Dai pressi della cima del Mulat verso la Catena del Lagorai
La montagna che sovrasta
Predazzo è il
Monte Mulat m 2150, ultima propaggine occidentale della lunga e magnifica
Catena di Bocche che si esaurisce a
Passo Valles. Nel
tentativo di traversata della Catena fatto qualche anno fa, avevamo dovuto rinunciare proprio in vista del traguardo a causa di un poderoso temporale con tuoni fragorosi e terrificanti saette. Rintanati come topi in un provvidenziale bivacco a 2000 metri di quota
Malga delle Vacche, avevamo profittato di una fugace schiarita per scendere precipitosamente a valle con le pive nel sacco, dopo oltre 30 km di marcia.
La partenza è a Predazzo, sullo sfondo il Lagorai
Maso Pinzan
Lungo la dorale ovest, con la piana verde di Predazzo
Restava dunque un conto aperto da saldare. La cosa curiosa è che il Mulat l’ho visto milioni di volte dalle cime circostanti e mai però ci avevo messo piede per la sua
apparente insignificanza. Invece grande è stata la sorpresa quando, partendo da
Predazzo, ho iniziato ad alzarmi di quota attraversando magnifici boschi col
sentiero 659. Sentiero piuttosto duretto in verità, la pendenza è costantemente sostenuta anche se la traccia è facile e sale a zig zag senza difficoltà.
Le cime del Lagorai teatro della Grande Guerra
Occasionali radure si spalancano all’improvviso su panorami da levare il fiato: proprio di fronte, verso sud, si staglia all’orizzonte la spettacolare sequenza di
cime del Lagorai che hanno fatto
la storia della Grande Guerra in Trentino:
Canzenàgol,
Busa Alta,
Cardinal,
Cauriol. Si vede bene tutta la Catena dalle
Pale di S. Martino a est fin giù al
Fregasoga a ovest. Sembra un paesaggio delle Montagne Rocciose, c’è ancora parecchia neve sulle vette e il contrasto col verde brillante del fondovalle, dove è già primavera, è spettacolare. Un cartello indica una deviazione per la
vecchia miniera di Bedovina, sarei tentato di andare a vedere ma preferisco proseguire per la mia mèta e tenere questa esplorazione per un’altra volta.
Vista sulla Val di Fiemme col Lagorai centrale
Bait de Mulat, un po' rudimentale all'interno ma con vista da urlo
Le sorprese si susseguono sopra i 2000 metri: la
dorsale è soprendentemente ampia e per vasti tratti pianeggiante, con magnifiche radure di prato e con un
minuscolo baito-bivacco, il Baito Mulat, con una vista da sogno sul Lagorai, per il quale progetto all’istante un ritorno. Aggirato il montarozzo boscoso e ripido della
Soposa, altri prati portano dolcemente alla cima del
Monte Mulat 2150 con una grande croce in legno e panorama grandioso. Si vede l’impervio gruppo dolomitico del
Latemar, tutta la
Val di Fassa fino al
Sassolungo e
Sella, un colpo d’occhio magnifico; a sud la
Catena del Lagorai si distende in tutto il suo selvaggio splendore.
Vista sul Latemar
Veduta sulla Val di Fassa
I prati che conducono all'ampia cima
Vista sul Lagorai nordorientale
Tanta imprevista magnificenza richiedeva evidentemente la giusta penitenza
. Dopo la sosta panini infatti mi salta il ghiribizzo di tentare un anello dei miei, andando a cercar rogne per tracce in disuso per rientrare dal versante nord. Grazie al GPS trovo il
vecchio sentiero segnato sulla Kompass. Pur non avendo alcuna indicazione, sembra ben tracciato e quindi lo seguo con una certa baldanza calando decisamente di quota.
La dorsale è punteggiate di piccoli stagni
Vista sul Monte Viezzena
Spunta dai prati la Pulsatilla Vernalis
Man mano che calo però le cose però si mettono male: dei bivi segnati in mappa nessuna traccia, il sentiero diventa sempre più esile, quindi anziché scendere prende una direzione non prevista verso est, portandomi totalmente fuori obiettivo. Quando me ne accorgo devo tornare indietro un bel po’ e risalire gratis almeno 150 m di dislivello, fino ad un impluvio sconvolto da un disbosco in cui la traccia si perde fatalmente.
Si ravana come al solito, in discesa sul versante nord, cercando la traccia dispersa dai disboschi. Almeno c'è una splendida vista sul Latemar...
Il faticoso e lungo rientro, in basso, sul versante nord del Mulat, mettendo insieme monconi di sentiero, tracce e forestali
Grandi disboschi hanno cancellato le tracce dei sentieri non ufficiali...
Bellissimi squarci sulla Val di Fassa, in basso la radura di Malga Peniola
Col Gps riesco a ritrovarla più in basso, dopo varie peripezie tra le ramaglie dove faccio un notevole “volo” per fortuna senza conseguenze, grazie ai bastoni che attutiscono la caduta. Una traccia di sentiero non segnata sulla mappa mi porta verso la strada forestale, grazie alla quale
riesco finalmente a scendere a valle fino alla ciclabile, con la quale raggiungo in un paio di km la macchina.
L'incantevole radura di Medil, ai piedi del Latemar
La strada forestale che scende a valle fino alla ciclabile
Zoomata sula frazione di Medil
Il Mulat è una montagna bellissima, ingiustamente trascurata e sconosciuta ai più. Il percorso ad anello dal versante nord resta, almeno per il momento, una incognita, però si può scendere dal versante sud verso
Zaluna e rientrare a Predazzo per la strada provinciale. Dislivello m 1150, sviluppo 20 km.
Il percorso