Autore Topic: [DOLOMITI DI AURONZO] Anello Val Stallata - cengia Gabriella -Val Marden  (Letto 2142 volte)

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Offline NicolaBassano

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Da tempo attendevo l'occasione giusta per depennare dalla mia lista dei desideri la (ferrata) Cengia Gabriella, che taglia a 2/3 di altezza le pareti sud del Monte Giralba di Sotto.
Siamo nelle dolomiti di Auronzo, nel sotto gruppo Croda dei Toni - Popera: bellissime quanto desolate, con i loro lunghi accessi ed alti dislivelli (sotto ai 1200, non si scampa...) che fungono da meraviglioso deterrente per il turismo di massa.
Si tratta di dovere risalire lunghi tratti di bosco ripido, spesso affiancato di enormi colate di sfasciumi, o grave, talvolta da attraversare che ripetutamente e oramai costantemente travolgono anche parte dei sentieri. Poi, su balze rocciose che, da fondovalle, chiudono, come defgli scrigni, la vista sui meravigliosi anfitreati o "cadini".
La Cengia Gabriella è una via ferrata che parte da quota 2400 circa e, tagliando la parete del Monte Giralba di Sotto, per circa 3 ore di cengia a saliscendi, conduce, dopo un'altra ora, al Rifugio Carducci.
L'accesso alla ferrata può avvenire dal fondovalle (quota 900m) risalendo la Val Stallata oppure attraverso altra lunga ferrata proveniente dal Rifugio Berti, in versante Comelico.
Insomma, quale che sia l'accesso, un tour che - per quanto mi riguarda - è impensabile in giornata, con 5 ore d'auto tra andata e rientro.
Optiamo comuque per l'accesso più impegnativo, sia perchè l'altro richiederebbe due notti fuori, sia perchè voglio vedere la Val Stallata.
Arriva la settimana giusta, il meteo previsto è perfetto: aria tersa, secca, ottima visibilità, nessuna nuvola, nemmeno a pagarla.
Telefono al Rif. Carducci: c'è posto? Solo per...2! Mio! Fatta. Si và.

A questo punto, però, l'appetito vien mangiando... e reputo fattibile un super anellone: anzichè rientrare a valle dal Carducci, il giorno dopo, decido di combinare un'altra ferrata - mai fatta - che conduce alla forcella dell'Agnello e che mi permetterà di ricalarmi a valle attraversando un altro meraviglioso gioiello che avevo in lista: la val del Marden. E' perfetto, anche perchè, se fatta in altra occasione, questa valle richiede un accesso in salita di mt 1600dsl e così, invece, la faremo in discesa.
Rimane un piccolo problema logistico... l'anello non si chiude: per tornare all'auto dovremo perccorre circa 5km di strada, in discesa, ma pur sempre 5km. Vabbè, il modo lo troveremo...
Questo, sulla carta, l'tinerario pensato: in rosso il primo giorno, pernotto al Carducci e il giorno dopo il blu.
pic upload

Fantastico. Si parte.
Dopo questa lunga intro, cerco di lasciar parlare le immagini.

Partenza: si deve risalire la Val Giralba, inizialmente in piano lungo una delle "famose" colate detritiche che costantemente, nei temporali intensi, si riversano nella Auronzo-Misurina, invadendo la strada. Là a sinistra la Croda dei Toni, a destra il Monte Giralba: lassù a circa 2500 corre la Cengia Gabriella.


Con non poche difficoltà troviamo, lungo il greto del torrente, le tracce (il sentiero è stato spazzato via) che ci permettono di inoltrarci nel fitto e ripido bosco che condurrà alla laterale Val Stallata. Superato il bosco, cominciamo a vedere il primo obiettivo: il Cadin di Stallata che si trova racchiuso sotto le cime là in fondo, Popera e fulmini di Popera. A sinistra la parete del Monte Giralba


La salita è ripida e costante e costringe ad attraversare una delle tante colate detritiche:laggiù, la val Giralba, sullo sfondo al termine della colata detritica, il punto di partenza


Occorre superare i primi tratti attrezzati: camini o paretine di 10 o 20 metri, fattibili, volendo, anche senza set: ma, visto che lo abbiamo, tanto vale indossarlo, sarà già pronto per dopo...


