Da Cima Le Pezze salendo al Viezzena, sullo sfondo la Catena del Lagorai
Ritorno sul magnifico
M. Viezzena, con un giro ad anello diverso dal precedente. Con l’idea stavolta di esplorare il
fianco ovest cercando un possibile rientro per incerte tracce segnate sulla
Kompass. Dal centro di
Bellamonte risalgo la forestale, stranamente senza divieti,
fino a quota 1600 (strada erta da 4x4) dove parcheggio. Qui proseguo a piedi verso
Tremes fino al
bivio con cartelli, dove svolto a sx seguendo l’indicazione “Sentiero per Viezzena M. Mulat”. Dopo un bel traversone per stradella fiancheggiata da grandi larici, ecco
un altro segnavia che indica “Cima Le Pezze”.
Cima Le Pezze vista da Tremes
Il bellissimo stradello forestale
Si inizia a salire di quota
Il versante sud è ripido, punteggiato di grossi larici
Abbandono quindi la forestale e inizio a
salire un ripido costone pratoso senza alcuna traccia visibile, ci sono solo
alcune paline che segnano la direzione. La salita comunque è intuitiva poiché si deve guadagnare la
bellissima e ampia dorsale pratosa, che per facili balze superpanoramiche porta ad una sella poco sotto la cima. Qui mi fermo a mangiare al riparo dal vento, con la magnifica
Catena del Lagorai di fronte, le
Pale di S. Martino sullo sfondo verso SE.
La deviazione per la cima, il sentiero è praticamente inesistente, segnato solo da qualche palina
Vista sulle Pale di S. Martino, Passo Rolle e Lagorai
Il ripido costone erboso per salire a Le Pezze
Vista sulle Pale di S. Martino, al centro il Sass Maor, a destra il Piccolo Colbricon nella Catena del Lagorai
Dopo pranzo guadagno rapidamente
Cima Le Pezze 2374 con la grande “Croce dela Caorina”. Osservo attentamente la sottostante
Val dei Cavai e soprattutto la lunga dorsale est del Mulat alla ricerca di tracce. Intravedo qualcosa di molto vago, sembrano più tracce di animali che sentieri però.
Vista verso il Latemar
Cima Le Pezze col Lagorai sullo sfondo
Vista verso la dorsale est del Mulat, Latemar sullo sfondo
Sguardo su Bellamonte in basso
Cima Le Pezze a sx con l'ampia sella
La larga dorsale ovest appena salita
Vista sulle Pale
Con traversone a ridosso della cresta, con qualche tratto leggermente esposto e qualche breve nevaietto da superare, raggiungo anche
Cima Viezzena m 2490. Vista strepitosa a 360° come al solito. Rivedo con piacere, dall’alto, il
Dos de Mezdi e il Col de Poza fatti in una precedente escursione.
Da Cima Viezzena verso Col de Poza, sullo sfondo il Gruppo del Catinaccio
Cima Viezzena con lo sfondo del Latemar
La croce di Cima Viezzena
Ora viene la parte più “ravanatoria”.
Seguo il crinale di NO dell’Alta Via Viezzena, segnata molto male con segni rari e sbiaditi. Abbandono quindi il crinale roccioso, con salti di roccia e neve, stando a ridosso sul lato ovest, per balze pratose, a tratti ripide, fino a alla
piccola cima a quota 2302, straordinario punto panoramico sulla Val di Fassa.
Val Pozil col Dos de Mezdi
Val dei Cavai
Le balze pratose scendendo dal Viezzena
Verso la dorsale del Mulat
Qui dopo lunga osservazione del versante di rientro, mi pare di vedere
una traccia che taglia il costone andando a riprendere la dorsale Ovest di Cima le Pezze. Per prati ripidi di erba secca e scivolosa mi abbasso di quota fino a prendere una traccia che sale leggermente fino all’imbocco della
Val dei Cavai, dove c’è un abbeveratoio.
Vista verso il Catinaccio
Qui per incerte tracce cerco il traversone, che coincide con quello segnato sulla Kompass, peccato che sul terreno non ci sia quasi nulla. Trovo la traccia -sono a cavallo!- penso, ma dopo 100 metri scompare nel nulla... Per fortuna il costone è ripido ma non particolarmente rognoso, a parte l’erba scivolosa. Proseguo in costa andando a intuito, quindi trovo un’altra vaga traccia che mi porta esattamente dove avevo previsto, ovvero sulla dorsale de Le Pezze percorsa al mattino.
Ecco il famigerato traversone, segnato sulla mappa Kompass ma quasi inesistente
Di qui sarei tentato di cercare un’altra traccia che percorre il versante sud, che si intravede appena più a valle, ma vista l’ora direi che ne ho abbastanza. Taglio giù per il costone ripido sulla maledetta erba sèola (secca), che è scivolosa come il sapone (sarebbero stati comodi i ramponcini, che ovviamente ho dimenticato a casa).
Intercetto la forestale dell’andata, ma preferisco tagliare giù liberamente per il costone fino ad una specie di bivacco dei pastori in una radura con grandi larici, quindi per altra traccia vaga mi infilo in una ripida valletta che mi riporta alla macchina.
La baita dei pastori
Giro molto bello con super panorami, con difficoltà tutto sommato modeste. La parte ravanatoria può essere evitata tornando dalla stessa via dell’andata, o facendo
un anello scendendo dal versante est. Dislivello 900 m. sviluppo 10 km.
Il percorso