Autore Topic: Il trekking della vita  (Letto 8890 volte)

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Offline Alan

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Re:Il trekking della vita
« Risposta #15 il: 12/07/2012 14:08 »
Esattamente, i tempi sono cambiati, non ci si può permettere 1 mese di ferie, per lo meno, non qui dove lavoro io!
é possibile forse dopo 7 anni di contratto chiedere il mese, ma per una volta sola nella vita ( o quasi ), li penso te lo diano, un mio collega è partito per 1 mese per fare l'Aconcagua quindi insomma se l'hanno data a lui.....

Logico che anche a me piace vivere il popolo le tradizioni etc etc, ma ahimè non sono un milionario e devo mettere via i soldi per un viaggio così, quindi ovvio che andrò a risparmio, ma voglio però che sia un viaggio indimenticabile, sotto tutti gli aspetti, e perchè no? anche con un pò di comodità ma sempre con spirito d'avventura!

Offline kobang

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Re:Il trekking della vita
« Risposta #16 il: 12/07/2012 17:20 »
Vorrei chiarire che mai nei miei viagi mi sono appoggiato ad agenzie e che ritengo questo il sistema più in sintonia col mio modo di viaggiare.La NZ l'ho organizzata da casa sul PC ed ,avendo a che fare con l'inossidabile affidabilità e concretezza della "cultura" anglosassone,tutto è andato a meraviglia.Viaggio fatto in quattro,io moglie e figli.
Patagonia:la parte organizzativa si è limitata a trovare il passagio aereo più economico.Eravamo in 8 tutti del CNSAS o cmq con buona esperienza di montagna.Una idea di massima degli obiettivi e poi il bello è anche trovare le soluzioni in loco,cosa che spesso diventa occasione di incontri curiosi ed interessanti.
Il nord Africa è una cosa a sè:la cultura locale ha aspetti assai differenti da quella genericamente occidentale;il concetti di tempistica,programmi,necessità sono spesso lontani dai nostri.
Molte informazioni si reggono sul passa parola e magari risultano assai datate.C'è un fatalismo diffuso,una tendenza a sbattersene allegramente se qualcosa non gira per il verso,una certa abitudine a preoccuparsi poco di quele cose che per noi sono magari prioritarie.Lo dico non certo come critica,ma come constatazione derivante da una frequentazione ventennale della gente e dei luoghi.Se hai tempo e non hai fretta il tutto può anche essere simpatico e rilassante,ma se hai un progetto e tempi limitati le cose si complicano.Ecco perchè dico che se uno vuole fare scialpinismo o montagna in Marocco,è utile appoggiarsi a organizzazioni locali che sanno rapportarsi ai ritmi europei e consentono di non trovarsi impantanati ad Erfoud o Ouarzazate in attesa di una corriera che mai passerà,su una nuova strada mai costruita o alla ricerca di un conduttore di muli che magari è a 200km di distanza!
Poi con gli anni si impara a gestire anche questi particolarissimi aspetti,al punto che più di una volta ho organizzato io i giri per amici o conoscenti,portandomeli a spasso per il deserto o per i monti dell'Atlas

Offline AGH

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Re:Il trekking della vita
« Risposta #17 il: 12/07/2012 17:27 »
è utile appoggiarsi a organizzazioni locali che sanno rapportarsi ai ritmi europei e consentono di non trovarsi impantanati ad Erfoud o Ouarzazate in attesa di una corriera che mai passerà,su una nuova strada mai costruita o alla ricerca di un conduttore di muli che magari è a 200km di distanza!

in sudamerica, non ricordo se in ecuador o perù, avevo chiesto info su una certa tratta da fare in treno. Ricevute svariate assicurazioni, quando sono arrivato sul posto la stazione e la ferrovia erano stati smantellati 4 (quattro!) anni prima! ;D

Sempre in sudamerica, ho constatato un'usanza diffusa: tu chiedi info a uno, non la sa e allora chiama qualcuno per strada. In breve si forma un capannello dove in seguito a vari conciliaboli o discussioni, il più "autorevole" del gruppo di solito da' una risposta. Poi scoprire poi che era del tutto  casuale o infondata. Sembra quasi si sentano obbligati a dare una risposta purchessia :)
« Ultima modifica: 12/07/2012 17:30 da AGH »
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Offline Alan

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Re:Il trekking della vita
« Risposta #18 il: 12/07/2012 17:34 »
Ammiro la vostra capacità organizzativa, bravi bravi!!!

L'avevo capito che voi eravate capaci, ma qui ho chiesto un aiuto, una specie di strada da prendere o provare a fare, e analizzando quello che ci si aspetta da un thread di questo tipo ahimè ho pochissimo materiale...

Sò che Kobang ha girato il mondo , Agh pure, Selig è molto estasiata dai viaggi di quel tipo.....

Tutte belle cose che però non mi servono ad organizzare un eventuale mio viaggio, e ad avere un'infarinatura di come gira questo ambiente.

