Autore Topic: [CATENA DI BOCCHE] Traversata Sas de Mezdì 2301 - Col de Poza 2280  (Letto 20084 volte)

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Offline AGH

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Col de Poza a sx, a dx il versante nord del Viezzena ancora pieno di neve

Da qualche anno avevo adocchiato due cime che non avevo mai salito: si trovano nella parte nord occidentale della Catena di Bocche, a SE di Moena: Dos de Mezdi e Col de Poza. Si tratta di due cime appartate poco conosciute e frequentate solo da pochi indigeni.


Salendo al Sass de Mezdi, vista sul Lusia

I turisti ovviamente sono attratti dalla moltitudine di vette ben più famose nei dintorni. Quindi un posto perfetto per me che cerco sempre zone poco battute. Dopo laborioso studio delle carte, decido che si può provare: la difficoltà più grossa, poco valutabile se non sul posto, è la presenza di neve che può rendere la traversata ostica. Secondo i miei calcoli dovrei farcela perché i versanti che ho intenzione di salire e scendere sono esposti prevalentemente a sud.


Vista verso Passo S. Pellegrino, a sx i Monzoni

Il canalone dove si infila il sentiero ha ancora neve sulla parte in ombra

Ad ogni buon conto mi porto i ramponcelli. Poco sopra Moena parcheggio e salgo la strada forestale per il rif. La Rezila a quota circa 1300. Il primo imprevisto che non avevo calcolato è l’attraversamento della pista da sci: un lastrone ripido, duro e ghiacciato. Riesco a passare sia pure con qualche titubanza, per fortuna gli sciatori sono pochi. Senza storia la salita per la strada forestale fino allo Chalet Valbona, stazione di arrivo dell’impianto di sci col solito casino, anche audio. Mi allontano rapidamente per prendere il sentiero 614, che si inoltra per un canalino per poi salire a stretti zig zag per il ripido versante assolato del Doss de Mezdi, molto bello.


Via vai di cervi...

Le cose in alto però poi si complicano: a quota 1800 il sentiero si infila per un canalino ripido ancora ingombro di neve: per fortuna non troppo dura ma con ghiaccio sotto, quindi devo fare attenzione perché a valle c’è uno scivolo poco simpatico. Per quanto possibile, evito la neve tagliando su per le balze ripide di erba stopposa e scivolosa. 


Passaggio sotto a dei roccioni

Raggiunta una fascia rocciosa verticale, il sentiero traversa in costa fino a raggiungere un piccolo poggio con delle rovine di guerra e uno spettacolare panorama sulla Val di Fassa. Qui però mi piglia lo sconforto: gli ultimi 100 metri di dislivello per la cima si devono fare per costoni molto ripidi pieni di neve. Uno scivolone e ciao. Decido una sosta per decidere meglio il da farsi: vedo anche di fronte a me, con una certa preoccupazione, il crinale al Col de Poza che dovrei fare in traversata: sembra affilato e pieno di forcellette esposte con neve. Brutt’affare.


Dal poggio con le rovine di guerra vista sulla Val di Fassa e il Gruppo del Catinaccio

La salita la Dos De Mezdi con neve appare piuttosto impegnativa

Il crinale per Col de Poza, in basso, sembra molto ostico da percorrere, sullo sfondo il Viezzena

Mi sa che stavolta ho fatto male i conti, si affaccia l’idea di rinunciare. Mangio qualcosa ed esploro il baraccamento di guerra, poco distante c’è una specie di cisterna con due scritte in tedesco graffiate nel cemento: “Zur Wasserversorgung erbaut von der Besatzung unter Leutnant Hausch” ovvero “Lavoro per l'approvvigionamento idrico della squadra sotto il comando del tenente Hausch”. L’altra scritta: “Kriegsjahr 1914-15” ossia “Anno di guerra 1914-15”.


I resti dell'osservatori della Grande Guerra

La cisterna per l'acqua

L'iscrizione “Lavoro per l'approvvigionamento idrico della squadra sotto il comando del tenente Hausch”

Iscrizione all'imbocco della cisterna; “Kriegsjahr 1914-15” ossia “Anno di guerra 1914-15”

Devo decidere che fare, non voglio rischiare inutilmente, dopo una sosta ristoratrice sotto un bel sole caldo decido di tentare la salita almeno fino al Doss de Mezdi e da lì valutare la situazione. Metto i ramponcelli e salgo con attenzione tenendomi alla larga dai tratta nevosi esposti, tagliando laddove possibile per le balze erbose dove i ramponcelli fanno una buona presa.


