Vista sulle Pale di S. Martino salendo a Cima BoccheClassicissima scialpinistica, acciuffata in extremis perché ormai la neve sulla strada forestale iniziale è ridotta al lumicino, e alcuni tornantini soleggiati sono già senza neve. Visto il grado di pericolo valanghe da 2 a 4, decido di partire presto, sveglia alle 5 e alle 7.30 sono sul posto e parcheggio nei pressi del
Rio Juribrutto sulla strada del Valles a quota 1755 (spiazzo con 3-4 posti auto). La stradella forestale sale a tornantini e senza difficoltà arrivo a
Malga Juribrutto 1912. Di qui si prosegue ancora in breve verso NO quindi si inverte la rotta con un traversone verso sud che risale il bosco rado fino a un poggio con una breve radura, che si traversa in piano. Dopo aver oltrepassato il
bivio per Malga Bocche,
si sbuca finalmente a quota 2000 sui meravigliosi e amplissimi costoni della dorsale sud.
I dolci declivi della dorsale sud di Cima Bocche, sullo sfondo la Catena del LagoraiAbbandono la traccia dei ciaspolari seguita fin qui e salgo con percorso libero i dolci collinoni cercando di evitare i tratti più ripidi. Il paesaggio è fantastico, queste distese con la neve sembrano ancora più vaste. Nei pressi dell’
obelisco della Val Miniera m 2145 mi riporto verso la dorsale per valloncelli mai troppo ripidi.
Nei pressi di Val MinieraCima JuribruttoCima della Vezzana e Cimon della Pala Le rampe più consistenti verso la cimaMi tengo a ridosso della dorsale, stando però a debita distanza dai costoni più erti vicino alla cresta. La situazione comunque sembra tranquilla, non si sentono “voumm” e non si vedono distacchi, la neve è bella compatta e già pregusto la discesa. Risalgo le ultime incantante vallette e nei pressi del
Bivacco jellici 2730 semisepolto dalla neve guadagno la dorsale e sono facilmente
in vetta a quota 2745.
I valloncelli salendo verso la cima a ridotto della crestaIn cima ci sono 5-6 scialpinisti, tutti saliti dal passo S. Pellegrino, stranamente dalla mia parte non è salito nessuno! Mi riferiscono di una salita non facile dalla forcella gelata dove hanno dovuto usare i rampant. Il panorama è grandioso come dalla vicina
Cima Juribrutto salita di recente, uno dei più belli del Trentino probabilmente. A est
Sorapis,
Antelao,
Pelmo e
Civetta, verso nord il
Catinaccio e la
Marmolada, a ovest il
Latemar, a sud il
Lagorai e le
Pale di S. Martino.
Cima Juribrutto, sullo sfondo la parete sud della MarmoladaBivacco JelliciVista su Pale e Lagorai dalla cima In vetta!Arrivano alcuni scialpinisti risaliti da passo S. PellegrinoStavolta non mi fermo molto in vetta, primo per non bruciarmi la faccia come l’altra volta, secondo per scendere prima che la neve diventi pappa. Verso le 11.30 parto. La discesa è un sogno su un “firn” da favola che non trovavo da tempo. Si scende senza sforzo pennellando le curve con precisione millimetrica
Che goduria! Scendo grossomodo per la traccia di salita, solo quando sono ormai in fondo la neve diventa un pappone cedevole e devo stare attento a non piantarmi un paio di volte.
Discesa dalla cima su firn da favola Scendendo per gli ampi costoni della dorsale sud"Pennellate" tra la rocce affiorantiLa bellissima discesa dalla dorsale sudEffetto del riflesso calorifico delle rocce sulla neve
Ultime foto verso le PaleLa discesa per la stradella, massacrata da ciaspolatori e gente a piedi, è faticosa tra neve pantano alternata a crostoni nel bosco ancora gelati, ma arrivo fino in fondo sano e salvo
Mi sono meravigliato di non aver incontrato nessuno salendo e scendendo dal versante sud. Meglio così
Sviluppo 13 km, disl. 1064. Tempo salita 3h e 15.
Il percorso di salitaSolita tappa ad osservare i cervi nella riserva fauntisica di PaneveggioBell'esemplare di maschioCimon della Pala da PaneveggioLa forra del Travignolo all'inizio del sentiero del Marciò