“Questa via ferrata è dedicata ai 4 volontari del soccorso alpino , Alex, Diego Erwin e Luca morti in Val Lasties il 26 dicembre del 2009, che mettendo al primo posto la vita altrui hanno donato la propria.”
La ferrata risulta essere parecchio dura, non è lunghissima ma bisogna tirare spesso di braccia. Fondamentale ottima forma fisica, trovo molto comodo l'utilizzo di un 3° moschettone per far riposare le braccia.
Arrivati a Pozza di Fassa si imbocca la val San Nicolò, poco dopo malga Crocifisso si trova questa struttura, sulla destra si vede il sentiero che porta alla ferrata.
Il sentiero è molto bello nel fitto del bosco, e man mano diventa sempre più ripido fino ad uscire su di un ripido prato.
Come si può vedere (spero non vi giri la testa) l'inizio è bello ripido, ma non è la parte più difficile della ferrata.
Interessante scorcio
Ed ecco il punto secondo me più difficile, cavo per i piedi, cavo per le mani, il tutto strapiombante che obbliga i muscoli ad essere sempre in trazione, prima di questo tratto prendete bene fiato, in quel punto ho usato il 3° moschettone.
E qui la fotocamera mi abbandona e devo usare il cellulare....
Scorcio sulla bellissima valle di San Nicolò
Maestose scogliere i Maerins
Bellissima fessura in cui si riprende la ferrata.
Interno
Da sopra
Ultimo tratto impegnativo
Il meritatissimo panorama al rifugio Baita Cuz
Per il ritorno opto per la discesa verso la val San Nicolò località Sauch, consiglio vivamente se fate questo percorso di deviare per il "punto panoramico" davvero notevole, ma impossibile da fotografare senza un grandangolo.
Il sentiero è bello e scorrevole ed in breve tempo arrivo sul fondovalle, dove vengo rallentato da dei Finfarli
a causa di questo ritardo mi becco una bella lavata, ma fa caldo e me la prendo tutta molto volentieri.