Il dibattito sull’architettura di montagna è stato riacceso dalla presentazione dei progetti di ricostruzione di tre rifugi siti a Selva di Molini, San Giovanni in valle Aurina e Curon Venosta.
Qui i pareri sono discordi, i frequentatori dei rifugi hanno pareri diversi, che partano dall’estetica, dalla funzionalità e dalla tradizione.
Personalmente opto per l’utilizzo di materiali locali privilegiando la funzionalità e fuggendo da qualsiasi moda, l’escursionista che sale a questi rifugi deve sentirsi a suo agio. Ad esempio il tetto troppo piano del rifugio Ponte di Ghiaccio, mi insospettisce non so se sia in grado di resistere al peso della neve che potrebbe accatastarsi.
Vedi:
Tre dei 24 rifugi passati dallo Stato alla Provincia dovranno essere completamente ricostruiti: si tratta dei rifugi Ponte di Ghiaccio, Vittorio Veneto al Sasso nero, e Pio Xl. Il concorso aperto a idee particolarmente innovative si è concluso nelle scorse settimane: dopo la tappa di Campo Tures e Malles, i progetti partecipanti saranno esposti da giovedì 9 a Curon Venosta.
A fine gennaio la Giunta provinciale ha deciso di affidarsi a progetti innovativi, dal punto di vista tecnico e architettonico, per ricostruire 3 dei 24 rifugi passati dallo Stato alla Provincia. "In tutto l'arco alpino ci sono esempi innovativi in grado di coniugare modernità, tradizione, sostenibilità e rispetto del paesaggio", spiega l'assessore Florian Mussner. La Provincia ha lanciato un concorso di idee che si è concluso con la proclamazione dei vincitori per la ricostruzione dei rifugi Ponte di Ghiaccio (60 posti, Selva dei Molini/Lappago), Vittorio Veneto al Sasso nero (50 posti, San Giovanni in Valle Aurina) e Pio XI (60 posti letto, Curon Venosta). In tutto, sono stati 24 (8 per ognuno dei 3 rifugi) i partecipanti al concorso di idee. Ora la Provincia approfondisce il dibattito allestendo una mostra itinerante dedicata ai progetti di ammodernamento dei rifugi alpini.