Salendo al Col Margherita, sullo sfondo le spettacolari Pale di S. MartinoNella precedente escursione a Cima Juribrutto
http://girovagandoinmontagna.com/forums/index.php/topic,2646.0.htmlavevamo notato verso est gli invitantissimi costoni del
Col Margherita m 2550, i "
Lastei di Pradazzo". Detto fatto, siamo tornati nella
Catena di Bocche per una tranquilla scialpinistica in una spettacolare giornata di sole. Nonostante i -17° segnati il giorno prima a Paneveggio, c'è un bel sole caldo e si sta benissimo.
Superata di poco
Malga Vallazza col suo parcheggio già orrendamente zeppo di macchine, ci siamo diretti verso
Passo Valles, fermandoci qualche tornante sotto. Calzati gli sci ci siamo inoltrati in uno splendido e ampio vallone, pressoché deserto, risalendo quindi dei facili costoni fino ad in un grandioso anfiteatro di collinotte e valloncelli. Vediamo da lontano sulla dorsale dello Juribrutto, fatto domenica scorsa, grupponi di scialpinisti e ciaspolatori orribilmente intruppati in una lunghissima processione. Da questa parte, non un'anima viva. Osserviamo ora la grande bastionata da superare per individuare il miglior percorso di salita per salire ai Lastei di Pradazzo. Attacchiamo le prime balze ondulate, con grandiosi panorami verso le Pale di S. Martino e il Lagorai.
La salita è abbastanza facile, scegliendo bene il tracciato di salita direi anche sicura da valanghe, basta
stare alla larga dai pendii più ripidi. Con percorso sinuoso guadagnamo lentamente quota aggirando collinoni e inoltrandoci in splendide valli e vallette che si susseguono quasi come in un labirinto. Arriviamo al punto chiave, una spalletta ripida di 50 metri da superare per sbucare ai pianori superiori. La neve in questo tratto però è durissima e i 5 cm di pappetta sopra fanno scappare gli sci. Li togliamo e ce la facciamo a piedi. Superato il breve dislivello rimettiamo gli sci e ci avventuriamo in un altro labirinto di vallette punteggiate di depressioni. Qui nei dintorni ci dovrebbero essere
due laghetti, ma è praticamente impossibile individuarli sotto metri di neve.
Ci alziamo ancora facilmente di quota "serpeggiando" tra costoncelli e valloni, fino ad arrivare alla grandiosa spianata terminale. Ormai senza alcuna difficoltà raggiungiamo la dorsale dove corre "
l'Alta Via della Mariota" e siamo quindi in vetta. Da urlo il panorama verso Passo S. Pellegrino, Cima Uomo, la Marmolada, alle nostre spalle svettano spettacolari le Pale di S. Martino, verso sud ovest la lunga Catena del Lagorai. Vediamo da lontano un gruppo di ciaspolatori, probabilmente salito in quota con la funivia (vergogna).
Sulla vicina Cima Juribrutto c'è una ressa come alla metropolitana di Tokyo nelle ore di punta, qui non un cane
Si alza un vento piuttosto gelido, è ora di scendere. Calziamo gli sci e via. Incredibilmente troviamo una valletta con neve compatta e trasformata che ci permette una splendida sciata per quasi 300 metri di dislivello. Fuori la neve è pesante o crostosa, seguendo l'impluvio invece è sciabilissima. Facciamo un tentativo di scendere verso la pista che scende dal Col S. Margherita, ma ci affacciamo su dei dirupi poco raccomandabili. Rientriamo sui costoni più sicuri e con una lunga serie di divertenti diagonali, ci riportiamo su delle ampie dorsali che calano dolcemente verso valle, fino al vallone che ci porta felicemente alla macchina.
Gran bel giro tranquillo, solitario e selvaggio a pochi km dalle frequentatissime Cime di Bocche e Juribrutto. In tutto il giorno non abbiamo incontrato un cane! Scegliendo bene il percorso è una gita facile e sicura, ottima da fare anche con le ciaspole.