Non e' google il problema, e' postimg.
Ecco la versione 'restaurata'
E' un modo un po' strano di fare il giro alla Tofana di Rozes, il percorso sembra disegnato da un ubriaco. Ci ha però permesso di visitare con calma alcuni dei luoghi simbolo della Grande Guerra in val Travenanzes. In val Travenanzes, tutti i sassi di una certa dimensione hanno gli occhi: sono stati sfruttati, a volta da entrambi i fronti, come formidabili postazioni. E questo volevamo vedere.
Sabato
Arriviamo al forte intra i sas al passo di Valparola che sono le cinque passate. Giusto il tempo di salire al Sas de Stria per goderci uno spettacolare tramonto. Passiamo la notte in camper "intra i Sas"
Domenica
Prendiamo le mosse dal vecchio Ospizio (ex ristorante Ra Nona) sulla strada del Falzarego, saliamo agli Ospitaletti, alla base delle torri del Falzarego e del col dei Bos. Qui attacchiamo la Ferrata degli Alpini, che alterna tratti abbastanza atletici a altri più tranquilli. Complessivamente è abbastanza esposta; la cosa buona è che la parte più difficile è all'inizio. Ci porta praticamente in vetta al col dei Bos.
Da qui scendiamo verso la forcella col dei Bos e, aggirato il Castelletto da sud, imbocchiamo la Galleria di guerra, scavata dagli Italiani per poter far saltare il Castelletto con una mina. Sbuchiamo in corrispondenza del cratere di mina che ha devastato la cresta e, abbandonato il tracciato della ferrata Lipella, ci dirigiamo alla cresta del Castelletto. Individuiamo abbastanza facilmente la cengia che ci porta all'imbocco delle gallerie dalle quali gli Austroungarici controllavano tutta la patre alta della val Travenanzes. All'interno, resti di baracche ancora discretamente conservate.
Tornati sui nostri passi, scendiamo verso la val Travenanzes, con un breve tratto attrezzato, arrivando a quello che per gli Austroungarici era il "Sasso spaccato", per gli Italiani il "sasso Misterioso", in quanto tutti quelli che lo avvicinavano non facevano ritorno. Le due parti del sasso sono state utilizzate dai due eserciti, come anche il Castelletto, che era un vero e proprio condominio di guerra: gli Italiani nelle gallerie delle cannoniere al piano terra, gli Austroungarici nelle gallerie di cresta.
Scendiamo per la val Travenanzes fino al salto del Masarè, dove c'è il più incredibile manufatto della zona: la ferrata del Minighel, costruita nel 1907 con 265 pali di ferro conficcati perpendicolarmente nella parete quasi verticale. Non è difficile e non è lunga, ma salire su quei ferri parzialmente piegati con la parete di fianco fa una certa impressione. Speriamo che venga conservata com'è ora, sarebbe un peccato se fosse trasformata in una banale ferrata su placca.
Risaliamo il Masarè. Passiamo di fianco al sasso quadrato, ultimo caposaldo della difesa Austriaca, e raggiungiamo il rifugio Giussani alla forcella di Fontana negra, per scendere poi dal vallone e costeggiare tutta la Tofana di Rozes fino a tornare nei pressi della forcella di col dei Bos e, con la strada militare e poi sentiero, ritornare al punto di partenza.
Complessivamente siamo stati in giro una decina di ore, prendendocela con calma. Il dislivello non è eccessivo, più o meno sui 1300 metri.
Qui trovate alcune panoramiche, in un formato un po' più generoso, fatte soprattutto sul Sas de Stria il sabato:
https://goo.gl/photos/4GpKwp77ePJFVG9J9Qui invece qualche foto del giro di domenica:
Il vecchio ospedale militare addossato alla parete sotto le torri del Falzarego. Sullo sfondo la Marmolada
Il primo tratto della ferrata degli alpini è il più impegnativo, e fa da filtro
L'uscita, con le torri del Falzarego e la Marmolada
La Tofana di Rozes con il Castelletto: in basso a destra le cannoniere italiane, in alto a sinistra le caverne austriache
Osservatorio in cemento armato sulla cima del col dei Bos
Questa spaccatura defilata nasconde l'accesso alla gallerie del Castelletto
Piccola cengia al lato dell'ingresso, Averau sullo sfondo
Il cratere di mina, con la cresta del castelletto in cui si trovano le postazioni austriache
Da questo passaggio si accede alla piccola cengia che va verso l'ingresso
Uno degli accessi
Baracca all'interno
Dalla feritoia: col dei Bos, Col di Lana, Padon-Mesola, Marmolada
Altre parti delle strutture interne
Si scende all'ombra del Castelletto, sullo sfondo punte e torre Fanes
Alla base del castelletto, il "sasso misterioso": a sinistra la postazione austriaca, a destra quella italiana.
Ferrata di Menighel: non è difficile, ma fa una certa impressione, per fortuna solo i primi scalini sono piegati.
Nel Masarè, il "sasso quadrato", estremo caposaldo austroungarico. Sullo sfondo, Ciaval e Ciastel
Verso il rifugio Giussani alla forcella di Fontananegra