Forse era meglio non aprirlo questo thread  :-[ :-[

Offline kobang

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Re:Il trekking della vita
« Risposta #19 il: 12/07/2012 19:13 »
Alan,non hai capito il senso delle risposte!Nessuno nasce "imparato" come mi pare dicesse Totò.Io ,un anno dopo aver incontrato Flavia,ho comperato la mia prima LandRover,la vecchia 88.Flavia mi regalò il libro "Sahara,guida al deserto" che ho letto a nottate intere,poi ho comperato 4 taniche e pochi altri accessori e ci siamo imbarcati per Tunisi.Un mese di traversate in Algeria,a digiuno di tutto: roba che col senno di poi mi fà ancora venire i brividi.Così secondo me si fà e si inizia.Allora era diverso in tante cose,ma ancora oggi i viaggi li faccio così.Si parte e,salvo andarsela a cercare in paesi in guerra civile o notoriamente ostili,si viaggia:è il viaggio stesso che ti insegna!Eppure dovresti averlo verificato con la tua traversata del Lagorai:ricordi quante domande hai fatto prima di andare?Poi sei partito e basta e mi sembra che l'esperienza sia stata più che positiva.Tanto guarda che per quanto programmi, il viaggio è una combinazione di imprevisti tanto nel bene che nel male!
Casomai fatti un'idea del dove vorresti andare,leggiti libri di autori del posto,report di viaggiatori,la storia e le consuetudini del Paese.Non farti condizionare dalle immagini spesso iconografiche che sono date per certi posti (Il Nepal ed il Tibet ne sono un tragico esempio).A portata di mano ci sono le montagne del Caucaso,i Tatra,gli Urali:zone davvero selvagge e ancora relativamente poco sfruttate.
La preparazione più metodica deve essere quella del viaggio di trasferimento dall'Italia ed un minimo di nozioni sul clima che affronterai,sulla possibilità di comunicare in inglese o altro,sulle norme di cambio valuta e documenti/permessi,sulle eventuali allerte sanitarie.Il resto lo affronterai sul posto,giorno per giorno.
Detto questo è ovvio che se dovessi andare in un posto che conosco,sarà un piacere darti tutte le info e suggerimenti possibili,anche per valutare se il tempo di cui disponi è compatibile con il viaggio o ti obbliga a fare un rally/raid
« Ultima modifica: 12/07/2012 19:17 da kobang »

Offline VanMülleR

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Re:Il trekking della vita
« Risposta #20 il: 13/07/2012 09:22 »
Hai ragione Kobang, il tutto si fa con l'esperienza.

Dai Alan, non ti scoraggiare.... sono sicuro che ce la puoi fare, hai la determinazione per farlo!  ;)

Io ho fatto il giro dell'ex jugoslavia quando si erano appena calmati dallo spararsi addosso, quest'agosto ci ritorno e mi godro' di nuovo tutto ma con la sicurezza che almeno di pallottole non ne prendo!!  ;D ;D ;D
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Offline Alan

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Re:Il trekking della vita
« Risposta #21 il: 13/07/2012 09:30 »
Hai ragione Kobang, il tutto si fa con l'esperienza.

Dai Alan, non ti scoraggiare.... sono sicuro che ce la puoi fare, hai la determinazione per farlo!  ;)

Io ho fatto il giro dell'ex jugoslavia quando si erano appena calmati dallo spararsi addosso, quest'agosto ci ritorno e mi godro' di nuovo tutto ma con la sicurezza che almeno di pallottole non ne prendo!!  ;D ;D ;D
Allora occio alle mine :)!!!

Grazie Leo!

Offline AGH

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Re:Il trekking della vita
« Risposta #22 il: 13/07/2012 10:31 »
Alan,non hai capito il senso delle risposte!Nessuno nasce "imparato" come mi pare dicesse Totò.Io ,un anno dopo aver incontrato Flavia,ho comperato la mia prima LandRover,la vecchia 88.Flavia mi regalò il libro "Sahara,guida al deserto" che ho letto a nottate intere,poi ho comperato 4 taniche e pochi altri accessori e ci siamo imbarcati per Tunisi.Un mese di traversate in Algeria,a digiuno di tutto: roba che col senno di poi mi fà ancora venire i brividi.Così secondo me si fà e si inizia.

concordo, a un certo punto è inutile star li' a farsi tante menate, ci si documenta per quanto è possibile e poi si va e ciao :)
Quando sono andato in sudamerica da solo (6 mesi, licenziandomi dal mitico posto fisso), allo sbaraglio più totale, tutti mi dicevano che ero un pazzo. Invece è stata la più bella esperienza della mia vita :)
Insomma a un certo punto, specie se si è giovani e si può, bisogna osare e seguire il proprio istinto.
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Offline Alan

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Re:Il trekking della vita
« Risposta #23 il: 13/07/2012 10:36 »
concordo, a un certo punto è inutile star li' a farsi tante menate, ci si documenta per quanto è possibile e poi si va e ciao :)
Quando sono andato in sudamerica da solo (6 mesi, licenziandomi dal mitico posto fisso), allo sbaraglio più totale, tutti mi dicevano che ero un pazzo. Invece è stata la più bella esperienza della mia vita :)
Insomma a un certo punto, specie se si è giovani e si può, bisogna osare e seguire il proprio istinto.
Lodevole la tua scelta, se ne avessi avuto la possibilità l'avrei fatto già qualche anno fa quello di partire. :)!!! (abbandonando il posto fisso)
Avevo premesso che di esperienze di viaggio non ero completamente a digiuno, anzi, quindi non è la logistica che mi preoccupa e nemmeno i rapporti umani..