E' un continuo avvicendamento: tratti ripidi e aspri alternati da bucolici pulpiti erbosi che, mano a mano, lasciano però intravedere sempre di più l'obiettivo.
Sullo sfondo, il lontanissimo punto di partenza e le Marmarole.


Un' alta bastionata da risalire... sembra invincibile ma...non è così. Aumenta il senso di "lontananza" dal mondo e la severità dell'ambiente.
La punta triangolare più a sinistra è la Cima Popera (3026m), alla sua sinistra la parete del Giralba, sulla quale dovremo "rimantare". A destra, sopra le nostre teste le altissime pareti della Croda de Ligonto.


Si risale questa placca levigata da antichi ghiacciai...
upload pic

Con attenzione ma tutto sommato facilmente


E dopo circa 4 ore, lo scrigno finalmente si apre ai nostri occhi: il Cadin di Stallata con il bivacco Battaglione Cadore


Una veloce pausa, la strada è ancora molto lunga: dobbiamo risalire 2/3 del ghiaione per intercettare l'attacco della Cengia Gabriella, da qualche parte lassù, tutto a sinistra, dove più o meno, finiscono le ombre. Al centro, il Monte Popera con, tutto a destra, la guglia detta "fulmine di Popera".


Troviamo quindi facilmente le tracce e montiamo in groppa sulla cengia.


Ambiente strepitoso


La cengia prosegue nel versante est del Giralba, più o meno in falso piano, spesso non attrezzata: se ne intuisce facilmente lo sviluppo


Ciò che ci sta attorno, sotto e ...sopra, incute timore e meraviglia


La cengia va...stringendosi: laggiù a sinistra il bosco e le balze erbose che abbiamo faticosamente risalito... Lontanissime...


In un silenzio mostruoso...come le cime che ci circondano, ci dirigiamo verso il punto di svolta, tra forme bizzarre che rendono tutto questo ancora più fantastico
photo upload

Qui, comincia la parte "attrezzata" e aumenta in effetti la percezione del vuoto e di "sospensione"






Poi, una "pausa"... ci permette di ammirare tutto il sentiero e il fondovalle percorso, in basso a sinistra. Sullo sfondo i Monfalconi e gli Spalti di Toro, linea confinaria col Friuli


O ancora, le bellissime e impervie Cima Bagni (a sx), Ambata (centro) e la Croda de Ligonto (a dx) sotto le cui pareti siamo passati stamane.


Ripresi dallo shock visivo.... "doppiamo" lo spigolo della parete del Giralba e si apre la visione, sia sul resto del percorso, che, laggiù sulla Croda dei Toni, in ombra, alla cui base, sul pulpito erboso al sole, giace la nostra meta: il rif. Carducci. Lontanissimo ancora...


La cengia prosegue, sprotetta...


Retrospettiva


Percorsa quasi integralmente, ad un certo momento compare l'attrezzatura: si inizia a calare...occorre scendere di circa 300 metri, alla base della parete, nel ghiaione a sinistra


Si cala...velocemente: talvolta su parete esposta


talatra, infilandosi in lugubri camini tra le quinte rocciose.


Finalmente siamo giù, sul ghiaione: a sinistra Monte Giralba di Sopra, a destra Giralba di Sotto (sa dove siamo scesi) e la forcella alta di Giralba che li separa


Ci incamminiamo verso il Carducci...


Sono le 18 quasi e oramai l'enorme ombra della Croda dei Toni è già calata su di noi e sulla piana del Rifugio.
Laggiù, la parete del Monte Giralba e, pressapoco appena sopra la linea d'ombra, si legge la Cengia Gabriella, leggermente "bianca" che la taglia orizzontalmente obliquando verso destra


Arrivati, nell'ora magica.



