Era da molto che sentivo il richiamo dei Piani Eterni.....stavolta ho risposto, gita in compagnia, piacevole anche per quello. Abbiamo lasciato l' auto appena sotto il lago della Stua,
incamminandoci per la bella mulattiera su segnavia 802, dapprima in una bella, ripida faggeta,
poi sempre più suuu...a suo tempo non hanno risparmiato sui tornanti, ma è ripida lo stesso, mi è parso un avvicinamento un po' lunghetto, per fortuna non noioso.
Poi finalmente si è aperto l' altipiano tanto agognato: un luogo magico, dimenticato dai gestori telefonici, un colpo d' occhio meraviglioso, nonostante il meteo non troppo incoraggiante.
Prima una visita alla famosa pendàna di Brendol, costruita sembra verso il 1700,
poi la malga Brendol,
ed infine malga Erera, ancora chiusa, ma dove ci siamo ugualmente fermati per una merenda obbligata. Molto piacevole l' arrivo di un indigeno, che fra le altre cose ci ha indotti a guardare meglio il Cristo presente sulla malga: una copia dell' originale al sicuro nella sede del Parco, risalente al 1500.
Pensavamo di fare un giro ad anello passando per la forcella dell' Omo, quindi ci siamo incamminati nuovamente risalendo la traccia con segnavia 851, cominciando ad avvistare una quantità imbarazzante di ungulati al pascolo puntando, visto che eravamo nei pressi, ad una cima di cui non saprei dire il nome, quotata 2161 mt, a sinistra del monte Brendol.
Da lì penso che avremmo potuto ammirare un panorama superbo sull' ambiente circostante, ma c' erano non poche nuvole che ci hanno sbarrato parzialmente la vista. Siamo ridiscesi verso la forcella dell' Omo,
arrivando nella valle del Slavinaz, e mai nome fu più appropriato.....abbiamo facilmente deciso che quella cengia rovinata dalle recenti slavine non faceva al caso nostro, e , pur a malincuore, abbiamo fatto dietrofront,
ripercorrendo a ritroso fino alla malga Erera, con una veloce puntatina sul Col del Demonio, che si sfiora con il sentiero.
Un ultimo saluto, decisamente un arrivederci, ai Piani Eterni, e poi il sofferto ritorno spaccapiedi fino al lago della Stua.
Estrema soddisfazione, zone molto belle, alla fine credo che abbiamo camminato per un numero consistente di chilometri, con un dislivello non indifferente.
Doveroso ritornare, non si può mancare la Cimia del Mondo...Grazie Selig per la compagnia!