre più
Ed eccoci alla rampa finale
Sotto di noi si apre la Busa di Cavaren
Mentre io soffio come un mantice Angela tira come una mula..
Ci siamo
La discesa non è banale, per restare in tema di giornata scegliamo una vecchia traccia che scende dritta alla malga Agnerola, anzichè prendere la dorsale verso la Vallazza e di lì il 736 SAT
I ripidi pendii erbosi mettono a dura prova le giunture, mentre uno sbalzo ripido ci obbliga alla massima attenzione (e si che c'erano vetusti segni biancorossi...)
Ci congiungiamo al 736 sopracitato e quindi arriviamo, nella calura di un pomeriggio ancora estivo, alla splendida malga Agnerola
Attraverso boschi ombrosi arriviamo ai prati di Vederna
da dove il 736 Sat, scendendo verso Imer, mostra il suo antico acciottolato
costeggiando una profonda forra
e superando balzi e cascate
E all'arrivo c'è posto solo per la soddisfazione