Interrogo il rifugista sulla ferrata Casara che vorrei fare l'indomani: infatti, transita in un posto assai delicato, noto sempre per la presenza di colossali frane e crolli che notoriamente calano dallo spigolo sud della Croda dei Toni, sotto cui il percorso passa. Avevo letto, infatti, di ripetute chiusure, negli anni scorsi e di travolgimenti della via ferrata. Il Rifugista mi conforta, fatta nuova l'anno scorso, con percorso che evita la frana, ma nuovamente travolta... un mese fa... ma per pochi metri finali, facilmente superabili con attenzione. Come a dire: la ferrata è aperta e percorribile ma io ti ho avvisato, questa è la montagna, vedi tu.
Giusto.
Mangiato e dormito. Domani si prova.

Il Buongiorno si vede dal mattino.


Direzione sud, la forcella più in basso a sinistra (Maria), attacco della ferrata Casara


Dolomiti


Forcella Maria, retrospettiva verso il Giralba e la cengia scesa ieri
upload photo

Si inizia


Ambiente più severo


Ambiente più bucolico


Appare il Col dell'Agnello, la vetta piramidale in fondo a destra, alla cui base, nascosta, c'è la omonima forcella, il nostro valico.


Inizia la parte più articolata, un susseguirsi di calata e risalite su pareti, cenge e sfasciumi






in un passaggio occorre andare carponi...


Momento di "relax"...


Che ci permette di vedere il traguardo: lassù...


sempre meglio che guardare giù: il mostruoso inghiottitoio della Gravasecca: un'enorme canalone che convoglia tutte le frane e i crolli della Corda dei Toni, 1500metri più a valle dove si restringe ad imbuto divenendo inaccessibile.


Meglio proseguire...


Si risale faticolsamente


Questo il percorso della parte finale, nuova, che per evitare la frana costringe a salire e poi ridiscendere prima di immettersi nei metri finali del ghiaione.




LAggiù: Auronzo e il suo lago


Ultimi metri: la sagoma rossa del Bivacco de Toni ci conforta.


Siamo alla forcella dell'Agnello. Il bivacco è inagibile, disancorato e inclinato, perchè "spostato" da una slavina...


E il suo superbo panorama verso ovest: dal Cristallo alle Tre Cime, il Paterno e tutto il Gruppo dolomiti di Sesto.


Dopo una meritata sosta, ripartiamo per la nostra calata nella sconosciuta Val del Marden, tutta a sinistra, che avevo già adocchiato da anni da altre prospettive.


Retrospettiva durante la discesa: la Croda dei Toni incombe


Eccola, con i suoi Campanili e sullo sfondo i Cadini di Misurina e il Cristallo




La parte finale, lascia spazio a una mugheta


con inconsueta visione Tre Cime


Poi, lungo e ripido bosco riporta a valle.
E qui, per colmare quei 5 km di strada asfaltata che ci riporterebbero all'auto, ci siamo organizzati con lei... appositamente imbucata sotto un mugo, il giorno prima. E in 10 minuti, la fastidiosa distanza è colmata...
image host

Itinerario bellissimo, impegnativo ma di grandissima soddisfazione e magnificenza, in due giornate strepitose!
Primo giorno dsl (positivo)1800 circa per 8 ore.
Secondo giorno dsl (positivo) 500 circa, per 5 ore.
Ominidi incontrati nell'intero percorso (Rifugio a parte), 3. Tre.






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Com-pli-men-to-ni per lo strepitoso giro, le foto di altissimo livello e il racconto sempre avvincente e mai banale. Un ultimo "bravi" per l'idea ciclo-mughistica  :).

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Fantastico report! Posti meravigliosi, foto meravigliose, giro meraviglioso... complimenti davvero! Sono posti che purtroppo non conosco, so che mi perdo molto ma... forse nella prossima vita :) Grazie per averceli fatti conoscere meglio con queste strepitoso report! Grazie!
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aggiungo una mappa più dettagliata della zona
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Offline NicolaBassano

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Grazie.
Parlando di mappe, questa ultima è molto bella come resa grafica: di che mappa si tratta?
Tuttavia mi pare incompleta, nel senso che, per esempio, non è segnato il percorso della Cengia Gabriella (che è una via attrezzata ufficiale).
A proposito di mappe, forse andrebbe aperto o continuato altro topic, ad oggi io continuo a far fatica a rinunciare alla Kompass (offline da me scaricata e salvata) perchè, salvo qualche errore o modifica intervenuta successivamente, mi pare sia quella che mette più in chiaro risalto i dati che interessano e cioè i sentieri, i numeri, le vie attrezzate, i rifugi. Per esempio, la Freemap ha tutti questi dati ma lo sfondo mi pare meno chiaro (la mappa qui sopra di Agh per me è molto più chiara); la Mapy, invece, non segna bene per esempio i rifugi (occorre zoomare a manetta per vederli) ma contrassegna le ferrate con apposite icone.

