Inizio dell'Alta Via Bruno Federspiel
Girovagando con Google Earth (sempre sia lodato!) scopro un angolo nel
Gruppo dolomitico dei Monzoni (Fassa) ancora ignoto: la zona del
Lagusèl (laghetto) in
Val S. Nicolò, sembra molto interessante. Concepisco un giro ad anello percorrendo il
sentiero attrezzato Gino Badia, che scavalca la catena della
Pala di Crapela per scendere per la Val dele Sele.
Lo spettacolo del Lagusèl
Nella notte ha piovuto, quindi mi aspetto di trovare neve in quota, spero non troppo in basso.
Quando arrivo in
Fassa però vedo con orrore vedo
i costoni appena sopra passo Pordoi tutti bianchi. Per fortuna mi sono portato i ramponcini e uno spezzone di corda per assicurarmi sul tratto attrezzato. Sono un po’ preoccupato a ma questo punto vado a vedere e poi deciderò il da farsi.
Neve fresca in quota sopra i 2200 metri...
Vista su Cima Vallazza
Freschetto in quota...
Da
Pozza di Fassa mi inoltro nella
Valle di S. Nicolò. Alla Malga Crocefisso devio a dx per la Valle dei Monzoni, fino a raggiungere
quota 1750 dove ci sono le tabelle dei sentieri col 641. Parto con un freddo becco, per fortuna la salita abbastanza ripida per facile stradello mi scalda subito. Il sentiero si snoda nel bosco e attraversa belle radure con cavalli. Raggiungo la
Forcela dal Pieif 2186 e mi affaccio su una splendida conca erbosa, dove intravedo il
bellissimo laghetto di Lagusèl 100 metri più in basso.
Lagusèl
Baite nei pressi del Lagusel
Finalmente esce il sole a scaldare un po' le ossa
Baita con lo sfondo del Gruppo del Catinaccio
Baita al Lagusèl
Scendo a fare delle foto, si sta alzando il sole: in quota da 2200 metri in su c’è la neve, spero che intanto si sciolga o si ammorbidisca col rialzo delle temperature. Dopo aver fatto un giro attorno allo splendido specchio d’acqua, contornato da caratteristiche baite, decido di affrontare il tratto ferrato. Torno alla forcella, metto i ramponcelli e prendo il sentiero, abbastanza ben segnato, che sale dei ripidi costoni. Pochi cm di neve e ghiaccio non sono un problema, per fortuna (ma senza ramponcelli sarebbe stato arduo).
Vista su Cima Vallazza
Il sentiero risale un costone con qualche tratto esposto, poi entra in una conca spettacolare disseminata di grossi macigni. Quindi si inerpica a zigzag per un ripido ghiaione fino alla base delle rocce, dove inizia il tratto ferrato. In condizioni normali poco più di una stupidaggine, ma ora con neve e ghiaccio bisogna prestare attenzione. Con lo spezzone di corda mi faccio un imbrago di emergenza e parto.
Il traversone che sale verso Forcella dell'Ort
La conca rocciosa sotto la Forcella dell'Ort: è la fenditura nella roccia in alto a sx
L'attacco del tratto attrezzato
Il tratto iniziale è quello più impegnativo, sempre per via del ghiaccio e neve che copre rocce e cordini.
Il percorso sale per un canalino di roccette, piuttosto facile, fino a una spettacolare fenditura nella roccia larga non più di un metro, che permette di passare la
Forcella dell’Ort a quota 2502 ed affacciarsi sulla
Val dele Sele, da dove si dominano le lunghe e selvagge creste fino a Cima Malinverno, segnate dalle tracce della Grande Guerra.
La via di salita
Un tratto della salita attrezzata, facile in condizioni normali, con neve e ghiaccio bisogna prestare attenzione
Ecco la stretta spaccatura nella roccia, non più di un metro, che permette di passare la cresta: Forcella dell'Ort
E’ andata meglio del previsto
Senza togliere i ramponcelli, comodissimi, calo per il ghiaione ripido, dove incontro un gruppo di camosci che si allontana pigramente. Una femmina sta allattando il piccolo, bellissimo! Se penso che c’è gente che gli spara!
Affacciato sulla Val dele Sele dopo aver oltrepassato la stretta forcella de l'Ort
La Forcella vista dal versante opposto, in rosso la traccia di discesa e l'inizio del traversone a Passo Selle
La Val dele Sele con la lunga dorsale della via Bruno Federspiel
Uno stòl della Grande Guerra
In vetta alla Punta delle Sele 2593, il punto più alto dell'escursione
Postazione della Grande Guerra con vista sul Gruppo del Catinaccio
Ora il sentiero compie un largo traversone, ma anziché calare a valle raggiungo il
Passo dele Selle 2528, dove c’è il rifugio ormai deserto. Breve sosta e poi, con un vento gelido, faccio un pezzo di dorsale fino alla
Punta delle Sele 2593, tratto iniziale dell’
Alta Via Bruno Federspiel che avevo fatto tempo fa, ormai impraticabile per neve.
Il bivacco nei pressi di Passo dele Selle
Vista verso Passo S. Pellegrino, con la Catena di Bocche al Centro e sullo sfondo le Pale di S. Martino
Zoomata su Catena di Bocche e Pale di S. Martino
Il paesaggio sta prendendo i colori dell'autunno
Discesa verso il rif. Taramelli
Dopo le foto di rito, torno al Passo e scendo per il comodo sentiero che mi conduce al
Rifugio Taramelli 2040. Quindi anziché scendere per la noiosa stradella prendo una
deviazione nel bosco (senza indicazioni) che mi porta sulla riva dx orografica del rio, per bella valletta fino alla grande radura con baite e poi per stradello fino alla macchina. Sviluppo 16 km, dislivello m 1100
Il percorso