Salendo al Dos de Mezdi, vista su Latemar e Passo Costalunga

La salita è meno ostica di quel che sembrava e in meno di mezz’ora sono in vetta! Molto bene! C’è una povera croce e resti di trinceramenti. Notevole il panorama a 360°, anche se c'è molta foschia, ma non ho l’animo di fermarmi perché voglio capire se posso andare avanti o devo tornare indietro. Mi dirigo verso sud per vedere meglio l’attraversamento verso il Col de Poza. La dorsale è ampia, pratosa e con diversi nevaietti da superare nei pressi di piccole forcelle. Ci sono dei paletti che indicano la via.


In vetta al Dos de Mezdi con vista sul Gruppo del Latemar

Quando arrivo all’anticima sud del Sas de Mezdì, inizio a tirare un sospirone di sollievo: la situazione appare meno ostica del previsto, l’idea molesta di tornare da dove ero salito è quasi scongiurata. La traversata al Col de Poza è una dorsale a precipizio sul versante nord ma decisamente più abbordabile per il versante sud, ripido ma senza neve per balze erbose.


Dai pressi della cima del Sass de Mezdi lungo la dorsale al Col de Poza

Ecco il Col de Poza, si può fare!

Il versante nord del Viezzena pieno di neve, con le tracce degli animali

Anche la valle di Pozil da dove dovrei rientrare alla base e che temevo sommersa di neve, sembra praticabile. Scendo dunque per roccette a tratti esposte ma non difficili, fino ad una forcella dove inizia la dorsale del Col del Poza, che risalgo abbandonando il sentiero che traversa più in basso. Sull’erba stopposa i ramponcelli sono una manna e guadagno rapidamente la cima senza difficoltà. Panorama bellissimo, con il versante nevoso del Viezzena a sud, il Passo S. Pellegrino, le Pale sullo sfondo, il Latemar dalla parte opposta. Ora mi concentro sulla discesa, sperando di non avere sorprese: il sentiero è segnato e scende lungo il crinale.


Dorsale del Col de Poza, con vista su Cima Vallazza (Monzoni)

Vista all'indietro verso Sass de Mezdi

Dorsale del Col de Poza

Da un forcella a precipizio, vista sul Dos de Mezdi salito in precedenza

Quando inizia a risalire per guadagnare la forcella alla testata della valle piena di neve, lo abbandono tenendomi sui costoni pratosi che sono puliti. Vedo dei camosci che brucano pigramente e mi osservano da lontano.


Val Pozil, il sentiero è ancora innevato quindi mi tengo sulla destra sul costone pratoso

Prime fioriture

Il Baito Pozil in una bellissima radura

Quindi mi infilo nel bosco senza tracce, sempre per evitare la neve sull’altro versante dove c’è il sentiero, e scendo a intuito sbucando esattamente al bellissimo Baito Pozil m 1720 (aperto) in una radura meravigliosa. Scendo quindi ancora lungamente per il sentiero, fino al bivio col “Sentiero di Soracrep”, un bellissimo traversone che costeggia dei roccioni verticali e che mi riporta alla macchina, chiudendo questo bellissimo percorso ad anello.
Conclusioni: giro molto bello, non difficile ma con neve richiede una certa attenzione. Sviluppo 16 km, dislivello circa 1100


Baito Pozil sovrastato dall'anticima del Dos de Mezdi

Il bel Sentiero del Soracrep costeggia dei roccioni

Baito forestale Soracrep, aperto

Rientro verso Moena

Il percorso
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Offline southernman

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Interessante... Splendida giornata. Il baito Pozil come è raggiungibile?

Offline AGH

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La via più semplice è poco dopo Moena, salendo verso Passo S. Pellegrino, sulla dx si stacca la strada forestale per il rif. Rezila. Si prende la prima forestale a dx, quindi il sentiero del Soracrep, poi su per la Val Pozil fino al baito
https://www.openstreetmap.org/#map=14/46.3611/11.6675&layers=CN

Occhio che sulla KOMPASS non c'è il sentiero, su OpenStreetMap si
« Ultima modifica: 02/04/2017 21:36 da AGH »
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Offline roen

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Alla fine niente trasferta in Trentino nel week passato  :'(, speriamo nel prossimo.

Bel giro, complimenti
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Offline AGH

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Alla fine niente trasferta in Trentino nel week passato  :'(, speriamo nel prossimo.

Bel giro, complimenti

vi consiglio di fare la bellissima traversata di tutta la Catena di Bocche, da Passo Valles a Predazzo (o viceversa) magari pernottando al bivacco di Cima Bocche, o al Redolf sotto in riva al lago. L'unico problema nel vostro caso è come organizzarsi con una sola auto...
« Ultima modifica: 03/04/2017 15:03 da AGH »
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Offline aenema

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Ciao Agh,

a spanne potresti dirmi quanto tempo occorre per raggiungere il baito pozil seguendo la strada da te indicata_?

grazie

Offline AGH

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penso circa 3 ore e mezza. Tieni conto che ora c'è neve
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