Offline AGH

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Parlando di mappe, questa ultima è molto bella come resa grafica: di che mappa si tratta?
Tuttavia mi pare incompleta, nel senso che, per esempio, non è segnato il percorso della Cengia Gabriella (che è una via attrezzata ufficiale).
A proposito di mappe, forse andrebbe aperto o continuato altro topic, ad oggi io continuo a far fatica a rinunciare alla Kompass (offline da me scaricata e salvata) perchè, salvo qualche errore o modifica intervenuta successivamente, mi pare sia quella che mette più in chiaro risalto i dati che interessano e cioè i sentieri, i numeri, le vie attrezzate, i rifugi. Per esempio, la Freemap ha tutti questi dati ma lo sfondo mi pare meno chiaro (la mappa qui sopra di Agh per me è molto più chiara); la Mapy, invece, non segna bene per esempio i rifugi (occorre zoomare a manetta per vederli) ma contrassegna le ferrate con apposite icone.

la mappa l'ho fatta io. E' solo una bozza e sicuramente manca roba, per esempio i passi, e molte altre cose. Ma è appunto una bozza che ho fatto al volo per rendere più chiaro il giro che hai fatto e la zona. La questione mappe è annosa, noi escursionisti ravanatori, si sa, non siamo mai contenti e le mappe "libere" sono tutte derivate, per quanto riguarda i dati, da OpenStreetMap (come la mia).

A conti fatti la mapy.cz direi che è quella più accettabile, anche se graficamente lascia a desiderare, ma è gratis. Poi è anche questione di gusti personali.

Del resto fare mappe fatte bene è molto impegnativo. Tutte le mappe derivate da OSM sono un po' così riguardo alla grafica. Altrimenti restano le mappe commerciali, che però ovviamente costano, Tabacco, Kompass e 4Land su tutte. Comunque se vuoi approfondire su mappe e affini c'è la sezione apposita del forum dove eventualmente puoi aprire un nuovo post. Ciao!
https://girovagandoinmontagna.com/gim/orientamento-e-cartografia-in-montagna/
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Offline DDT

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Ricordi di qualche anno fa: sia la Cengia Gabriella percorsa in giornata facendo la tua stessa salita e scendendo per la Val Giralba Alta che il Bivacco Battaglion Cadore, dove ho dormito in occasione della traversata della Cengia Alta di Cima Bagni, che poi sarebbe la prosecuzione della Cengia Gabriella su una traccia che sarebbe dovuta diventare sentiero CAI alla fine mai realizzato.

Invece la Val del Marden mi manca, grazie per la condivisione.

Offline NicolaBassano

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Anche la cengia alta è un sogno nel cassetto, ma da quel che ho capito, è necessario andare di corda, vero? In caso se posso ti chiederò ragguagli...
Quanto alla Val del Marden, diciamo che, a mio parere, tenuto conto sia del dislivello che anche della distanza che ci separa da lì, è una escursione che merita solo se abbinata a qualcos'altro.

Offline DDT

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Anche la cengia alta è un sogno nel cassetto, ma da quel che ho capito, è necessario andare di corda, vero? In caso se posso ti chiederò ragguagli...
Quanto alla Val del Marden, diciamo che, a mio parere, tenuto conto sia del dislivello che anche della distanza che ci separa da lì, è una escursione che merita solo se abbinata a qualcos'altro.
Corda obbligatoria in un traverso prima del Cadin del Biso e per una calata in un canale laterale risalendo verso forcella Paola.
Poi ci sono tanti passaggi delicati, ma è stata una escursione bellissima, in ambiente quasi vergine.
Se ti servono info chiedi pure.